venerdì 27 gennaio 2012

UNA GIORNATA DELLA MEMORIA. PERCHE'?

 
IL 27 gennaio è stato eletto La GIORNATA DELLE MEMORIA.
In questo giorno furono liberati gli ebrei detenuti ad Auschwitz, che dei vari, orribili campi di sterminio, è quello tristemente più celebre.
In fondo al mio post, pubblico il pensiero di un amico di FB, Nicola Mente, giornalista e blogger (IL LUPOMARZIANO il suo Blog) .
A me è piaciuto, molto, anche se non condivido tutto.
Anche io mi sono domandato perché la SHOA abbia, in Europa e negli USA, questo rilievo assoluto 
D'accordo, sicuramente c'entrano le comunità ebraiche presenti in Occidente e che hanno la loro influenza importante.
Ma non penso sia solo questo.
Nella Storia dell'Umanità sono tanti purtroppo gli eccidi, le popolazioni sterminate per motivi di conquista, di etnia. Perché la SHOA merita un giorno celebrativo, di commemorazione affinché si ricordi e si perpetui la promessa che "non accada mai più"?
Perché sono morti sei milioni di innocenti? E' una questione di numero?
Non lo penso. Non ho questa contabilità ma alcune popolazioni sono addirittura state spazzate via, estinte.
La risposta che mi sono dato vale per me.
A me quello che mi sembra incredibile è che una cosa del genere sia successo nell'EUROPA MODERNA. Che questa follia criminale sia nata nella Germania, un paese che vantava scienziati, filosofi, artisti tra i più grandi della storia dell'Umanità. E che abbia avuto la complicità di una intera nazione!
La stragrande maggioranza dei tedeschi condivisero le leggi razziali, la persecuzione degli ebrei (ancorché non a conoscenza della "soluzione finale": il loro sterminio). Milioni di persone si lasciarono convincere che ALTRI esseri umani erano il MALE.
Sconvolgente.Ma la cosa non si ferma qui....C'è la vigliaccheria degli altri paesi (il nostro addirittura tra quelli COMPLICI ) che assistettero a questa cosa senza intervenire. E' il RIMORSO europeo (quello da cui, secondo molti, deriverebbe l'indulgenza verso lo stato di Israele).
Ecco, questo senso di rimorso, di vergogna, che una cosa del genere sia NATA , si sia PERPETRATA e sia STATA in qualche modo TOLLERATA ("subita" forse è più giusto ma non cambia poi molto) qui da noi, nella civilissima, moderna Europa, credo abbia generato l'elezione di un GIORNO DELLA MEMORIA.
"Perché non accada mai più"
, diciamo, pensando magari "almeno non più qui da noi ...".
Come anticipato, riporto qui la riflessione di Nicola. Ripeto, pur non sottoscrivendola, a me è piaciuta. Personalmente , più che leggerla, l'ho "ascoltata"....
Suggerisco di fare altrettanto.


Mi piacerebbe una Giornata della Memoria in cui nessuno sia più costretto ad ascoltare sempre le stesse storie, e a guardare sempre le stesse immagini. Mi piacerebbe una Giornata della Memoria che non rimanga imprigionata nel passato, mi piacerebbe una Giornata della Memoria che esca dalla storia personale, quella che strappa le lacrime e i singhiozzi. Mi piacerebbe una Giornata della Memoria un po’ meno imbellettata, senza medaglie, divise e squilli di trombe. Mi piacerebbe una Giornata della Memoria che non sia soltanto una lugubre kermesse artistica, con sottofondo di violini. Mi piacerebbe una Giornata della Memoria che non rifugga in citazioni.
Mi piacerebbe una Giornata della Memoria che consideri Auschwitz, Mauthausen e Dachau come semplice scenografia del male, e non come origini di tutti i mali, né come santuari di purificazione. Mi piacerebbe una Giornata della Memoria che parli un po’ meno di negazionismo e un po’ di più dell’uomo, che esso sia ebreo, cristiano, musulmano, armeno, congolese o tibetano. Mi piacerebbe una Giornata della Memoria che parli con meno poesia, e con più schiettezza.  Mi piacerebbe una Giornata della Memoria che non rimanga soffocata in una fetta di Storia.
Mi piacerebbe una Giornata della Memoria destinata a scomparire, nel momento in cui non si abbia più bisogno del nodo al fazzoletto. Mi piacerebbe una Giornata della Memoria che scenda dal piedistallo e che deponga i timbri austeri, mi piacerebbe una Giornata della Memoria che non si imponga più  con quell’aria da Giudizio Universale, come per dire: «Guardate chi sono i carnefici, e ricordiamo chi sono le vittime». Così, come se fosse sempre tanto facile riconoscerlo.

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