Papa in prigione. Tedesco no.
Grande caccia ai votanti perché alla fine a favore di Tedesco sarebbero andati anche i voti del PD che pure si era pronunciato a favore dell'arresto.
Di seguito è riportata la notizia così come appare sul sito del Corriere.it
Qualche considerazione :
1) il carcere NON è, NON è, NON è la dimensione proprio di un imputato. LO è di un CONDANNATO in via DEFINITIVA. Questo è il PRINCIPIO della nostra COSTITUZIONE che vale anche nei giorni dispari (oggi è mercoledì). Quindi non dipende dal fatto che l'imputato sia antipatico o meno, sia del PDL o del PD, gay o etero, VALE SEMPRE.
2) Eccezioni a questa PRINCIPIO ASSOLUTO, tanto da essere tra quelli fondanti la COSTITUZIONE, possono intervenire qualora vi sia il PERICOLO CONCRETO di : a) reiterazione del reato b) inquinamento delle prove c) pericolo di fuga. Ora , chiunque, anche un ragazzetto del liceo, può capire che se si tradisce lo spirito delle regole - quello che fanno ormai continuamente le procure italiane - queste eccezioni diventano la NORMA. O c'è un vaglio SEVERO a tutela delle stesse, o sempre in astratto quantomeno il pericolo che uno se ne vada (pure con una certa ragione...visto l'aria da forca che tira), scappi, c'è SEMPRE . E quindi TUTTI potremmo, se indagati, trascorrere in prigione l'attesa del giudizio. Se abbiamo presente questo, invece di dividerci in curve ultrà dovremmo preoccuparci di chiedere un argine al crescente strapotere giudiziario, che , ripeto, non tocca solo i politici, ma le persone comuni. Qualche nome di recenti clamorosi errori delle procure : Amanda Knox, Alberto Stasi, Bruno Misseri, ma per parlare solo dei casi di cui hanno conoscenza tutti. Andando indietro sfioriamo il CRIMINE, come nel caso di Enzo Tortora.
IL resto, le questioni della Lega e il PDL, che caspita continua a stare in piedi sto governo burla, il PD diventato manettaro per antiberlusconismo e opportunità populista del momento, ve le lascio volentieri.
Cosi la notizia sul Corriere.it :
SENATORE PAPA - PDL |
ROMA - La maggioranza dei deputati ha detto sì all'arresto dell'onorevole del Pdl, Alfonso Papa. Su 612 presenti hanno votato a favore 319 deputati. I voti contrari sono stati invece 293. Non si è dunque realizzato il «salvataggio» che secondo molti sarebbe stato attuato grazie all'adozione del voto a scrutinio segreto, richiesto dal gruppo del Pdl e da quello di Popolo e Territorio (gli ex Responsabili). E nella serata di mercoledì Papa si è avviato al carcere per costituirsi.
LA LINEA DELLA LEGA - Determinante la scelta della Lega: dopo il tira-e-molla dei giorni scorsi, con posizioni diversificate e a volte contrastanti annunciate di volta in volta dallo stesso Umberto Bossi, il Carroccio si è espresso formalmente per il sì all'arresto, lasciando comunque libertà di coscienza ai propri parlamentari. Già la giunta per le autorizzazioni di Montecitorio, nei giorni scorsi, aveva espresso parere favorevole al provvedimento restrittivo chiesto dalla Procura di Napoli nei confronti del parlamentare pidiellino, indagato nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta P4. In aula, al momento della votazione, era presente anche Silvio Berlusconi che poco prima, in un vertice a Palazzo Grazioli con il segretario del partito Angelino Alfano e i coordinatori regionali del Pdl aveva parlato della necessità di fermare «il rischio di una escalation di arresti» perché «perchè di questo passo si rischia di minare i numeri della maggioranza e di tornare al clima del '92».
Il premier Berlusconi, insieme ad alcuni ministri si è riunito nella sala del governo, probabilmente per fare il punto della situazione e decidere quali contromosse adottare. Oltretutto resta il nodo politico del rapporto con la Lega, il principale alleato: in aula era presente il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che ha ostentatamente votato a favore (utilizzando l'indice della mano sinistra, il «segnale» convenuto anche dalle opposizioni per dribblare le accuse di doppio gioco, che rende palese la pressione sul pulsante del sì) e che al termine della seduta si è limitato a dire: «Noi siamo coerenti». Anche il capogruppo Marco Reguzzoni ha fatto outing mostrando ai cronisti una foto scattata con il suo telefonino in cui si vede chiaramente il suo voto a favore dell'arresto. Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl, decisamente contrariato, ha invece parlato di «voto liberticida».
SENATORE TEDESCO |
TEDESCO «SALVATO» - La votazione è stata preceduta da una giornata di lavori parlamentari particolarmente tesa, culminata nel doppio voto pomeridiano sulle autorizzazioni all'arresto. Oltre al caso Papa era infatti in discussione al Senato anche una richiesta analoga per Alberto Tedesco, senatore del Pd passato al gruppo Misto, indagato dalla Procura di Bari per la sanità pugliese. Ma in questo caso l'Aula si è espressa per il no, nonostante lo stesso esponente democratico poco prima dell'inizio della seduta avesse chiesto ai colleghi di Palazzo Madama di votare sì al suo arresto. Anche al Senato il voto è avvenuto a scrutinio segreto: i no sono stati 151, a fronte di 127 sì e 11 astenuti. E' però giallo sulla paternità dei voti: il Pd dice di essersi espresso per il sì e che sono stati in realtà molti senatori leghisti, con il voto segreto, a graziare tedesco per poi scaricare l'accusa di incoerenza sul centrosinistra. Accusa quest'ultima respinta al mittente dal Carroccio. Toscano, dopo il voto, ha annunciato che non rassegnerà le proprie dimissioni, come paventato da più parti: «Lasciando il mio incarico - ha puntualizzato - avrei dato ragione alle tesi dei pm che dicono che la mia posizione è potenzialmente criminogena». Ha tuttavia chiesto un «processo rapido» e annunciato la propria intenzione di rinunciare alla prescrizione affinché l'iter di giudizio non si interrompa.
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