In questa vicenda c'è una vittima sicura, il morto, una probabile, il quasi altrettanto giovane (22 anni) carabiniere, e molti colpevoli.
Leggendo diversi articoli e soprattuto molti (troppi) commenti, ho voluto rivolgermi ad un amico di Napoli, collega che stimo per intelligenza e profondità, e di cui conosco l'amore infinito per la sua città.
Nato, cresciuto e tuttora residente nei quartieri spagnoli, al suo esordio come cassazionista ebbe un momento di commozione, pensando come, più spesso, in quelle somme aule di piazza Cavour, quelli del suo quartiere ci sono entrati e ci entrano da imputati.
Lui no, lui è riuscito a fare una strada diversa, ed lì per difenderli, nel rispetto della legge.
Questo il suo contributo.
allora Stefano, andando per ordine,
ricordo a me stesso che (vado a memoria) già 7-8 anni fa un poliziotto sparò ad
un ragazzo uccidendolo sempre per lo stesso motivo e dalle stesse parti.
premesso che alle due e mezzo del
mattino, un ragazzo di 16 anni forse dovrebbe essere a casa, in questa storia,
bisognerebbe eliminare il più possibile la disinformazione ( ad esempio,
Gramellini parlava del carabiniere come di un 22enne mandato allo sbaraglio,
altri giornali parlavano di un 32enne e quindi di un elemento completamente
diverso). Dato che è Napoli, si calca la mano. I titoli
"giustificazionisti" con le parole, pregiudicato o latitante hanno il
loro demerito. Insomma, 'sti 3 ragazzini stupidi, che non dovevano essere in
giro alle 2 e mezzo del mattino, si mettono a girovagare con un motociclo senza
assicurazione e senza casco. Se i carabinieri li avessero fermati, scattava il
sequestro del mezzo e centinaia di euro di multa (e probabilmente, pure un po'
di schiaffoni e pugni). Ci provano, cercano di scappare, una bravata come tante
o solo più stupida. I carabinieri li inseguono finchè non cadono (o finchè non
li speronano come dicono i sopravvissuti a cui credo). Uno dei due,
nell'eccitazione del momento, spara senza motivo un colpo fatale. Quando si
parla di colpo accidentale, io diffido sempre. E' un po' come la famosa
"caduta dalle scale" che giustifica i peggiori pestaggi.
Subito dopo, è nata l'urgenza di
trovare un qualcosa che giustificasse il più possibile l'operato del
carabiniere (per esempio, sarebbe da capire se è vero che il morto è stato
ammanettato). Tirando le somme, io vedo un eccesso di "rambismo" da
parte dei carabinieri (tornando al fatto del latitante o del pregiudicato, loro
non lo possono sapere nel momento in cui partono all'inseguimento) .
Poi certo, ci sono i fattori
ambientali, c'è un territorio dove si sopravvive, c'è una incultura diffusa e
dove la "legalità" che tanto si decanta, finisce per mostrare
unicamente il volto della repressione. Napoli è una città abbandonata a sè
stessa. Una volta, uscendo dall'autostrada a Via Marina dopo mezzanotte,
percorremmo i 4-5 km di strada necessari per arrivare al centro, senza
incontrare un solo poliziotto o carabiniere. Questa assenza delle forze
dell'ordine, finisce per incentivare la delinquenza di strada. Se il posto di
blocco fosse una costante e non un fatto occasionale, magari le cose a livello
di sicurezza potrebbero migliorare.
mi è sparito il commento precedente, riprovo.
RispondiEliminale mie erano riflessioni sparse a cui hai voluto dare dignità di stampa. Credo semplicemente che ci debba essere la massima libertà di parlare di Napoli, ma credo che chi lo fa, dovrebbe avere la mente sgombra da pregiudizi. Non ci riesce quasi nessuno...