lunedì 28 novembre 2011

PROF. MONTI, MA PERCHE' DEVO PER FORZA ESSERE CLIENTE DI UNA BANCA ?

Non ho simpatia per la Gabanelli. Propria fisica. Diffido delle persone troppo magre lo confesso ma senza voler indulgere alle teorie lombrosiane, della signora non mi piacciono l'aria da maestrina e la tendenza a privilegiare soprattutto inchieste nei confronti di UNA parte.
Però ho amici che la seguono e in genero leggo che Report è una trasmissione fatta bene.
In questi giorni ho avuto la conferma della mia antipatia, avendo avuto modo di leggere sul Corriere della Sera la requisitoria della signora contro l'uso della moneta contante. Sul giornalone di via Solferino c'era la replica di Danilo Taino. Successivamente ho poi letto altri interventi contro questa decisione che pure sembra ormai tra le "epocali" misure di questo supergoverno: riduzione della spendibilità della moneta contante a favore di quella " elettronica".
Gli argomenti della Gabanelli si conoscono. Attraverso il contante si realizzano le transazioni illecite, si favorisce l'EVASIONE. Invece con gli altri metodi, assegni non trasferibili, bonifici e le carte di credito, i bancomat, è garantita la tracciabilità e quindi il CONTROLLO.
I contro sono vari:
1) Scomodità. Le operazioni tramite carta sono più lente ovviamente. E per tante persone anziane, cambio di abitudini, meno controllo sulla spesa (non si ha nemmeno l'impressione di "spendere") , problemi col pin.
2) Costi. I gestori delle carte prendono una percentuale sulle transazioni "garantite".
3) Vincoli. Dobbiamo PER FORZA avere un conto corrente. Dobbiamo essere PER FORZA clienti di una banca.
Questo ultimo punto è quello più cogente a mio avviso.
Andiamo sempre di più verso una forma di Stato che, incapace di contestare le infrazioni, i reati, cerca di prevenirli attraverso una limitazione sempre più soffocante degli spazi di scelta e di libertà individuale. 
Addirittura il Fatto Quotidiano, certo non un giornale "liberale" ha ospitato un articolo sferzante di Massimo Fini titolato opportunamente "LA TRACCIABILITA' DEL MORALISMO", dove l'alternativo scrittore osserva:  " Le banche sono delle società private e lo Stato non può obbligarmi a tenervi il mio denaro. Io il MIO denaro ho diritto di metterlo dove mi garba, di ficcarmelo anche nel culo se mi piace (Fini si sa, è fatto così...) ".
In maniera meno "pittoresca", altri (il citato Taino, De Benedetti, Facci) hanno criticato questa idea illiberale.
La Gabanelli fa parte, ormai ne sono certo, di quella triste genia di persone che vogliono creare l'"uomo perfetto" suo malgrado. Siccome il "Libero arbitrio" che addirittura ci sarebbe stato lasciato da DIO, di scegliere tra peccato e ragione, NON funziona, perché l'uomo ha troppe debolezze e difetti, noi lo priviamo sempre più della libertà e così lo "aiutiamo" a fare "bene".
Quanto questo gradualmente elimini ogni libertà individuale e conduca ad una forma nemmeno tanto soft di dittatura non è difficile da vedere.
Il Grande Fratello prima di essere la demenziale trasmissione che da 12 anni allieta qualche milione di connazionali poco "habens", era un'intuizione di Orwell che appunto immaginava un grande occhio che tutto controllava e quindi tutto guidava.
E gli uomini ridotti ad essere "tracciabili" come le bistecche del super mercato.
Cellulari, conversazioni (intercettateci tutti...la Gabanelli la vedo bene sotto questo vomitevole cartello). email,  movimenti fisici, contabili, come navighi su internet, e quindi i tuoi gusti, i tuoi vizi.....
Facci la vede così, e prevede che il Grande Fratello alla fine sarà un grigio banchiere.
E il fatto che oltre che grigio sia SOBRIO ( e professore) non cambia la pessima sostanza.

1 commento:

  1. Invece di controllare le miserie dei poveri cristi, perché non mettono sotto traccia quelli che hanno stipendi consistenti. 6o.000 euro all'anno offriranno certo più interesse di chi ne percepisce 8.ooo o poco meno o poco più. E Sui "falsi ammalati" perchè non indagano le "false commissioni mediche" che decretano le false infermità?

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