In realtà, fin dall'inizio era assai sospetta la precisazione fatta da Marino al momento delle dimissioni : ho tempo 20 giorni per ripensarci.
Nel corso del tempo, il sospetto è diventato certezza : l'uomo vuole la "bella morte", con grandi fuochi e clamore, magari convinto che qualche migliaio di romani - in una città di tre milioni - che lo applaudono e lo esortano a "resistere", rappresentino veramente il popolo di Roma che sta con lui...
Renzi pare abbia già chiamato Orfini ed esplicitamente ordinato di portargli la testa del sindaco in poco tempo, che se ne è perso fin troppo. Il Presidente del Pd, inviato come commissario a Roma, avrà le sue belle gatte da pelare perché deve ottenere l'obbedienza di TUTTI i membri piddini del consiglio e qualche sorpresa, in simili casi, può sempre scappare fuori (la poltrona viene sempre abbandonata con dolore). Oltretutto non basterebbero neppure, perché bisogna arrivare a 25...
Altrimenti c'è la strada della sfiducia, con quelli del PD costretti a quel punto a votare contro il sindaco che a suo tempo hanno eletto unitamente a quelli dell'opposizione.
Un passaggio non salubre...
Ovvio che a questo punto tutti gli anti renziani sorridano compiaciuti per tutte le grane che questo bizzarro personaggio, Ignazio, sta procurando al potente premier.
Lo spettacolo giunge quindi al suo momento clou, e il finale, ancorché appaia indirizzato in un certo senso, potrebbe rivelare sorprese.
Marino ritira le
dimissioni e resta solo:
25 consiglieri pronti a lasciare (e a farlo decadere)
Il sindaco ci
ripensa: «Pronto a un confronto con la maggioranza». Dodici membri della giunta
danno l’addio. Contro di lui 19 membri del Pd, più sei dell’opposizione
LE DIMISSIONI IN
GIUNTA
Il ritiro della
dimissioni ha accentuato la spaccatura tra il sindaco e il Pd che in questi
giorni gli aveva chiesto di lasciare. E gli effetti sono visti immediatamente.
La giunta ha subito perso 7 dei suoi 12 componenti: si sono già dimessi
l’assessore ai Lavori pubblici e coordinatore per il Giubileo, Maurizio Pucci,
l’assessore alla Cultura, Giovanna Marinelli e l’assessore al Turismo Luigina
di Liegro oltre ad Alfonso Sabella (Legalità) che le aveva annunciate dopo il
vicesindaco Marco Causi e gli assessori Stefano Esposito e Marco Rossi Doria.
COSA SUCCEDE ORA
Per staccare la
spina al governo servono le dimissioni contestuali di 25 consiglieri comunali.
Nelle fila del Pd ce ne sono 19. Secondo quanto si apprende a loro si unirebbero
quattro dell’opposizione e due della maggioranza. In particolare Daniele
Parrucci di Centro democratico e Svetlana Celli della Lista civica Marino,
entrambi in maggioranza. Per l’opposizione a dimettersi potrebbero essere Alfio
Marchini e Alessandro Onorato della Lista Marchini, Mino Dinoi del gruppo misto
e Roberto Cantiani del Pdl. Le dimissioni contestuali dei consiglieri saranno
presentate in serata o al massimo domani.
RENZI: CHIUDIAMOLA QUI
Ieri, da Cuba, Renzi, ha risposto sorridendo a chi gli
chiedeva se avrebbe incontrato il sindaco della capitale: «Incontrare chi?
Orfini?». E poi: «Della questione si occupa Orfini, che ha il mio totale
sostegno». Sulle voci di un possibile, nuovo accordo per confermare Marino fino
alla fine del Giubileo, il premier non ha detto nulla. Ma il senso della sue
parole pubbliche era inequivocabile: il caso è definitivamente chiuso, Marino
deve lasciare, non ho alcuna intenzione di incontrarlo.
CHIESTA L’ARCHIVIAZIONE NELL’INCHIESTA ONLUS
Intanto, la procura di Roma ha chiesto l’archiviazione
dell’inchiesta che chiamava in causa Ignazio Marino a proposito di presunte
irregolarità nei pagamenti a collaboratori fatti dalla Onlus Imagine,
organizzazione no profit costituita dal sindaco di Roma nel 2005 per destinare
aiuti sanitari ad Honduras e Congo.
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