lunedì 13 giugno 2016

INDIGNATI PER MEIN KAMPF IN EDICOLA, CIECHI E SORDI PER IL RESTO

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Mein Kampf è un libro che appartiene alla storia. Scritto male, pesante, contiene l'orrendo pensiero del suo autore, Adolf Hitler, non propriamente uno qualunque.
 Un libro scritto dal Male in persona, quindi. Vero. Ma autentico, e che chi vuole ha diritto di leggere per confrontare analisi e resoconti storici sul nazismo con quelle che erano i pensieri e le intenzioni del suo fondatore. Indubbia quindi la portata storica di un testo del genere, che costituisce una "fonte".
Ebbene, in Italia circola da un po' una gran voglia di censura , per cui quello che non piace deve cessare di esistere. La giustificazione quale sarebbe ? Forse che le menti giovani, senza guida opportuna, potrebbero ritenere quel libro non la testimonianza dell'orrore prossimo venturo (questo era nel primo dopoguerra ) ma un utile pamphlet da cui trarre preziosa ispirazione ?
A parte che ce li vedo i nostri giovani leggersi un tomo lungo ed involuto come Mein Kampf (in realtà, a parte forse qualche storico diligente, chi lo legge, o lo ha letto, veramente ? )...
Probabilmente, tutte le polemiche scatenatesi in realtà hanno fatto solo un gran favore a quelli de Il Giornale, che hanno coltivato l'iniziativa della vendita in edicola, facendo preziosa pubblicità.
Pierluigi Battista, che tra i suoi vari meriti ( garantista di ferro, fiero oppositore del canone Rai, feroce critico dell'occupazione del Teatro Valle, di recente liberato e per poco non rioccupato) ha quello di essere un avversario degli anti semiti, non perde l'occasione per polemizzare con gli indignados sempre e solo di una parte, orbi e ciechi per altre.
Gli ebrei sono da difendere solo dal nazismo e suoi eventuali successori. Se invece a volerne il nuovo sterminio sono "altri", allora la musica cambia.
Anzi, cessa proprio. Solo assordante silenzio.



Gli ebrei e gli indignati (a giorni alterni)

di Pierluigi Battista

 

Bene, e adesso, dopo la virtuosa e corale e giustificata indignazione per il Mein Kampf allegato al Giornale , si spera, ma soltanto si spera anche se le speranze sono molto sottili, che qualche flebile voce finora silenziosa, impacciata, timida, connivente si alzi per deprecare i leader occidentali che non hanno nulla da eccepire sul regime di Teheran, cioè il regime nostro seguitissimo partner commerciale in cui viene premiata nel mezzo di un concorso apposito la vignetta più ridanciana sull’Olocausto.
Tutti quelli che hanno bollato come scandaloso l’allegato hitleriano ora potranno sapere anche che il vincitore del prestigioso concorso in cui vengono comicamente sbranati sei milioni di ebrei massacrati nella Shoah è un vignettista francese, un cialtrone che probabilmente avrà sghignazzato anche per il massacro dei suo colleghi connazionali di Charlie Hebdo.
Bene, anzi male: ce li possiamo aspettare dagli indignati ad occasione un comunicatino di ripulsa, una noticina di deplorazione, uno spicchio di scandalo da parte di quelli che finora sono stati zitti, fra tanti di destra e di sinistra, perché nuovi amici dell’Iran?

Bene, anzi male. Adesso ci aspettiamo, appena chiusa la campagna elettorale a Milano, un frammento di dichiarazione, un post sui social network con tanti tanti cuoricini anche sul fatto che Hamas, che vorrebbe esplicitamente annientare lo Stato degli ebrei nel silente imbarazzo degli europei, ha vietato a Gaza la circolazione di un libro, non del Mein Kampf , lettura un tempo molto consigliata dal Gran Muftì di Gerusalemme, bensì del Diario di Anna Frank .
Che ci vuole: su coraggio, una dichiarazionicina almeno. Ci aspettiamo anche un residuo di indignazione, ma solo un residuo dopo l’improvviso risveglio della campagna elettorale, per quei Paesi islamici, sunniti o sciiti poco importa, le cui televisioni trasmettono, nell’indifferenza europea, intere serie tratte dai Protocolli dei Savi Anziani di Sion , uno dei testi fondamentali dell’antisemitismo più vomitevole. Ci aspettiamo, ma questa è veramente un’attesa improntata al più sfrenato ottimismo, che gli indignati di oggi dicano una sola parola, una parolina soltanto, sulla raccomandazione rivolta agli ebrei francesi di non indossare la kippah . Ma non succederà. La campagna elettorale finirà. Calerà il silenzio. E gli ebrei, ancora una volta, saranno lasciati soli. Ancora una volta, come sempre.

1 commento:

  1. Non faccio, perché sarebbe riduttivo, una questione di destra contro sinistra perché la politica ha perso da molti anni ogni dignità e la colpa è di politici "di bassa lega".

    In un'Italia che, in particolar modo da quando Berlusconi è sceso in politica, da che mi ricordi, la politica italiana si fa sempre
    "contro". Ogni pretesto, ogni refolo d'aria per una frase estrapolata da un contesto è sempre un ottimo pretesto per buttarla in caciara e in un paese in cui i governi di media non superano i diciotto mesi si esce e entra da una campagna elettorale a una lotta per "mandarli subito a casa" la politica ha poco o nulla di ragionato e tutto della incessante guerra di trincea in cui nessuno guadagna terreno e parimenti nessuno molla le posizioni acquisite .

    In tutta onestà non lo sento più come il MIO paese.

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