giovedì 2 gennaio 2014

LA FEMMINILIZZAZIONE DEL MASCHIO


 
Giuseppe Caldarola è rimasto colpito dalla storia che avevamo riportato ieri (  http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2014/01/una-iniezione-riuscita-male-e-il-pene.htm), riguardante il 60enne del reggiano acui è scoppiato il pene durante un rapporto sessuale colpa della cattiva reazione del suo organismo (organo ?) all'iniezione di acido ialuronico a cui si era sottoposto con la promessa di ingrandirne le dimensioni. Una mia amica, Caterina, ha subito pensato alla traumatizzante esperienza della Lei, oltre che di Lui, che si è ritrovata con questa invasione di gel nelle parti intime...
Caldarola ne ha fatto invece il perno di una riflessione più allargata, prendendo di mira la femminilizzazione dell 'uomo sempre più alla ricerca di aiuti esterni per conservarsi giovane e virile, così come le donne sfidano le leggi del tempo per cercare di rimanere giovani e belle. Battaglie alla fine perdenti, si sa, ma per molti sono già vittorie lo spostare in avanti le lancette biologiche.
Ecco, il bravo gornalista biasima queste generazioni (s'intuisce anche femminili) ricordando un'età migliore, meno rampante ma più serena e sicuramente più dignitosa.
Buona Lettura



E' uno di noi quello a cui è scoppiato il pene?
 
C’è poco da ridere su quel camionista sessantenne che si era fatto gonfiare il pene ritrovandoselo poi scoppiato nel bel mezzo dell’impresa amorosa. Ieri, guardando, come ogni tanto faccio, “Un posto al Sole” ho visto un personaggio, giovane e belloccio, con una moglie giovane e piuttosto bella, che cercava nei cassetti del bagno la crema contro le rughe attorno agli occhi. Si potrebbe dire che non ci sono più gli uomini di una volta, quelli che erano fieri di essere brutti, sporchi e cattivi, quelli che nascondevano le defaillances rinunciando e parlando invece, troppo, di avventure improbabili.
La verità è che gli uomini si sono infragiliti. Non sono il sesso debole perché hanno ancora quasi tutto il potere, ma qualcosa gli si è spezzata dentro. Il discorso è generico e un buon ex marxista non può non distinguere fra un uomo che vive bene e una che si addanna la vita. Tuttavia l’uomo si è spezzato. Conosco uomini , sono ancora una buona ma crescente minoranza, che hanno rapporti “materni” con i figli. Uomini che piangono se le donne li lasciano. Uomini che vivono da soli con le stesse ansie di donne che vivono da sole. Uomini etero che cercano l’amore. Uomini gay che credono sempre di averlo trovato.
In questi anni l’immagine dell’uomo è stata intrinsecamente legata al potere, al successo ma anche alla sua femminilizzazione fisica. C’è stato un tempo, non so se il mio o quello di mio padre, in cui l’uomo era semplicemente il benessere che dava alla famiglia, la considerazione di cui godeva nel suo ambiente, magari la sezione di partito, la piacevolezza nei momenti di compagnia e poi il successo dei figli e delle figlie, i nipoti più belli di tutti, la vecchiaia serena prima dell’addio.
Oggi questi stessi uomini sono sperduti in una società in cui ogni cosa li fa sentire pirla perché non sono conosciuti, perché se conosciuti non sono amati, perché cresce la pancia gli tocca (li vedo al mattina con il disprezzo di uno come me che detesta ogni attività fisica) correre e correre sul ciglio della strada e respirare il gas delle auto, li vediamo truccati per la notte e qualche volta per il giorno, inseguire ragazzine e circondarsi di donne quarantacinquenni attempate che credono di essere tornate indietro mentre sono ben oltre la metà della vita.
Questi uomini sono uomini soli, che si incazzano contro chiunque, contro i partiti e votano Grillo, contro Berlusconi e non votano, contro la sinistra e votano ancora Berlusconi, contro D’Alema che alla loro età ha più benessere di loro pur essendo partiti uguali nelle sezioni del Pci e quindi votano Renzi. Eccoli qui solitari e refrattari riconoscere che un tempo è finito definitivamente, senza amici veri, mentre da ragazzi preferivano la compagnia degli amici alle ragazze, è questa l’unica cosa che li distingue dalla femminilizzazione completa. Sono nostaglici di tempi in cui non erano neppure protagonisti. Guardano l’affare che si ammoscia e alcuni pensano alla pillola viola altri, i più coglioni, all’operazione. Temono di essere giudicati, malvisti, scoperti.
Il piccolo borghese di una volta si auto-giudicava e al massimo pensava al decoro nel proprio ambito. Questi altri si sentono tutti in un Truman show. Voglia di stupire e di stupirsi. Terrore di non essere, paura della malattia e della solitudine e soprattutto paura delle nuove femmine, sempre capaci di fare squadra mai sole, mai senza una cosa da dire , mai senza alcuno che sbavi per loro. Poveri uomini della pillola blu, di cui ha parlato Pigi Battista nel suo bellissimo racconto per Silvia, poveracci che non sanno che per essere felici basta uscire dal branco e vivere l’immensa profondità della solitudine.


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