giovedì 23 febbraio 2012

I BAMBINI TORNANO A PARLARE DI NAPOLI: " IL MIO QUARTIERE è FACILISSIMO A DESCRIVERLO: NON C'è NIENTE".

Tanti anni fa uscì il libro "speriamo che io me la cavo" che raccoglieva pensieri di 60 bambini napoletani. Era il 1990, e l'Italia iniziava a passarsela male. Quando nel 1992 uscì anche il film, eravamo in piena crisi economica e furore giudiziario di Tangentopoli di cui in questi giorni si "celebra" il ventennale.
Quanto fu utile Mani Pulite lo ha detto la Corte dei Conti qualche giorno fa : la corruzione in Italia non è stata MAI così presente e pregnante nel midollo vivo della Nazione. Qualcuno magari penserà che è perché sono stati "fermati" ai tempi i giudici sceriffi. Io credo piuttosto che se non correggi un SISTEMA, quello, se anche gli tagli la testa, tornerà a vivere, con altre teste, in altri modi. Quindi, per fare un esempio, se lo Stato e l'Amministrazione Pubblica continuano ad essere così coinvolti e cointeressati nella GESTIONE economica e imprenditoriale del paese, invece a limitarsi ad una funzione di opportuno controllo, avoglia a campare...
E quindi torniamo ai temi dei bambini napoletani
Lo stesso autore del libro di allora, il maestro Marcello D'Orta, stavolta insieme a Don Luigi Merola, noto come prete anticamorra, torna a pubblicare il pensiero dei suoi bambini,
Il titolo del libro è " a voce d'e creature".
Io riporto alcuni pezzi, ognuno di un bambino diverso, che mi hanno strappato ora un sorriso, più spesso amaro, ora un motto di scoramento e anche un pizzico di tristezza.

"La CAMORRA è un'organizzazione di delinquenti che vivono addosso ai napoletani. E' antichissima e c'è poco da fare....Se viene ucciso un boss e passa il suo funerale , tutti devono chiudere i negozi, se lo tieni aperto rischi di brutto...A Napoli è meglio essere garzone di negoziante : guadagni di meno, è vero, na non ti chiedono la tangente" .

"La Camorra è facile a entrare ma difficile a uscire...Per uscire dalla camorra, l'unica cosa che si può fare è non entrarci proprio".

"Io non vivo proprio a Napoli, ma suppergiù. Però ci vado spesso e conosco a memoria i suoi problemi. " segue un triste elenco...il traffico, la disoccupazione, la camorra, la "munnezza ", il lavoro minorile...." il bimbo si deve essere stancato ad un certo punto e ha concluso "Il sesto problema è tutta Napoli". 

"Io vorrei che la mia città fosse di sole ville, e tanti fiori, e tanti giardini, e spazi per far giocare i bambini.....Soprattutto vorrei che non ci fosse tanta immondizia. ...Poi vorrei che non ci fosse la camorra, che ci sta proprio inguaiando. IN negoziante, appena apre un negozio, mentre apre la saracinesca, viene la camorra e gli chiede il pizzo. Quello chiude la saracinesca , e finisce di fare il negoziante".

"Casa mia è piccolissima. Quando si mangia brodo, ogni stanza sa di dado. A Natale anche le case brutte diventano belle". 

"La disoccupazione sta in tutto il mondo, da New York alla Spagna , ma essere disoccupati a Napoli non è tanto brutto come essere disoccupati a Montecarlo. 
A Napoli infatti abbiamo un po' tutti la faccia da disoccupati ...invece essere disoccupati a Montecarlo è proprio il massimo dei guai.......Perciò, pure che la disoccupazione a Napoli è centenaria, non ci dobbiamo troppo lagnare, perché un disoccupato che ti consola lo trovi sempre".

"La mia scuola si chiama Giuseppe Mazzini....è molto vecchia, a chiunque del mio paese gli domandate dove ha studiato, dice che ha studiato alla Mazzini. D'inverno è molto fredda, per via che non funzionano i termosifoni......Nella mia scuola non c'è neanche un po' di verde per giocare a pallone, la palestra è piccola e non ci fai neanche il girotondo. Io spero di non essere bocciato, per non restare nemmeno un minuto in più in questa scuola".

Questa mi ha fulminato:
"Il mio quartiere è facilissimo a descriverlo : non c'è niente....il futuro di questo quartiere è lasciarlo." 

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