martedì 28 giugno 2016

PARLA IL VINCITORE : "LA STORIA DARA' RAGIONE AL POPOLO BRITANNICO"



Ho letto con attenzione la lettera aperta agli inglesi - e in fondo a noi europei - di Boris Johnson e devo dire che mi è piaciuta.
L'uomo viene descritto, e sicuramente lo è, ambizioso e pronto a tutto pur di raggiungere i risultati che si prefigge, compreso tradire, e Cameron è tra le vittime illustri di questa predisposizione.
Per quanto io mi ritenga un realista, con molte poche illusioni, specie in campo etico,  sulla probità dei politici, il tradimento è roba che tendenzialmente mi ripugna. E' più forte di me. Il primo profondo sussulto anti renziano lo ebbi all'epoca della pugnalata a Enrico Letta (e certo io non sono mai stato un ammiratore di errichetto).
Lasciando però da parte le simpatie umane, e rimanendo alle idee, quelle spiegate dall'ex sindaco di Londra, oggi aspirante Premier britannico (ma i "cameroniani" si faranno uccidere piuttosto...), non mi suonano strampalate. Quanti di noi non apprezzano la burocrazia europea, i regolamenti UE che prevalgono sulle legislazioni nazionali, senza che nessun cittadino abbia mai conferito un mandato diretto a chi quelle norme promuove ?
Il vulnus fondamentale dell' Unione è di comandare senza nemmeno l'apparenza, la finzione di un consenso popolare. Vogliamo gli Stati Uniti d'Europa, ma gli americani eleggono il Presidente e il Parlamento, che ha poteri effettivi e non meramente rappresentativi come a Strasburgo . Sono discorsi noti. Abbiamo il vincolo di una moneta unica, di una banca centrale non di ultima istanza, non essendoci un debito federale, una unione politica-fiscale. E' stato messo il carro davanti ai buoi nella presunzione che questi alla fine si sarebbero sistemati dove si voleva.
Non sta andando così. Però, per scongiurare le conseguenze di un malcontento sempre più diffuso, invece di trovare soluzioni positive (anche magari ridimensionanti il chimerico progetto unitario, accontentandosi di una più realistica confederazione di stati) , per tenere tutti insieme ogni volta si paventano scenari da fine del mondo. Se si esce, si muore. Sarà poi vero ? Gli inglesi adesso lo hanno fatto, e a Wimbledon si sono azzardati a iniziare il torneo più importante del mondo..., magari l'isola sprofonderà nell'oceano dopo la finale...
Battute a parte, io 100 pounds sulla scommessa di Johnson ce li punto : alla fine la storia non darà torto agli inglesi della Brexit.

P.S.
Ieri accennavo alla falsità della retorica strappalacrime del futuro rubato ai giovani... Forse a quelli europei che vedono (vedevano ?) Londra come la città dei loro sogni.  Resta che quel favoloso 65% di giovani under 24 che hanno votato Remain non sono particolarmente rappresentativi della gioventù britannica, per il semplice motivo che il 70% degli aventi diritto in quella fascia di età sono rimasti a casa, senza votare !  Tradotto, UN solo giovane su dieci si è espresso esplicitamente per "difendere" il suo futuro europeo. Magari gli altri, pigri, oggi rimpiangono la loro ignavia, e se potessero voterebbero per colmare il gap che ha dato la vittoria a chi voleva uscire. Però, allo stato, smettiamola di dire cose false.
P.S. 2
Ma perché Renzi non assume il ghost writer di Johnson ?


Il Corriere della Sera - Digital Edition

I dubbi di Boris Johnson: «Prospereremo fuori dall’Ue Ma siamo parte dell’Europa»

di Boris Johnson

 Risultati immagini per boris johnson oggi

Questo referendum sull’Ue è stato il più straordinario evento politico della nostra vita. Mai nella nostra storia è stato chiesto a tante persone di decidere su una questione di questa portata riguardo al futuro della nazione.

È stata una campagna estenuante, in cui abbiamo visto dividersi famiglie, amici e colleghi — a volte in maniera amichevole, a volte, purtroppo, meno. Il risultato è chiaro. Più di 17 milioni di persone hanno votato per lasciare l’Ue — più di quanti abbiano mai assentito su qualsiasi scelta della nostra storia democratica. Alcuni ora gettano dubbi sulle loro motivazioni, o sul fatto che comprendessero quel che era in gioco. Si dice che chi ha votato Leave è stato guidato soprattutto dalle preoccupazioni per l’immigrazione. Non credo sia così.
Dopo aver incontrato migliaia di persone, vi posso dire che la questione principale era il controllo — la sensazione che la democrazia britannica fosse minata dal sistema Ue, e che si debba restituire al popolo quel potere vitale: di cacciare i loro governanti alle elezioni, e di sceglierne di nuovi.

Credo che i milioni di persone che hanno votato Leave siano stati ispirati anche dalla convinzione che la Gran Bretagna è un grande Paese, e che al di fuori dei garbugli burocratici dell’Ue che distruggono i posti di lavoro, possiamo sopravvivere e prosperare come mai è stato. Credo che la loro analisi sia giusta, e che giusta sia la loro scelta.
Eppure, noi che concordiamo con questo verdetto dobbiamo accettare che non è stato poi così schiacciante. Più di 16 milioni volevano restare. Sono i nostri vicini, fratelli e sorelle. In una democrazia le maggioranze possono decidere, ma tutti hanno ugual valore. Dobbiamo fare tutto il possibile per rassicurare chi voleva restare. Credo che questo clima di apprensione sia comprensibile, dopo quel che è stato detto alla gente durante la campagna, basandosi però su un profondo equivoco.

In patria e all’estero, le conseguenze negative vengono esagerate, gli aspetti positivi ignorati. Il mercato azionario è molto al di sopra del livello dello scorso autunno, la sterlina rimane più alta di quanto non fosse nel 2013 e nel 2014. L’economia è in buone mani. Il governatore della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, ha fatto un ottimo lavoro. Grazie alle riforme attuate da David Cameron e George Osborne, i fondamenti dell’economia sono eccezionalmente forti.

Dovremmo essere incredibilmente orgogliosi e ottimisti nei confronti del Regno Unito e dei traguardi che ora può raggiungere, con tutte e quattro le nazioni unite. Abbiamo avuto un referendum in Scozia nel 2014, io non vedo alcun reale desiderio di averne un altro a breve scadenza.

Non insisterò mai abbastanza sul fatto che la Gran Bretagna è parte dell’Europa. Continueremo ad avere una cooperazione sempre più intensa. I cittadini dell’Ue che vivono in questo Paese vedranno i loro diritti pienamente tutelati, e lo stesso vale per i cittadini britannici che vivono nell’Ue.
L’unico cambiamento — e non avverrà da un giorno all’altro — è che il Regno Unito si districherà dal sistema legislativo straordinario e opaco dell’Ue.
Questo porterà al Paese grandi opportunità — approvare leggi e decidere sulle tasse in funzione delle esigenze del Regno Unito. Sì, il governo sarà in grado di riprendere il controllo democratico della politica sull’immigrazione, con un sistema a punti equilibrato e umano che soddisfi le esigenze del commercio e dell’industria. Sì, ci sarà una notevole quantità di denaro che non dovremo più inviare a Bruxelles, ma che potrebbe essere usato in settori come la sanità. Sì, potremo fare con le economie in crescita del mondo accordi di libero scambio.

La storia confermerà che il popolo britannico ha avuto ragione.

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