venerdì 15 dicembre 2017

IL BOOMERANG DELL'ETRURIA SULLA BELLA ELENA E IL SUO PROTETTORE

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Non mi entusiasma Massimo Franco come giornalista. non mi scalda, né mi offre spunti originali. Però è serio. E nella vicenda della bella Elena - sarà il nome a portare sfiga ? dai tempi di Troia le elene combinano guai grossi - , impelagata con la banca del papà, la famigerata Etruria, bisogna essere seri e prudenti, perché quando l'antipatia è tanta - e quella per la gnocca toscana e per il suo protettore benefattore è assai - si corre il rischio di fare la figura di un Di Battista qualsiasi. 
Oltretutto io lo dirò sempre, da questo spazio : non mi scandalizza l'uso del potere ANCHE a proprio vantaggio. Sono un ammiratore di liberali dallo stomaco peloso come lo furono i grandi Cavour e Giolitti (il secondo invischiato nel più grande scandalo del tempo, e anche lì era una Banca, più importante, quella Romana ) , figuriamoci se mi imbarazza la raccomandazione eventualmente richiesta dalla allora ministra per i problemi del padre...
Il busillis è sempre l'altro : io sono assolutamente disposto ad accettare che il potente approfitti della sua posizione per vantaggi propri, a patto che governi in modo capace. Questo Cavour e Giolitti, al netto di errori che sono inevitabili, furono capaci di farlo. Questa gentucola di oggi no.
Poi certo, ci sono anche gli esempi di uomini di Stato come De Gasperi, che arrivò "povero" (in realtà persona dignitosa ma normalissima) al potere, e come tale abbandonò la scena.
Ma si tratta veramente di rarissimi casi.
La differenza, per me - e per Benedetto Croce, solo per citare un illustre predecessore di pensiero - la fa la competenza.
E la Boschi non ne ha. Per questo si dovrebbe dimettere, anzi non dovrebbe proprio stare dove sta.
Ha altre qualità, ma non c'entrano col governare.
Riguardo al boomerang di cui parla Massimo Franco, finito in faccia a Renzino che non gli pareva vero di gridare alla persecuzione per il caso Etruria, bè vedremo il proseguio.
Al momento, godo come un riccio, ma NON è un giudizio politico. E' solo avversione umana per il putto, e quindi non mi dispiace (eufemismo) vederlo in difficoltà. 
Ma non ci soffio sopra. 



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Maria Elena Boschi e banca Etruria, per il Pd un doloroso boomerang
Lo strumento che doveva inchiodare il sistema bancario si sta trasformando nella «commissione Boschi»
  di Massimo Franco
 
A questo punto, conta relativamente se o quanto l’allora ministra delle Riforme, Maria Elena Boschi, abbia detto la verità sul caso di Banca Etruria. L’unico elemento certo è che la strategia del Pd sul sistema creditizio si sta trasformando ogni giorno di più in un doloroso boomerang; e a nemmeno tre mesi dalle elezioni. L’insistenza sulla creazione di una commissione parlamentare d’inchiesta doveva servire a mettere in mora Bankitalia e a certificare le ragioni del governo di Matteo Renzi. E i vertici delle istituzioni finanziarie erano stati chiamati a testimoniare come se dovessero passare sotto le forche caudine del partito di maggioranza.

Di fatto, invece, quello strumento che doveva inchiodare il sistema bancario sta diventando la «commissione Boschi». Le parole dette ieri dal presidente uscente della Consob, Giuseppe Vegas, hanno avuto effetti pesanti. Secondo la sua ricostruzione, l’allora ministra delle Riforme lo incontrò perché «era preoccupata per l’eventualità che l’istituto fosse incorporato dalla Popolare di Vicenza»: pur smentendo pressioni. Boschi si difende negando favoritismi verso il padre, vicepresidente di Banca Etruria.


Ma il coro delle opposizioni contro di lei, con richiesta di dimissioni immediate, fa capire che la vicenda dominerà di qui al voto a marzo. E attenzione: la commissione non ha ancora ascoltato né il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, né l’ex amministratore di Unicredit, Federico Ghizzoni, che finora è stato silente. Due incognite da brivido, perché ieri Boschi ha ribadito di averlo incontrato, «senza chiedere niente né fare pressioni».

A sottolineare quanto la vicenda possa rivelarsi scivolosa, colpisce la mancata difesa dell’attuale sottosegretaria da parte dei ministri. C’è solo un’ufficiosa solidarietà da Palazzo Chigi. Di fronte alle bordate del Movimento Cinque Stelle e della Lega, a proteggerla sono solo le persone più vicine a Renzi; e nemmeno tutte. È come se tra i dem ribollisse una miscela di imbarazzo e di preoccupazione per la piega che stanno prendendo le cose; e si confermasse il timore di essersi infilati in una polemica che, al di là delle responsabilità e delle strumentalizzazioni, farà perdere voti. Anche perché minaccia di investire lo stesso esecutivo.

Il premier Paolo Gentiloni non ha esitato a incrinare i rapporti con Renzi confermando il governatore di Bankitalia contro il parere del segretario del Pd; e oggi appare in testa agli indici di gradimento nel Paese. Eppure il caso Vegas offre alle opposizioni un ottimo pretesto per alzare il tiro su di lui. Alessandro Di Battista apre il fronte per conto dei Cinque Stelle, intimando a Gentiloni di «intervenire immediatamente. Ne va della credibilità del Paese, c’è un conflitto di interessi grande come una casa!». A ruota, attaccano FdI e Liberi e Uguali, la formazione del presidente del Senato, Pietro Grasso.


C’è da chiedersi quali saranno le prossime tappe di questa escalation polemica; e come si ripercuoterà sulla commissione guidata da Pier Ferdinando Casini e sul voto di marzo. La difesa della sottosegretaria lascia trasparire rabbia e esasperazione. «Non ho mai mentito al Parlamento», ripete Boschi. «Ho incontrato Vegas come ho incontrato altri rappresentanti istituzionali». Ma il boomerang continua a mulinare in maniera più minacciosa e accelerata che mai.

2 commenti:

  1. Come mai quando si cerca di liquidare un'azienda fallita se si chiama Alitalia si é Salvatori della patria mentre se si tratta di Banca Etruria si è intrallazzatori?

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    1. Mah....in realtà da questo spazio Alitalia da tempo doveva fallire o essere vendita a chi era disposto veramente a comprarsela. Comunque la questione di Banca Etruria sconta la facile polemica politica del conflitto di interessi della signora Boschi. Personalmente, l'ho scritto, è cosa che non mi scandalizza, ma comprendo che venga cavalcata dagli avversari politici. In realtà il conflitto di interessi mi sembra u male decisamente minore, nell'insieme. Il problema è l'altro : Boschi sa governare ? No, mi pare evidente. Ed è solo per questo che non dovrebbe stare lì dove sta.

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