sabato 25 febbraio 2012

MONTI DOPO IL 2013: SOGNO O INCUBO?

Mario Monti è talmente apprezzato in alcuni ambienti che in tanti iniziano a corteggiarlo per convincerlo a continuare la sua opera di rinnovamento e risanamento delle sorti italiche anche dopo il 2013. anno delle elezioni politiche. Il nostro si schernisce, e anche se è stato probabilmente sincero quando alla presa dell'incarico negò che si sarebbe candidato al momento del ritorno alle urne, magari col tempo ci ha preso gusto. E cambiare idea non è vietato.
Giuseppe Turani dà la sua spiegazione a questa ipotesi, che di seguito riporto:


SEMBRA di notare che, anche se un po’ sottotraccia, la politica italiana guarda con meno interesse alla primavera del 2013, quando si dovrebbero fare le elezioni e la politica dovrebbe tornare nella pienezza dei suoi poteri. O, diciamo, nella piena titolarità delle sue funzioni. In realtà, il sentimento è un po’ ambiguo. Un po’ si desidera che arrivi quella data e un po’ lo si teme. Il perché è presto detto e non è affatto misterioso. Come sarà l’Italia della primavera 2013? Purtroppo, avrà ancora la cartella clinica di un malato abbastanza cronico. Se non ci saranno sorprese, si starà uscendo (a fatica) da una recessione (quella che stiamo vivendo) abbastanza pesante (forse vicina al 2 per cento di caduta del Pil). La nostra produzione industriale sarà ancora sotto del 18-20 per cento rispetto ai livelli del 2008. Forse avremo almeno 100 mila disoccupati in più. E non si può escludere che una parte del sistema industriale (quella più legata al mercato interno) sia stata cancellata dalla crisi.
Ma, soprattutto, continueremo a avere 1900 miliardi di euro di debiti. E’ vero che, se lo spread con i bund tedeschi rimarrà sotto quota 370, non saremo a rischio di fallimento. Ma continueremo a dover a spendere 70-80 miliardi all’anno di interessi. Il contesto internazionale, per fortuna, sarà un po’ più positivo. L’America dovrebbe essere più lanciata in avanti e l’Europa dovrebbe essere fuori dalla sua recessione.
CI SARÀ ancora, però, il pesante debito, come ho appena detto. E, soprattutto, per quanti sforzi abbia compiuto il governo Monti il paese avrà fatto solo alcuni passi lungo la strada per diventare un sistema moderno ed efficiente.
Insomma, se nella primavera del 2013 i tecnici dovessero davvero riconsegnare il governo alla politica dei partiti (cosa che sembra intendano fare e che sta nei patti) quello che restituirebbero sarebbe un paese che ha appena cominciato a scrollarsi di dosso decenni di sprechi e di inefficienze. E la politica, che qualche mese fa ha alzato bandiera bianca davanti alle difficoltà di gestione di un paese del genere, si ritroverebbe a doversi misurare di nuovo con i disastri da essa stessa combinati.
Ecco perché qualcuno comincia a pensare che, forse, un prolungamento dell’ingaggio a Monti non è poi la peggiore delle idee."

Non c'è dubbio che il nostro acuto ed esperto giornalista ne sarebbe strafelice. essendo dichiaratamente un fan dell'attuale Premier.
Personalmente delle perplessità ce le ho: una maggioranza come l'attuale è assolutamente anomala, e lo si vede in molti passaggi della navigazione governativa. OGGI, l'emergenza economica, il commissariamento europeo, rendono possibile il trangugiare bocconi AMARISSIMI per i partiti che, di volta in volta, vedono fustigato il proprio bacino elettorale...Perché sarà anche vero che la faccia ce la mette Monti, nel varare provvedimenti di volta in volta impopolari ora a questa ora all'altra fazione, ma i VOTI poi in parlamento li mettono i partiti. E la gente questo lo sa. 
In realtà dipenderà da tante cose, compresa tra queste la riforma della legge elettorale, con le eventuali combinazioni che potrebbe comportare.
Certo, un rassemblement dei moderati che, pensionato Berlusconi ed escluso Bossi, andasse dai liberali del Pdl ai riformisti non rossi del PD, passando per i centristi del Terzo Polo...chissà quanti voti prederebbe? Secondo me più del 30%....

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