Parlo naturalmente del testo integrale della lettera inviata il 5 agosto da Trichet e Draghi al governo italiano pubblicata ieri dal Corriere della Sera.
Bene oggi su Repubblica.it non c'è una RIGA sulla questione.
Eppure, a suo tempo, pagine e pagine furono scritte da TUTTI sul commissariamento italiano, e da più parti all'opposizione si chiedeva di rendere nota la lettera per leggere esattamente il contenuto.Ora, silenzio. Di Repubblica ma anche di PD, l'opposizione in genere (Vendola a suo tempo rimproverava Bersani che Draghi fosse più a sinistra di lui...chissà se ci ha ripensato oggi leggendo la ricetta dell'ancora presidente della Banca d'Italia). La Camusso sfidò Sacconi di dimostrare che l'intervento sul lavoro (in particolare la possibilità di un correttivo al famoso articolo 18 dello statuto dei lavoratori) fosse veramente stato suggerito dalla Banca Europea...
C'è una regola che sanno tutti gli avvocati, penalisti specialmente: NON fare domande di cui non conosci già la risposta!
Il boomerang è sempre dietro l'angolo...e infatti...
Se Repubblica, forse un po' per stizza, ma molto anche per lo stesso imbarazzo che investe tutta l'opposizione, non dà alcun risalto alla notizia, evidentemente così non fa il Corriere che gli dedica un magistrale editoriale di Antonio Polito e un'intera pagina all'interno.
Prima di dare spazio all'articolo di Polito, rilevo come questa lettera non è un unicum...prima di noi era toccato a Grecia, Irlanda, Portogallo e insieme alla nostra anche alla Spagna. Quindi i limiti di sovranità sono diffusi, non che mal comune sia mezzo gaudio ovviamente, ma insomma bisogna essere coerenti : se si sta in Europa e si firmano trattati di stabilità economica finanziaria, poi ovvio che se sgarriamo qualcuno verrà a lamentarsi e, se ha potere, a imporci correzioni. Ultimissimo...gli stipendi pubblici, addirittura la possibilità di ridurli c'è scritto nella missiva. Non oso immaginare...Però occhio che negli altri paesi destinatari E' STATO FATTO. In Irlanda leggo il 14%, il Portogallo il 10%, in Spagna il 5% in Grecia devono proprio LICENZIARE.
Può anche darsi che il mondo di Trichet e Draghi, e quindi dell'attuale politica economica europea, NON sia l'unico possibile. Che esista un altro modo, ma che da PD e IDV non è proprio dato sapere. Almeno Vendola e Camusso sono netti : si torna allo statalismo, più o meno edulcorato. Ma Bersani e DI Pietro sanno che dichiarare questo sarebbe veramente un regalo troppo grande al centro destra. E tacciono.
Anzi no, una cosa la dicono. Sempre quella : Berlusconi si deve dimettere.....che disco rotto!!!
Buona Lettura (mie al solito le sottolineature e il rilievo).
Sarà pur vero che la Bce di lettere così ne scrive tante, ma leggere sul Corriere quella a noi indirizzata brucia come uno schiaffo in faccia. Non solo per il tono ultimativo («Le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese per decreto-legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di settembre»). Ma anche per il dettaglio della prescrizione. È molto raro vedere due banchieri centrali, sacerdoti del bene supremo della moneta e proprio per questo cariche non elettive e non politiche, dettare un vero e proprio programma legislativo al governo eletto di uno Stato sovrano. E subito dopo fare un'altra cosa molto irrituale: regalarci un po' di tempo comprando i nostri debiti.
La lettera è dunque un documento per molti versi storico, perché segna il punto più grave di una doppia anomalia: quella di un'Europa intergovernativa rimasta senza governo, che finisce per delegare alla Banca centrale compiti che sarebbero della politica, e quella di un'Italia ormai senza governo, che deve farsi imporre dall'esterno ciò che avrebbe dovuto fare da sé e per tempo.
La lettera è dunque un documento per molti versi storico, perché segna il punto più grave di una doppia anomalia: quella di un'Europa intergovernativa rimasta senza governo, che finisce per delegare alla Banca centrale compiti che sarebbero della politica, e quella di un'Italia ormai senza governo, che deve farsi imporre dall'esterno ciò che avrebbe dovuto fare da sé e per tempo.
L'esecutivo in carica ha due colpe. La prima è di aver tentato furbescamente di rinviare il pareggio di bilancio a dopo le elezioni, nel 2014, un tempo che i mercati hanno giudicato le calende greche e che li ha spinti a trattarci come i greci. Ma la seconda colpa, forse peggiore, è di aver fatto credere negli anni agli italiani che la sua azione aveva reso inutili tutte le prediche «mercatiste» e le riforme «liberiste». Perché avevamo ormai il sistema pensionistico più in equilibrio, il mercato del lavoro più flessibile, e i conti pubblici più virtuosi del continente.
Viene quasi da sperare che sia stata Roma, sull'orlo del baratro, a richiedere la lettera per disarmare l'opposizione in Parlamento e nel governo. Di certo, così è stata usata. Tremonti l'ha subìta a tal punto come un'esautorazione da dire, senza smentite, che Draghi è un «agente tedesco»; e che Grilli va dunque fatto Governatore non solo perché è di Milano, per la gioia di Bossi, ma anche perché avrebbe la forza di «fronteggiare gli euroburocrati», cioè la Bce.
Ma la pubblicazione della lettera sconfessa anche l'opposizione di sinistra, che pure ha inneggiato a Draghi. Ha ora davanti a sé un programma che per lei sarebbe anatema, con la Cgil in piazza e Vendola nel governo. Non solo il ministro Sacconi diceva il vero, quando giurava che le norme sul mercato del lavoro nella lettera della Bce c'erano eccome. Ma ve lo immaginate un governo Bersani che debba «ridurre lo stipendio ai dipendenti pubblici», «privatizzare su larga scala la fornitura di servizi locali», «rendere più rigorosi i criteri per le pensioni di anzianità», e «introdurre l'uso sistematico di indicatori di performance nel pubblico impiego, soprattutto nei sistemi giudiziario, sanitario e dell'istruzione», cioè nelle casematte della sinistra?
La politica italiana ha fatto un uso sbagliato e meschino di quella lettera. Dando la colpa all'Europa sono arrivate le tasse, ma non le riforme chieste dall'Europa. Ci siamo fatti commissariare senza nemmeno goderne i benefici. Il divario con i Bund tedeschi è pressappoco dov'era il giorno della lettera, e le previsioni di crescita sono oggi anche peggiori. Lo storico Carlo Cipolla avrebbe chiosato che recare danno agli altri (l'Europa) senza produrre vantaggi per sé (l'Italia) configura la terza e aurea legge della stupidità umana.
Ovviamente l'Italia non è commissariata, è però finalmente venuto alla luce un errore genetico nella costruzione dell'UE: aver partorito una moneta unica senza avere una politica ed un vero esecutivo comune. E' chiaro che, impropriamente, la BCE tenta di supplire a quasto (gravissimo) errore.
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