CI sono delle persone che solo come parlano ti sono d'aiuto per capire da che parte stare : l'opposta alla loro. Tra queste sicuramente il vicepresidente del CSM Vietti e il Dr. Sabelli, presidente del sindacato dei magistrati, l'ANM.
Se però si parla della responsabilità civile dei magistrati, allora non c'era alcun bisogno di un aiutino "da casa", che le idee in materia ce le abbiamo belle chiare : così com'è la normativa è una barzelletta, tradisce e truffa, come bene ha detto Roberto Giachetti che ha voluto palesare il suo voto favorevole all'emendamento Pini in contrasto con l'ordine di scuderia del partito, la volontà referendaria espressa già nel 1987 e che verrebbe confermata tranquillamente se la gente potesse tornare ad esprimersi, che su questo tema non sarebbero maggioranza i grillini epigoni dei girotondisti e dei forcaioli di Di Pietro, e nemmeno Travaglio e la sua scialuppa del Fatto ribalterebbero questa realtà.
Non perché gli italiani siano prevalentemente garantisti, purtroppo non lo sono, ma perché i privilegi gli stanno sulle palle, la letteratura degli errori giudiziari, dei giorni, mesi ed anni di carcere trascorsi ingiustamente da gente innocente ormai fitta, e comunque non esiste NESSUNA altra professione - anche i sacerdoti non godono di immunità nel diritto canonico ed ecclesiastico - al mondo dove chi sbaglia con negligenza grave non sia tenuro a risarcire il danno fatto. NESSUNA.
E i magistrati sono i primi a saperlo, che non hanno la mano leggera con ingegneri e medici, per citare due delle categorie più bersagliate ( cari colleghi, i prossimi saremo noi...), comminando pene severe per delitti colposi e risarcimenti anche milionari.
LORO NO, loro devono restare immuni da questa responsabilità. E' qualcosa di inverosimile, di inaccettabile, tanto che nemmeno la disciplina di partito è bastata per impedire a decine di deputati democratici di votare a favore di un inasprimento delle norme esistenti.
Renzi, che sul resto merita ancora il beneficio del dubbio ma sulla Giustizia dà veramente il voltastomaco, tanto da far pensare a chissà quali scheletri nell'armadio personale debba avere per mostrare tanto favore alla casta togata, ha rassicurato i magistrati : "tranquilli che al Senato si rimette tutto a posto".
Il Presidente della Repubblica invece non si è accodato al coro delle geremiadi per l' "attentato" all'indipendenza della magistratura, parlando giustamente di "fare attenzione ai privilegi".
Perché co' sta storia dell'indipendenza questa gente si è assicurata da sempre l'impunità !
L'emendamento Pini sarà imperfetto come dicono, e quindi sarà bene correggerlo, ma la direzione è quella giusta : far sì che la responsabilità civile dei giudici sia una cosa seria, senza persecuzioni (figuriamoci ! anche volendo...quando mai ?!) ma nemmeno finzioni urticanti e vergognose come la disciplina in vigore. E anche qui, Sabelli & Co, dovrebbero spiegare come mai solo in Italia esistono mura così alte a proteggerli. La solita "peculiarità" della società italiana ??
Ai lettori del CAmerlengo offro due interventi che ho apprezzato molto, anche per toni ed equilibrio :
il video dell'intervento di Roberto Giachetti alla Camera, in cui annuncia a viso aperto il suo voto, e il comunicato della Giunta dell'Unione Camere Penali.
Come certe inquietudini che periodicamente ci assillano, il famoso o famigerato emendamento Pini è ritornato sulla scena, venendo approvato contro il parere del Governo in carica: oggi quello presieduto da Renzi, mentre due anni fa era quello presieduto da Monti. Come allora ci lascia perplessi il ricorso alla citazione diretta e non ci piace che si voglia vincolare il giudice all'osservanza, oltre che della legge, anche della giurisprudenza, sia pure quella europea. Ma, al di là del dato tecnico, che pure conta, la notizia è che esiste dentro il Parlamento una maggioranza che si rende conto di come sia necessaria ed ineludibile una legge che renda i magistrati davvero (e non per finta come adesso) responsabili dei propri errori: così come accade nei paesi democratici e per ogni altro comune mortale. Il dato politico che emerge dalla notizia dell'ennesima approvazione dell'emendamento Pini è che il Parlamento, comprese forze che appoggiano il Governo, avverte chiaramente questa necessità di riforma, ma solo dietro il voto segreto riesce a ribellarsi al veto "a prescindere" della magistratura associata: il quale trova conferma nelle reazioni di chi oggi si straccia le vesti come se i cosacchi a cavallo avessero invaso il Parlamento. Siamo tutti buoni e bravi a dire che un tema delicato come quello della responsabilità dei giudici non si affronta con ritocchi parziali e proditori, ma se poi non si fanno seguire alle parole i fatti - mettendo mano ad una riforma organica, per rimuovere il filtro di ammissibilità, che oggi è una diga insuperabile per ogni sacrosanta azione risarcitoria, e per allargare i casi tassativi di responsabilità, ricomprendendovi anche le più evidenti storture interpretative fondate sull'ignoranza della legge - non ci si lamenti se i deputati ciclicamente cercheranno di fare - male e nel segreto dell'urna - il dovere di legislatori che rispondono alla propria coscienza e non ai privilegi di categoria.
Roberto Giachetti è un galantuomo, e non credo sia casuale la sua formazione e militanza nei radicali
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