E' un argomento che funziona anche perché trova un prezioso alleato: l'invidia sociale. La maggior parte della gente che fa lavori semplici, utili anche ( alcuni nemmeno), ma certo non richiedenti grandi qualità, guadagna poco. Ora è bene che questo poco sia SUFFICIENTE, e se questo non accade, certo la società, lo stato, se ne deve preoccupare, non nei modi da noi conosciuti (assistenzialismo, sostegno a imprese decotte, cassa integrazione a go go) ma ALTRI (per esempio abbassare il costo del lavoro, in modo che al lavoratore vadano più soldi, che l'impresa non è dovuta a versare per contributi, e che lo stato non gli preleva per TASSE).
Ma non può essere ovviamente lo stesso di chi ha altre capacità e altre responsabilità.
Nel nostro paese i comunisti prima e una certa sinistra poi hanno impugnato la bandiera dell'anticlericalismo che in precedenza era stata brandita da mani più nobili: i repubblicani e comunque i patrioti che volevano Roma - ma l'Italia intera - libera dal potere temporale della Chiesa. Senza accorgersi, questa sinistra, che in comune con i clericali avevano una fobia, un odio comune: quello per la RICCHEZZA. MAI vista, come nei paesi Protestanti e Calvinisti, come frutto della capacità, dell'impegno, del lavoro dell'individuo, bensì come risultato della prepotenza, della ruberia, di qualcosa che era MALE.
Il discorso si fa lungo e importante, limitiamoci qui a dire che è anche vero che nei paesi del sud Europa la classe borghese si è sviluppata in modo lento e spesso anche storto, dovendo venire a patti, qui più che altrove, con i Signori che detenevano il potere politico. E che le grandi ricchezze nulla avevano a che vedere col MERITO, come invece nell'Europa del Nord e negli Stati Uniti d'America progressivamente si andava realizzando.
Diciamo solo che nel nostro paese l'alleanza culturale cattocomunista ha senz'altro avuto terreno fertile rispetto al pensiero liberale, e che il denaro è ancora per tanti "Lo sterco del diavolo".
Di qui la mission impossible di cui sopra.
Eppure ci sono delle persone che ci vogliono provare, nonostante la delusione berlusconiana, e cercano di spiegare che NON si può continuare su questa strada, continuando a TASSARE, a raschiare il barile fino a sfondarlo sempre con la solfa-contentino della lotta all'evasione fiscale!!
E così ti arriva bello bello il nostro Giacomo Zucco, laureato in Fisica ma appassionato di temi economici, libertarista convinto, cultore della scuola austriaca anti statalista, che in 5 minuti spiega poche cose smontando i soliti, demagogici luoghi comuni:
1) " Le tasse le devono pagare chi non le ha mai pagate" ( o non le paga abbastanza). Risposta: le nuove e ulteriori tasse vengono giustificate con l'emergenza debito. E allora il debito è giusto che lo paghi chi lo ha fatto: LO STATO. I mezzi per pagarlo ce l'ha, dismetta il patrimonio pubblico.
2) "Le tasse servono per pagare i servizi" . Risposta: non è vero se non in una misura inferiore al 50% del prelievo fiscale. Il resto se ne va in sprechi, assistenzialismo clientelare, costi della politica. In ordine a questi Zucco spiega come quelli veramente incisivi NON sono gli stipendi esagerati, le prebende, odiose quanto si vuole ma alla fine riguardanti poche migliaia di persone, quanto le TANGENTI, le "percentuali agli amici"! Il sistema di finanziamento che il caso Penati dimostra tuttora presente e trasversale a tutto l'arco partitico, "moralisti" compresi.
3) "Serve la Patrimoniale et similia per far pagare i ricchi" Risposta: Tutti i beni dei ricchi sono tassati all'origine e anche dopo. La casa è tassata in mille modi, fin dall'acquisto. I conto correnti sono tassati, I titoli finanziari sono tassati. Gli acquisti di lusso sono tassati. Vogliamo farlo di più? Ok, ma smettiamola con la FOLA che i ricchi non pagano. Nel dire questo Zucco ha ricordato una cosa che tutti dimenticano: nella famosa lettera del 4 agosto, quella del "commissariamento" italiano da parte della BCE, allora guidata da Trichet e firmata anche dal suo successore, Draghi, NON c'è alcun riferimento, tra le misure urgenti da prendere, a PATRIMONIALI; ICI, PRELIEVI STRAORDINARI. Bensì a riforme strutturali ben diverse e durature: TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA. SBUROCRATIZZAZIONE, LIBERALIZZAZIONI, PRIVATIZZAZIONI, RIFORMA DEL LAVORO (maggiore flessibilità in uscita ), RIFORMA FISCALE E PREVIDENZIALE.
Tocca che i demagoghi italiani cambino parole d' ordine, perché tanto queste sono destinate a non funzionare più, visto che le decisioni non si prendono più a Roma. E con l'occasione, magari imparano anche l'inglese e mi sa anche il tedesco.
Intanto, complimenti vivissimi a Giacomo Zucco. Ha solo 28 anni e scommetto che sentiremo parlare spesso di lui.
Buona Visione
Tea Party
http://www.youtube.com/watch?v=rVDU5N0GB2c&feature=share
Sarebbe meglio che tu andassi a lavorare, ma devi farlo seriamente.
RispondiEliminaLa tua ignoranza su i temi di carattere sociale ed economico e' mastodontica (Grandissima).
RispondiEliminaMa finitela di scimmiottare i Tea Party Americani, non sai neanche perche nacquero e perche oggi non servono a nulla
... condivido tutto, approvo ogni parola.
RispondiEliminaMa anche se la ricetta sarebbe ottima, un grosso problema rimane: dove troviamo i cuochi disposti a cucinarla? ... o meglio ci sono clienti sufficienti per questo ristorante?
Non mi riferisco infatti ai politici, ma agli elettori...
Non condivido i Tea Party americani, ma sono assolutamente d'accordo per la ricetta che proponi in Italia. Credo che il contribuente Italiano andrebbe protetto subito dal fisco con un semplice strumento. Quando hai pagato il 33% del tuo reddito al fisco, questo non può più chiederti nulla, e non sei sanzionabile in nessuna maniera. Introduciamo una norma semplice, e chiara, che protegge il contribuente, e gli rende la libertà e la tranquillità delle quali è stato privato da tonnellate di leggi e cavilli.
RispondiEliminaMAURIZIO BONANNI
RispondiEliminaCaro Stefano, contributo interessantissimo, sul Tea Party e Zucco, quello che hai appena pubblicato! A presto e complimenti!