lunedì 1 maggio 2017

PERCHE' SONO CONTENTO CHE RENZINO RESTI IL CAUDILLO DEL PD

Risultati immagini per renzi vince le primarie pd

Non sono scontento, da osservatore esterno ma interessato - il PD è, purtroppo, l'unico partito organizzato e consistente nello scenario politico italiano, erede della tradizione dei due grandi partiti storici italiani, PCI e DC - di come sono andate le primarie dei democrats : renzino confermato segretario "a furor di popolo" con il 70% dei voti, battuto nettamente Orlando, con circa il 20%, e arci sconfitto Emiliano, che forse raggiunge il 10, che è pure troppo, ma che probabilmente - personalmente ne sono certo - registra numeri "esterni" al PD, vale a dire di gente che non fa parte dei democratici, che mai voterà il PD (specie targato Renzi) e che voleva dare una mano al guastatore...
Magari qualche mio lettore si stupirà, dopo anni di post fortemente critici nei confronti del caudillo toscano, ma la spiegazione è piuttosto semplice.
Le prossime elezioni politiche si approssimano. Per quanto siano in tanti a non volerle, capo dello Stato in primis, nella primavera 2018, quindi massimo tra un anno, si dovranno fare lo stesso, e dall'autunno saremo in campagna elettorale.  Il mio schieramento di riferimento, il centro destra, è in alto mare, nettamente spaccato al momento tra "sovranisti", così ribattezzati i partiti anti euro e anti Europa, e europeisti a vario livello ( gli entusiasti sono parecchio ridotti da un po', e vorrei vedere, ma molti sono quelli che ritengono comunque l'Europa, la globalizzazione, l'apertura, delle realtà non reversibili, e perciò da - molto - migliorare).
Quindi da una parte la Lega di Salvini e Fratelli d'Italia di Meloni (la donna a me non dispiace, tanto è vero che al primo turno l'avevo votata come sindaco di Roma, ma non ne condivido la strategia di fondo), dall'altra Forza Italia e i vari cespugli popolari e moderati. Non so se la convenienza, data per esempio da una legge  che premi la coalizione più forte nelle urne, spinga alla fine tutti questi soggetti ad un rassemblement elettorale, ma allo stato così non è. E comunque sarebbe il solito cartello pasticciato, destinato, anche in caso di vittoria, a creare un governo incoerente e non munito di una strategia unitaria e coesa ( praticamente tutta la seconda repubblica ha avuto governi così).
Stando così le cose da questo lato, nutro poche speranze che sia il "mio" centrodestra a fermare quella che vivo come la iattura più grande per il mio paese : la vittoria di Grillo e dei suoi.
E quindi ecco il particolare interesse per le vicende di casa PD (al di là della premessa, e cioè che in ogni caso si tratta del più forte partito oggi esistente in Italia) : con ogni probabilità saranno loro il vero argine contro i "barbari" ortotteri.
Allo stato il pericolo esiste ma minore rispetto alla vigenza dell'Italicum e al progetto monocamerale (non disprezzabile in sé ma molto incasinato e imbarbarito), bocciati dalla Consulta il primo e dal referendum popolare il secondo.
Se si facessero oggi, le elezioni sarebbero svolte con sistemi proporzionali, con il premio solo alla Camera e assegnato raggiungendo la chimerica percentuale del 40% dei voti.  Concretamente, nessun partito o lista avrebbe quel premio, e i seggi sarebbero distribuiti proporzionalmente. In questo scenario, l'ipotesi più probabile, ancorché non certa e non unica, sarebbe un'alleanza tra il PD renziano e la parte moderata del centro destra, cioè Forza Italia e, se ce la facessero, il mix dei moderati che hanno governato con i democratici in questa legislatura.
Non una cosa entusiasmante, ma assolutamente preferibile ad un governo non si sa come formato da ortotteri e leghisti.
Ecco, questo male minore, sarebbe stato escluso dalla - improbabile - vittoria di Orlando, che con lodevole chiarezza ha sempre dichiarato che lui un'alleanza con quelli di centro destra, ancorché la parte più moderata, non la farebbe mai, guardando invece ad una unione con le altre forze di sinistra (scissionisti di Articolo 1 , Pisapia e chissà se Sinistra Italiana).  Non parliamo poi di quel guitto istrionico di Emiliano, che addirittura pensava ad alleanze proprio con quelli di Grillo (lui immagina gli ortotteri tutti di sinistra, roba che in tanti hanno spiegato, da Diamanti a Ricolfi per parlare dei più apprezzati per serietà e sobrietà, la "trasversalità" di quel movimento, che pesca in tutti i pozzi e quello di sinistra rappresenta tra il 35/40% del totale dei votanti, mentre tutti gli altri sono di "destra" o semplice protestatari tout court).
Del resto anche leggendo le parole d'ordine dei tre in campo economico, con Renzi che dice esplicitamente NO alla patrimoniale e NO a nuove tasse (poi sarà diverso, ma almeno una buona bugia e che cacchio !) mentre Orlando strizza l'occhio alle solite, vecchie strategie della sinistra (e quindi, un "pochino" di patrimoniale e la solita chimera della redistribuzione, senza prima spiegare come "creare" ciò che poi va redistribuito...) mentre per Emiliano la Patrimoniale è la madre delle soluzioni, si capisce perché io sia  non scontento che sia stato il putto toscano a spuntarla di nuovo.
Il PD di Renzi non è liberale, e del resto è giusto così, però nemmeno socialista (al di là delle parole e della collocazione europea). Renzi , fosse francese, non avrebbe votato Hamon, figuriamoci Malenchon, ma Macron.
Siccome l'Italia non è e non sarà mai un paese liberale - ma del resto l'Europa non lo è - , allora meglio guardare a uomini non troppo spostati di là.
Intendiamoci, alle elezioni io NON voterò PD, con queste leggi elettorali, e però guarderò non con sfavore ad un discreto andamento alle urne di renzino, in funzione anti grillo.
Se poi si dovesse partorire una nuova legge, simil Italicum, corretta quel tanto da far finta di aver prestato ascolto alla Consulta (quindi per esempio portando al 35% la quota per l'assegnazione del  premio di maggioranza), ne riparleremo.
Dilungatomi sul perché registro con favore il successo renziano alla segreteria PD, posto la reazione degli orlandiani nel giorno del post primarie.
Sono irritati per l'enfasi dei vittoriosi renziani, e contestano la falsità dei dati distribuiti dal Nazareno.
Secondo Orlando e i suoi, i votanti non sarebbero due milioni ma 1.600.000, assai di meno rispetto alle precedenti tornate, e Renzi non avrebbe raggiunto il 70%, stando leggermente sotto (68 e qualcosa), con Orlando al 22 ed Emiliano poco sotto al 10.
Ora, io li capisco bene gli Orlandiani : renzino, ma soprattutto i suoi, sono veramente degli arroganti spocchiosi. E ce l'hanno nel DNA figlioli, c'è poco da fare !
Festeggiano e brindano come se :
1) la vittoria non fosse ampiamente prevista
2) non avesse, per una volta, ragione quel pirla di Di Maio che ad Orfini ha detto "sapete vincere solo le primarie". Battuta forte, ma che negli ultimi due anni elettorali, specie il drammatico 2016 ( Torino, Roma, Referendum...che legnate ragazzi !), corrisponde alla realtà 
3) Perdere per strada una milionata di votanti non è roba da poco
Ma al Nazareno targato R va così, si vive la politica come un derby, dove se vinci anche con un gol di mano al 95 minuto sei felice come un ladro (lo sei) ubriaco.
Detto ciò, e quindi che il bon ton non è e non sarà MAI la cifra di Renzi e ancor meno dei suoi pasdaran, la vittoria è comunque netta.
68 o 70% non è che cambia poi tanto, e se è vero, come dicono, che adesso nell'assemblea nazionale i renziani sono "autonomi", vale a dire pesano il 50% da soli, senza Orfini, Martina, Franceschini..., bé al loro interno non è poca roba.
Insomma, Renzi è il padrone del PD, i più riottosi sono ormai fuori, Emiliano è un pupazzone ed Orlando rappresenta un'opposizione seria e non rissosa.
Se è contento, si può capire.



Primarie Pd, il giorno dopo L’irritazione di Orlando per i dati «renziani» (su vittoria e affluenza)

Dallo staff del ministro della Giustizia trapela insoddisfazione per il modo in cui la cordata vincitrice ha gestito la comunicazione dei risultati: i votanti darebbero tra 1,6
e 1,8 milioni. E l’ex premier non avrebbe raggiunto il 70 per cento dei voti

La conferenza stampa di Orlando dopo le primarie pd (LaPresse/Livieri)
 
La conferenza stampa di Orlando dopo le primarie pd (LaPresse/Livieri)
 
Che le primarie del Pd siano state «una grande prova di democrazia» Andrea Orlando lo ha riconosciuto tra i primi e con le stesse parole scandite dai renziani, euforici per la vittoria del leader. Ma il giorno dopo, per il candidato della sinistra, non è stato altrettanto esaltante.
Pur non volendo scatenare polemiche durante la festa del Primo maggio, gli orlandiani lasciano trapelare la loro arrabbiatura per il modo in cui il Nazareno ha gestito il flusso e la comunicazione dei dati delle primarie. Per la mozione che avrebbe voluto il Guardasigilli segretario, l’affluenza sarebbe parecchio al di sotto dei 2 milioni festeggiati con grande clamore dalla maggioranza del partito. Cifre ufficiali non ce ne sono, ma per gli orlandiani gli elettori democratici che si sono recati ai gazebo ondeggiano «tra il milione e 600 mila e il milione e 800 mila».
 

E i 2 milioni, allora? Nello staff del ministro della Giustizia c’è chi pensa sia il frutto di «accordi tra le parti» a livello locale e poi nazionale. Prova ne sarebbe il fatto che la partecipazione è molto calata nelle regioni rosse come Toscana ed Emilia Romagna.
Il nervosismo degli orlandiani è dovuto non solo all’affluenza, da loro ritenuta gonfiata, ma anche ai risultati dei tre concorrenti. Il 70 per cento e più attribuito a Matteo Renzi sarebbe anch’esso il risultato di un «ritocchino al rialzo» e (perché a sentire i parlamentari vicini al Guardasigilli l’ex premier si sarebbe in realtà fermato al 68 per cento), destinato magari a salire di qualcosa. Orlando - che i dati del Pd inchiodano al 19,5 - avrebbe in realtà incassato il 22,2 per cento ed Emiliano il 9,8. Questi i numeri ufficiosi divulgati alle 18 dall’entourage del Guardasigilli.
«Hanno voluto a tutti i costi che Renzi fosse sopra al 70 e per ottenere questo numero - lasciano trapelare dal comitato di corso Rinascimento - hanno tolto qualcosa agli altri candidati». Il problema per Andrea Orlando è superare la soglia psicologica del 20 per cento e su questo nei prossimi giorni sarà battaglia, dopo che qualche tensione con i vertici dem si è avuta anche in queste ore.
Mercoledì si riunirà la commissione nazionale per il congresso e lo scontro, adesso sottotraccia, potrebbe deflagrare nella sede ufficiale.

3 commenti:

  1. CATALDO INTRIERI

    Bella analisi: dovresti essere contento che ormai la pensiamo ( quasi) allo stesso modo.

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  2. CATERINA BELLETTI

    analisi molto lucida, tuttavia Dio ci liberi da un altro governo Renzi , noi in fvg ci stiamo preparando a dare il ben servito ad un governo regionale che nessuno rimpiangerà. Il peggiore in assoluto. Possiamo farcela , Monfalcone docet, come ricordava Bersani mentre Renzi pontificava alla Leopolda , Anna Cisint , donna di carattere e preparata diventava il nuovo sindaco di Monfalcone.

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  3. MAURO ANETRINI

    la tua corrisponde esattamente al mio pensiero. Pazzesco... uguale, uguale (come si dice)

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