Mario Sconcerti è un decano del giornalismo sportivo, e, specie da quando la sua Fiorentina veleggia nelle zone di centro classifica, con aspirazione all'Europa League ma non più di quello, abbastanza lucido e sereno nelle sue analisi, che hanno il pregio di essere sovente non banali, come invece è più spesso regola per la maggior parte dei cronisti di sport.Ciò premesso, non ero affatto d'accordo con la sua presentazione del big match - che tale poi non è stato - tra Roma e Juventus. Nel suo articolo di ieri dava per favorita la Roma, vista in recupero nella partita contro il Fejienord. Per scaramanzia, non ho voluto contestarlo, nutrendo peraltro fiducia che sbagliasse. Se c'era un momento ideale per la Juventus di venire all'Olimpico era QUESTO, con una Roma in crisi di gioco e di risultati.
E' vero che anche i campioni d'Italia non stanno brillando, ma a parità di grigiore - o non brillantezza, se si vuole essere più buoni - è più facile il compito di chi può limitarsi a non perdere, rispetto a chi ha l'obbligo di vincere. Non solo. In questo momento il Napoli si è rifatto sotto. Domenica ha perso col Torino fuori casa ( con il Toro di questi tempi, ci sta, e io nutro grossi timori per il derby) ma stava a soli 3 punti. A quel punto anche un punticino, per aumentare la distanza dalla terza, poteva andar bene. Quindi una Roma scriteriata a testa bassa per vincere non me l'aspettavo e infatti non si è vista, se non quando ormai, in svantaggio e in 10 uomini, non c'era più nulla da perdere e si è giocata il tutto per tutto raggiungendo il pareggio.
Allegri si è giustamente lamentato, per quello che si era visto fino a quel momento (la Juve aveva controllato agevolmente la partita, rischiando nulla) , col vantaggio conseguito a non molto dalla fine e con la Roma in 10 uomini. Due punti persi, non ha esitato a dire, e tatticamente ha ragione. Ma entrambe le squadre avevano fatto poco per portarsi a casa l'intera posta, ed il risultato alla fine è giusto.
Semmai il mister bianconero si preoccupi, in vista di Dortmund, di come la squadra arretri e si chiuda pericolosamente quando viene attaccata con veemenza. Nell'area piccola la cazzata prima o poi scappa, e ai tedeschi basta un gol, senza prenderne, per qualificarsi.
Il discorso scudetto ovviamente, mancando 13 partite e 39 punti in palio, non è chiuso, ma ipotecato sì. La Juve adesso sta meglio, in classifica, rispetto a quella di Conte a questo punto dell'anno, con 9 punti anziché 6, lo scontro diretto alle spalle, il vantaggio acquisito da questo punto di vista (per cui la Roma deve recuperare 10 punti, per vincere il titolo, che in caso di parità finale sarebbe appannaggio dei bianconeri). A tutti questi dati obiettivi, c'è da aggiungere quello psicologico. La Roma non riesce a tornare quella dello scorso campionato, per gioco, determinazione e risultati. Questo fa si che la preoccupazione per il secondo posto sia più che concreta (laddove nella scorsa stagione il Napoli era sempre stato tenuto a distanza di sicurezza) e che, come ieri, la paura di perdere possa prendere il sopravvento sulla necessità di vincere.
Alla fine la matematica penalizza questo atteggiamento, ma credo sia mentale (anche la Juve lo ha mostrato ad Udine e a Cesena).
Proprio questo momento "timido", non sicuro di sé, di entrambe le squadre di testa, ma più evidente nella Roma, mi dava fiducia in un esito comunque positivo per la Juve, cui il pareggio andava benissimo.
Così è stato. Io ho avuto ragione, e Mario Sconcerti torto.
Piccole soddisfazioni di un blogger.
Dopo il pari rimpianto di Allegri: “Due punti persi”
Ma il tecnico loda la squadra: «Per 70 minuti, grande partita»
ANSA
Massimiliano Allegri si complimenta con Tevez dopo il gol
roma
Da Allegri a Marchisio, sono tutti d’accordo: a Roma la Juve ha lasciato due punti per strada. Spiega il tecnico bianconero: «E’ successo che la squadra ha fatto una bella partita per 70 minuti, dopo abbiamo un po’ subito la Roma, perché non abbiamo fatto bene tecnicamente, concedendo anche due-tre punizioni. E nel momento in cui loro ci sono saltati addosso, senza avere più ordine, noi non siamo stati lucidi».
Ai venti minuti finali, s’è aggiunto il risultato: «Dispiace non aver vinto - continua Allegri - perché questa vittoria ci avrebbe permesso di andare a più 12 sulla Roma, con lo scontro diretto favorevole. Quindi, dovremo essere sempre concentrati, e questa arrabbiatura dovremo portarla nelle partite che verranno». Scudetto comunque più vicino, ma non vinto: «E’ un passettino avanti, ma questi sono due punti persi». Ecco l’errore principale: «Abbiamo forzato delle giocate in un momento in cui non andavano forzate».
Ripetere venti minuti così in Champions, sarebbe molto più rischioso: «Ma non abbiamo staccato la spina - ribatte Allegri - dopodiché sappiamo che d’ora in avanti le partite saranno sempre più importanti: e credo che qui a Roma la squadra abbia dimostrato il suo valore».
La testa di Allegri e della squadra è già alla partita di ritorno della Champions. Superare gli ottavi significherebbe un grosso risultato. Sul campionato sono sicuri di averlo vinto sin da adesso....speriamo solo che sia così......
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