giovedì 9 giugno 2016

RENZI : DA PRIMO, UNICO E SOLO, POTREBBE RITROVARSI SOLO E BASTA

Risultati immagini per ballottaggio  2016

Francamente non avrei saputo dirlo meglio.
Mi riferisco all'editoriale di Antonio Polito sul Corriere di oggi, nel quale vengono evidenziati due aspetti negativi della politica italiana attuale.
Da un lato, la spocchia renziana inizia a presentare i suoi primi conti. L'uomo forse aveva veramente creduto che quel 40% delle Europee fossero l'alba di una nuova era. Bè così non è stato e non è.
In realtà, da allora, in tutte le elezioni successive il PD ha perso voti e se il premier ancora non paga dazio è perché le alternative faticano più di lui. In particolare, il centro destra è al disfacimento, con Berlusconi che non ha eredi e fa danni (esattamente come, dopo i fasti durati lustri, ha fatto col Milan degli ultimi tempi), mentre i 5Stelle alternano luci ed ombre, mantenendo un buon drenaggio di voti a livello nazionale (non scendono mai al di sotto di quel 25% conquistato a sorpresa nel 2013) e piazzando ogni tanto colpi suggestivi e importanti ( quasi sicuramente avranno il sindaco a Roma, e se ne parlerà nel mondo...), ma restando per il momento marginali, ché sono pochi, alla fine della fiera, i comuni amministrati dagli ortotteri (e dove avviene, sono sorti diversi guai, interni e non, vedi Parma e Livorno).
Ciò posto, il motto "molti nemici molto onore" non so quanto consoli renzino, che sicuramente in questi anni si è dato un gran da fare per accumularne su ogni fronte : destra e sinistra, ma anche centro, che noialtri "moderati" non è che apprezziamo un fare arrogante e presuntuoso qual è quello del premier.
Questi umani e macroscopici limiti del putto toscano sono benzina sul fuoco dell'altro difetto della politica italiana : il voto a dispetto lo chiama Polito.
Nelle democrazie "mature" - se certi amici si sentiranno tirare per la coda in questi giorni per il mio ripetere frequentemente tale stucchevole refrain, hanno perfettamente ragione : è con loro che ce l'ho ! - , in mancanza di un candidato ad hoc, si dovrebbe optare su quello a noi meno distante.  Nel paese degli orazi e curiazi, dei capuleti e montecchi, delle curve ultrà, non funziona così, e il voto si dà per "odio".  Non importa quanto sia lontano da me, per idee e programmi, il candidato che voterò, a patto che sia contro il mio avversario più detestato.
E così ieri sera ho sentito un uomo colto (ordinario di fisica all'università), moderato, che al primo turno ha votato Marchini, e che al secondo voterà la Raggi. "Giachetti e il PD MAI ! ".
Io, che come i lettori sanno ho votato la Meloni, voterò invece l'ex radicale, ritenendolo una buona persona e comunque meno lontano per me dei grillini, dai quali sempre mi divideranno temi importanti come la giustizia (sono degli anti garantisti) e l'economia ( la baggianata del reddito di cittadinanza, come se non avessimo già abbastanza debiti e regalie in Italia).
Certo, il pensiero che , qualora Giachetti ce la facesse, poi dovrei sentire le trombe di renzino & CO. (lui già è pesante, ma i suoi ventriloqui, Serracchiani, Guerini, Boschi, sono assai peggio), mi induce non verso la Raggi - vedi sopra - ma all'astensione sì.
A mio avviso, le vittorie in Parlamento,  ottenute mediante  una maggioranza sufficientemente solida alla Camera (grazie all'incostituzionale porcellum) e con mille giravolte - Patto del Nazareno prima, oggi con Verdini, in mezzo pure coi grillini - al Senato, hanno fatto un po' drogato il mainstream renziano. "Abbiamo i numeri". Si, in questo Parlamento - stravolto dalle CENTINAIA (più di un terzo dei parlamentari, e la legislatura non è finita...) di cambi di casacca e dove c'è una situazione tutta diversa da quella emersa dal voto elettorale del 2013 (il ché non è proprio una bella cosa, presidente, ex, Napolitano...) - i numeri in qualche modo si trovano, ché i peones hanno il TERRORE delle elezioni anticipate e della fine di un bengodi che per molti di loro (per fortuna di noi cittadini) NON si ripeterà.
Ma NON nella nazione, dove le percentuali di mancata partecipazione al voto iniziano a minare il senso stesso di democrazia, come sistema prescelto per l'appartenenza allo stesso consesso sociale, dove i voti per i partiti diminuiscono costantemente (tantissime le realtà dove il PD, scende sotto al 20%, altro che 40 !!) e dove l'invenzione dell'Italicum, del tutto originale (non c'è un sistema così al MONDO, ci sarà una ragione ?) , sta rivelandosi un clamoroso boomerang per l'apprendista stregone.
Non a caso, oggi, i più fieri difensori della legge, anche se non lo ammettono pubblicamente, sono diventati proprio gli ortotteri, sicuri di avere, come lista unica, voti sufficienti per arrivare al ballottaggio e lì diventare favoriti grazie al voto contro.
Se Renzi non cambia strateghi della comunicazione, hanno molte probabilità di avere ragione, e ad ottobre se ne potrebbe avere una prova.



Il Corriere della Sera - Digital Edition

Quel vizio del voto a dispetto

di Antonio Polito

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Pensate all’Inghilterra: l’isolamento può essere splendido, come nell’Ottocento imperiale, o molto rischioso, per esempio dopo una Brexit. Lo stesso vale per il Pd di Renzi. Il nuovo leader l’ha costruito per essere solo e vincente, autosufficiente fino all’arroganza: finché vinci sembra una bella idea, ma poi arrivano momenti in cui se sei solo puoi perdere.
Il ballottaggio è uno di questi momenti. Al secondo turno ti serve il voto di qualcuno che non ha votato per te al primo. E se oggi il Pd si guarda intorno, non trova molti potenziali amici.
La Dc aveva i partiti laici, il Pci aveva il Psiup e nei Comuni il Psi, l’Ulivo aveva Bertinotti, Berlusconi la Lega. Movimenti diversi, ma non ostili, pronti dunque a convergere contro il nemico comune. Il Pd ha intorno a sé solo nemici, a destra e a sinistra. È anzi più probabile che tutti i suoi nemici diventino amici tra di loro per inimicizia a Renzi.
Se avvenisse, Roma è persa, Milano pure, Torino e Bologna rischiano, e il referendum chissà. La camicia di nesso bipolare in cui Renzi ha voluto stringere la politica italiana con l’Italicum potrebbe insomma strapparsi in assenza di un sistema di alleanze un po’ più articolato di Denis Verdini.

Naturalmente gli avversari del premier lo sanno e rispolverano il più italico (altro che Italicum) dei vizi: il voto a dispetto. Di solito nel mondo democratico gli elettori tendono a scegliere il candidato più vicino, o al massimo l’astensione, quando il proprio candidato non è più in lizza.

Da noi, complice l’estrema politicizzazione della vita pubblica, c’è ancora una discreta quota di elettori disposti a premiare anche il candidato più lontano purché sia in grado di battere chi si ha in odio. Che cosa c’entrano i grillini con Parisi a Milano? O gli ex missini con la Raggi a Roma? O i leghisti con l’Appendino a Torino? Niente. Solo che coalizzandosi possono battere Renzi.

Questa tendenza, accentuata dal cinismo dei capi partito che sperano di utilizzare i loro elettori come massa di manovra, non è sana. Distoglie l’attenzione dal vero tema del voto (oggi il governo dei Comuni, a ottobre la Costituzione) e aggrava una certa tendenza faziosa e belluina della vita politica italiana. E non basta riconoscere che Renzi ci ha messo del suo per negare che sia un problema.

Tentare di indirizzare gli elettori dove più conviene ai partiti può del resto trasformarsi anche in un boomerang. Chissà, per esempio, se gli elettori della sinistra radicale milanese, dopo aver rotto con Sala, accetterebbero mai di fargli un favore ora che ha bisogno dei loro voti. In assenza di una legge elettorale alla francese, che giustamente consente tra i due turni, anche alle Politiche, apparentamenti e coalizioni alla luce del sole, meglio dunque astenersi da ammiccamenti sotto banco e da appelli al dispetto. Anche perché, molto probabilmente, a decidere i ballottaggi non saranno i voti in più che arriveranno ai candidati rispetto al primo turno, ma quanti voti in meno prenderanno causa caldo, noia, e astensione .

1 commento:

  1. ………”se il premier ancora non paga dazio è perché le alternative faticano più di lui. “……..

    Sacrosantemente vero. Quello che trovo più deprimente è proprio il resto del panorama politico. E mi dissocio per questo da tutti coloro, indipendemente dal colore politico, che “Mandiamo Renzi a casa subito”. Quelli che nella SX del PD sono impegnati in una guerra interna per ragioni di potere e quelli dell’area dell’ex CDX ridotti a un minestrone mal assortito e con ingredienti che tra loro sono di fatto incompatibili, cosa che si nota ogni giorno in ogni discorso. E COME dovrebbe fare uno come me, orfano liberale di CDX, a non guardare con un certo interesse al M5S se non altro come elemento dirompente che andando al potere potrebbe far definitivamente deflagrare questa insulsa (salve le rare ininfluenti eccezioni) classe politica che a furia di combattersi in nome di ideali e appartenenze effimeri e datati s’è di fatto dimenticata il paese e i suoi bisogni e sublimandosi proprio in quel “voto per dispetto” .

    Per colmare la misura e parlando del “popolo che non c’è”, credo che di poter dire che grazie alla superficialità e l’ottusità dei più abbiamo proprio la classe politica che ci meritiamo e che, purtroppo, ci somiglia. Per decenni a SX certi soloni maestri di pensiero hanno soffiato sul sacro fuoco dell’antifascismo per cui tutto ciò che non è certificatamente di SX è fascista o a rischio fascismo e per decenni a DX non si sono visti che sprazzi di lucidità (penso ad esempio Antonio Martino e Giuliano Urbani) accanto e purtroppo subissati da un coacervo di politici li a fare i loro interessi personali, a lottizzare etc.

    E se poi, viaggiando per l’Europa e parlando anche con amici stranieri italianizzati, faccio il confronto fra noi e “loro” e ciò che potremmo essere metto a rischio le mie coronarie .

    Definirmi disgustato è un eufemismo.


    Leno

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