lunedì 28 maggio 2012

RIGNANO: TUTTI ASSOLTI, I FORCAIOLI INSORGONO

ASSOLTI PERCHE' IL FATTO NON SUSSISTE
Il che in italiano corrente vuol dire che i bambini di Rignano NON hanno subito abusi.
In un mondo normale i genitori dovrebbero essere sollevati. Poter pensare che i figli non hanno subito questi abusi, che la loro fantasia di piccole creature, paranoicamente alimentate prima da madri e padri troppo "ansiosi" e poi da PM infoiati dal processo mediatico (leggere la "requisitoria contro questo tipo di Pubblici Ministeri scritta ieri da Ernesto Galli della Loggia sul Corsera http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/05/la-magistratura-come-mezzo.html ) , dovrebbe essere una gioia.
Invece no, pur di avere ragione, meglio i figli molestati e violentati!
Su questo processo, sulle perizie SCANDALOSE e bacchettate severamente dalla Cassazione - che per questo confermò la decisione del Tribunale del Riesame che, per fortuna , rimetteva in libertà tutti gli imputati che se no si erano fatti non so quanti anni di galera "cautelare" -, sulla "suggestione collettiva" di cui sono sembrati "vittime" i denuncianti, sull'incubo inquisitorio vissuto proprio dai bambini, tormentati da domande suggestive e incalzanti, abbiamo già scritto: http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/04/riprende-il-processo-ai-mostri-di.html.
Oggi, dopo la sentenza di assoluzione, ovviamente sulla rete è scoppiata la bagarre. Ovviamente ognuno ha siti e profili più vicini al proprio modo di sentire e quindi ho avuto il conforto delle mie idee. Ma non mancano ovviamente coloro che ritengono SEMPRE che, se NON hai tutte le risposte, allora del marcio ci deve essere.
A questa gente non entrerà MAI, ma MAI in testa che la regola AUREA, di Civiltà prima ancora che di Diritto, è l'opposta ! SE NON HAI TUTTE LE RISPOSTE; DEVI ASSOLVERE!!!
Una mia cara amica, che non è una tricoseuse (quelle che sferruzzavano sotto la ghigliottina, contente dello spettacolo ma tenendosi utilmente impegnate tra una testa e l'altra) mi ha chiesto se io ero CERTO della giustezza della sentenza del Tribunale di Tivoli.
Ho risposto così:
" io NON ho elementi per dire se il Tribunale ha deciso bene o no. Io quando esulto è perché vedo cassato un certo modo di gestire l'accusa...e in questo, come in altri processi, i PM hanno fatto veramente vomitare. Questo peraltro comporta proprio la difficoltà di arrivare ad una possibile verità. Se io, pur di INCASTRARE i presunti colpevoli, faccio strame del diritto e del codice di procedura...ecco che per abili avvocati, e Coppi è un grande, sarà FACILE instillare il DUBBIO e pretendere, sul sacro principio che è l'accusa che DEVE dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio, l'assoluzione.
In questo caso poi la sentenza è andata oltre il DUBBIO. Ha assolto NEGANDO gli abusi.
Però se mi chiedi se sono certo che i giudici abbiano ragione, io ti dico di no.
NON lo so.  le polemiche che leggi sono tra fazioni opposte; i garantisti e i giustizialisti. Per i secondi, siccome il reato è stato commesso e ci sono indizi di colpevolezza, questi sono sufficienti per condannare. Noialtri lottiamo contro questo "principio". La costituzione è dalla nostra, la pancia del popolo dalla loro."
Detto questo, ecco la notizia di cronaca dal Corriere.it
 IL PROCESSO

Rignano, assolti gli «orchi»
Urla in aula contro i giudici
Scagionati i cinque imputati perché «il fatto non sussiste». Proteste dei genitori dei bambini dell'asilo Olga Rovere: «Questa sentenza legalizza la pedofilia»

Gli abusi sui bimbi di Rignano Flaminio non ci sono mai stati. Il tribunale di Tivoli ha assolto i cinque imputati con la formula «il fatto non sussiste»: a sei anni dall'avvio dell'inchiesta, a due dall'inizio del processo, le maestre Marisa Pucci, Silvana Magalotti e Patrizia Del Meglio, il marito di quest'ultima, l'autore tv Gianfranco Scancarello, e la bidella Cristina Lunerti sono stati scagionati dall'accusa di essere stati gli «orchi» che avrebbero seviziato e violentato 21 bimbi (19 quelli costituiti parti civili) dell'asilo Olga Rovere tra il 2005 e il 2006. Per i presunti pedofili il pm Marco Mansi aveva chiesto 12 anni di carcere a testa.
 GLI INSULTI IN AULA -Quando il presidente Mario Frigenti ha letto il dispositivo, intorno alle 18, i 38 genitori dei piccoli, sconvolti, hanno replicato all'assoluzione con pianti e urla. Una mamma è svenuta, un papà ha dato un pugno alla porta, altri hanno insultato i giudici: «Tribunale di m...». «Questa sentenza legalizza la pedofilia!», ha gridato la presidente dell'Agerif, Arianna Di Biagio. Invece i sostenitori delle maestre, riuniti nell'associazione «Ragione e giustizia», hanno festeggiato: «Una sentenza dettata dal buon senso». Luciano Giugno, marito della Pucci: «Una cosa così nella vita non ce la saremmo mai aspettata». Gli imputati, assenti, sono stati avvertiti per telefono dai familiari e dai difensori. «Finalmente!», ha detto la Magalotti al fratello Peppe scoppiando a piangere. Per evitare incidenti, gli avvocati sono stati scortati fino alle auto dai carabinieri.
 IL RICORSO IN APPELLO - Gli avvocati Franco Coppi e Giosuè Bruno Naso, che hanno difeso tre imputati, hanno definito «sconcertante» la reazione dei genitori: «L'assoluzione con la formula 'il fatto non sussiste' significa che i bambini non hanno subito abusi, quindi i familiari dovrebbero essere contenti». «È assurdo che ci siano voluti sei anni per accertare l'innocenza degli imputati - ha commentato l'avvocato Ippolita Naso - La stessa pronuncia sarebbe potuta arrivare al termine dell'udienza preliminare. Si sarebbe evitato di sprecare energie, tempo e denaro». Sul fronte opposto, i legali di parte civile sono già pronti ad affiancare la procura, che ricorrerà in appello. «Siamo molto amareggiati», ha ammesso l'avvocato Pietro Nicotera. «Un punto fermo - hanno aggiunto i colleghi Antonio Cardamone e Luca Milani - è stato l'incidente probatorio, che aveva riconosciuto la sussistenza degli abusi. Ma il tribunale evidentemente non ha condiviso questa impostazione».
 LA CUCINA ROSSA - Il processo è durato quasi due anni e si è avvalso delle deposizioni di 400 testimoni. Eppure la vicenda degli «orchi» di Rignano è ancora aperta. Poche settimane fa la procura di Tivoli ha chiuso la seconda tranche dell'inchiesta, che ruota attorno alla slovena Jasna Deticek, accusata di sottrazione di minore, sequestro di persona e violenza privata. La slovena viveva in una villa nella frazione di Montelarco, a una decina di chilometri dal paese: una perquisizione ha rivelato l'esistenza della cucina rossa ricordata da alcuni piccoli e invano cercata anni fa nelle case delle maestre. Otto bimbi l'hanno riconosciuta. E, sul presupposto che la Deticek abbia fatto parte di un gruppo, durante la requisitoria il pm Mansi ha chiesto di verificare la posizione di altre due maestre (Carla Magalotti e Luciana Salvi), di un testimone (Aleandro Pitotti, vicino di casa di Scancarello) e del benzinaio cingalese Kelum De Silva Weramuni, «l'uomo nero» nel racconto dei bambini, la cui posizione però è già stata archiviata al termine dell'inchiesta principale.

2 commenti:

  1. Che ti aspetti da un popolo che insorge perchè i polli di allevamento hanno troppo poco spazio e se ne strabatte degli esseri umani che si suicidano perchè vivono in sei in una cella fatta per due? E l'80% dei 'polli' umani sono in attesa di giudizio ...

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