mercoledì 15 febbraio 2012

GULOTTA: UN INCUBO DURATO 36 ANNI, DI CUI 21 IN PRIGIONE. ECCO PERCHE' SONO GARANTISTA

GIUSEPPE GULOTTA ALLA LETTURA DELLA SENTENZA DI ASOSLUZIONE
L'altro giorno una gentile lettrice, Nora, commentando l'articolo (http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2012/02/giovanni-rasero-un-anno-di-carcere-26.html) sull'assoluzione di Rasero, condannato in primo grado a 26 anni di reclusione per l'omicidio del piccolo figlio della (ex) compagna e poi assolto per NON aver commesso il fatto, scriveva "prima cosa inammissibile, un giudice che assolve un assassino"
Con pacatezza, le ho chiesto cosa pensava dell'ipotesi opposta, di un Giudice che condanni un INNOCENTE. 
La signora Nora non mi ha risposto, ma il sospetto forte è che. considerandoli pur sempre due mali, lei opterebbe per considerare PEGGIORE la prima eventualità.
Per me è agghiacciante.
Forse è anche vero quello che si dice dell'inprinting. Come i lettori più assidui ormai sanno, mio padre è stato un giudice, ed era un garantista, cioè uno di quelli che credeva VERAMENTE nella presunzione d'innocenza e della condanna che può essere comminata solo quando la colpevolezza s'intende dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio (come si sente sempre nei film americani). A volte è facile, come per il caso del vigile urbano che ha ucciso il giovane cileno che stava inseguendo (poi bisognerà stabilire la gravità dell'atto), o il poliziotto della stradale che uccise il giovane Sandri . In altri casi le cose sono assolutamente meno nitide, e allora si deve (dovrebbe) assolvere.
Il principio ascoltato da ragazzo e rimastomi indelebilmente impresso è che era preferibile rischiare "dieci colpevoli fuori che UN innocente in prigione". Io credo in fondo che gli artt. 13 e  27 della Costituzione questo ci dicano.
Grande uomo mio padre, signora Nora.

ENZO TORTORA
Dopo la notizia dell'assoluzione di Rasero, ecco quella ancora più clamorosa di Giuseppe Gulotta, che di anni in prigione se n'è fatti 21 (VENTUNO!!!!!), in un incubo iniziato nel 1976 (aveva 18 anni !) e conclusosi ieri, 36 anni dopo............
A me solo questi numeri mi fanno venire i brividi.
Smettete di leggere, chiudete gli occhi e pensateci...una vicenda che dura due terzi della vostra vita, e 21 anni di prigione.
Io non so dove questo uomo abbia trovato la forza di vivere così, sapendosi innocente, come poi gli è stato riconosciuto. Vorrei parlare coi suoi avvocati, ringraziarli per aver creduto così tanto nel loro assistito, affrontando l'Everest della REVISIONE del processo. Adesso saranno premiati, da parcelle spettacolari, pagate dallo stato: non lo avranno meritato? Hanno salvato la  vita ad un uomo! (quella che gli resta).
La Revisione è uno strumento GARANTISTA per il quale anche una sentenza di condanna definitiva (che ha superato tutti i gradi di giudizio) può essere messa in discussione all'insorgere di NUOVI elementi che SE conosciuti ai tempi dei processi svolti, avrebbero potuto portare ad una diversa decisione. Il mio maestro di procedura penale, Domenico Battista, mi correggerà gli errori, ma credo possa essere semplificato così.
Nel leggere le cronache, si apprende che a suo tempo Gulotta confessò l'omicidio di due appartenenti all'Arma, perché TORTURATO dai carabinieri mentre era detenuto. Poi ritrattò.
Dal 1976, la condanna definitiva, all'ergastolo, vi fu nel 1990. E Gulotta, che nel frattempo NON era fuggito, entrò in prigione per restarci fino al 2010 quando fu ammesso al regime di semi libertà.
I suoi avvocati sono quindi riusciti a ottenere la revisione del processo, superando il vaglio della Cassazione sulla NOVITA' e POSSIBILE DECISIVITA' degli elementi addotti. Quindi nuovo processo e stavolta è stata ASSOLUZIONE.
Adesso è un uomo LIBERO.
Alla domanda sul risarcimento che lo Stato gli dovrà, gli avvocati si sono limitati a rilevare come per sette anni e mezzo di ingiusta detenzione sono stati riconosciuti 4,5 milioni di euro...
Quindi tra qualche anno (diversi, la giustizia procede lentissima anche nei risarcimenti ) Gulotta sarà un uomo ricco...
Qualcuno farebbe a cambio?
E proprio un'ultimissima domanda, a coloro che hanno contribuito, a vario titolo, alla condanna  di Gulotta....forse qualcuno (certo non tutti ) potrà dirsi che anche LUI, con i nuovi elementi portati in sede di revisione, avrebbe assolto...
Ma potrebbe andar bene, forse, per i giudici...per gli inquirenti? Per coloro che si sono fermati laddove gli avvocati difensori NO?
Io credo che Gulotta non abbia dormito per tante tante notti in questi 36 anni
Bé, qualcuna in bianco, per il rimorso, a qualcuno di questi signori no?

2 commenti:

  1. "A scagionarlo, infatti, è intervenuta la testimonianza di un brigadiere in servizio all’epoca dei fatti al reparto antiterrorismo di Napoli, Renato Olino, il quale avrebbe ammesso che i sospettati furono costretti a confessare sotto tortura." Ma il brigadiere non poteva parlare prima?

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  2. L'ordinamento giuridico violato da un reato, presenta una ferita, che può essere sanata soltanto con la condanna del responsabile, mediante un giusto processo. E' così che viene ripristinato l'ordinamento giuridico e cessa l'allarme sociale. La condanna di un innocente reca invece una ferita ulteriore all'ordinamento, che si aggiunge alla mancata punizione del colpevole. Ecco perché è più grave la condanna di un innocente, rispetto alla mancata punizione di un colpevole. REVENGE

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