martedì 21 febbraio 2012

FARO ACCESO SUI NOSTRI MARO'. RISCHIANO LA VITA.

 
Come scrivevo ieri, la situazione dei due marò italiani ora arrestati in India con l'accusa di omicidio mi preoccupa alquanto. E le notizie che si succedono non tranquillizzano affatto, con manifestazioni di scalmanati che chiedono la consegna dei due soldati per un bel linciaggio.
Ovvio che una cosa simile non accadrà mai, però questo è il clima.
Leggo con piacere che l'Italia ha mobilitato sul posto e a Nuova Delhi tutta la sua diplomazia, che davanti al giudice investito della vicenda sono comparsi sia il Console Generale  a Mumbai che l'addetto militare dell'Ambasciata a New Delhi. Farnesina e Ministero della Giustizia sono in contatto permanente e Mario Monti viene aggiornato più volte al giorno.
Insomma la giusta attenzione c'è.  Ne' mi schiero con quelli che vorrebbero battere i pugni sul tavolo con l'India...siamo realistici...non siamo una Nazione che ha questo tipo di forza. Però facciamo sempre in modo di non guastarci mai con nessuno, cerchiamo di essere amici di tutti....ecco, vediamo se qualcuno di questi si scomoda e ci dà una mano.
Badate, se in un processo giusto, corretto, emergesse che questi due soldati si sono impazziti, hanno perso la testa e hanno aperto il fuoco su un innocente peschereccio....e allora che siano puniti per questo (magari evitando la pena capitale, che in India C'E'!) . Ma che si faccia di tutto perché non diventino strumento di cose interne (in quello stato leggo ci saranno le elezioni a breve.....magari a chi sta al governo piacerebbe fare bella figura mostrando durezza contro gli "assassini stranieri" senza riguardo delle regole internazionali).
Intanto che si cerca di fare luce sui fatti, mi vengono un paio di domande semplici :
1) perché i nostri due marò avrebbero dovuto aprire il fuoco su un semplice peschereccio?
2) ma dall'autopsia dei corpi non si può verificare il tipo di arma da cui i proiettili sono stati esplosi?
Queste comunque le ultime notizie dal Corriere

È spuntata ieri la sagoma di una nave greca attaccata da pirati nella nebbia che circonda la dinamica esatta di quanto avvenuto mercoledì scorso nel Mar Arabico. È spuntata collocata in un orario e in un punto di mare diversi rispetto a quelli indicati dalle autorità locali nelle loro ricostruzioni sui colpi partiti verso il peschereccio indiano St. Antony , a bordo del quale due pescatori trovati morti sarebbero stati uccisi da pallottole. In India la pioggia di proiettili è stata attribuita alla petroliera italiana Enrica Lexie , sorvegliata da sei marò che ammettono spari dissuasivi in acqua e in aria negando colpi andati a segno sull'imbarcazione più piccola. Invece un attacco al mercantile greco Olympic Flair potrebbe segnalare che mercoledì anche altri, dopo un allarme da questa nave, avrebbero avuto motivi di sparare temendo assalti di pirati.
Premessa: «È una vicenda ingarbugliata», come ha riassunto Giorgio Napolitano parlando degli aspetti diplomatici del caso che vede Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, due dei marò del reggimento San Marco, trattenuti da domenica dalla polizia indiana. Vale ancora di più per la ricostruzione dei fatti, tra versioni divergenti da parte indiana e italiana.
Il fermo dei marò è stato trasformato in arresto con l'accusa di omicidio, i due sono stati trasferiti per i prossimi due giorni nel circolo ufficiali del porto di Kochi. Mario Monti viene informato più volte al giorno da Farnesina e ministero della Difesa. A quanto risulta al Corriere se non ci saranno sviluppi positivi il presidente del Consiglio è pronto a contattare il primo ministro indiano Manmohan Singh.

Si tratta di farlo al momento giusto. La ricerca di soluzioni procede su un terreno impervio e la diplomazia italiana ha preferito finora evitare rumorosi scontri muro contro muro. Innanzitutto perché il caso dei due pescatori uccisi e dei marò prelevati dal porto di Kochi è nelle mani dello Stato indiano del Kerala, proiettato per il 18 marzo verso elezioni che possono cambiare gli attuali assetti politici. Non tutto dipende da New Delhi, la capitale federale, pur sensibile agli umori diffusi nello Stato sud-occidentale che guarda sull'Oceano Indiano.
Ieri, giorno di festa, i due marò sono stati interrogati nella sua casa di Kollam dal giudice K. P. Joy. A far da interprete, un sacerdote cattolico. Con i fucilieri italiani che avevano compiti di vigilanza anti-pirati sulla petroliera in base a decisioni governative recenti in materia, erano dal magistrato il console generale a Mumbai Giampaolo Cutillo e l'addetto militare dell'ambasciata a New Delhi Franco Favre. In strada, un centinaio tra militanti comunisti, dello Youth Congress e del partito di destra Bharatiya Janata Party. La fine sanguinosa dei due pescatori, sui quali non si ha notizia di autopsie, può avere peso nella campagna elettorale. «Italiani, mascalzoni. Dateci i colpevoli», gridavano i militanti. La polizia li ha allontanati, i manifestanti hanno caricato, gli agenti sono ricorsi ai bastoni di bambù.

Oggi gli avvocati dei marò presenteranno una «eccezione di giurisdizione» all'Alta corte del Kerala, sosterranno che il procedimento giudiziario spetta all'Italia, come ha ripetuto il ministro della Giustizia Paola Severino. Dall'India sono rimbalzate a Roma voci di divergenze nel governo sulla prudenza della Farnesina. Fonti vicine ai ministri di Difesa e Giustizia, ieri, le hanno definite infondate.
«Gli incidenti sono stati almeno due in quella zona di mare a orari diversi», ha dichiarato il ministro degli Esteri Giulio Terzi. Poi agenzie di stampa italiane hanno riferito che il cargo greco era stato attaccato da pirati, più vicino alla costa, cinque ore dopo che un'imbarcazione diretta verso la Lexie era stata dissuasa dall'avvicinarsi dagli spari dei marò. L' Olympic Flair avrebbe denunciato alla Guardia costiera indiana il tentato assalto, e questa non ne avrebbe dato notizia. Un altro capitolo di questa storia. Difficilmente quello finale.

Stefano Turchetti ha condiviso un link.

video.corriere.it
Latorre e Girone in custodia vigilata - Rcd. Guarda adesso il video "India, i militari arrestati" su Corriere TV!

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