mercoledì 1 febbraio 2012

ONU CON LE MANI LEGATE: ASSAD MEGLIO DI GHEDDAFI, LA RUSSIA NON ABBANDONA GLI AMICI.

AGI
IL PRESIDENTE ASSAD
Siamo a Febbraio. Tra un mese, Marzo, si "festeggia" in Siria l'anniversario dell'uccisione dei giovani  di Damasco  che avevano osato scrivere su un muro il loro dissenso al regime. Da quell'episodio, da quella scintilla, le manifestazioni contro Assad divenute col tempo vera e propria ribellione in molte città e zone della Siria.
In 11 mesi....i morti sono stati circa 6.000, secondo fonti ONU (ovviamente i numeri lievitano secondo la contabilità dei rivoltosi, mentre il governo dice che tra i morti ci sono quasi duemila soldati vittime dei "terroristi").
La Lega Araba ha biasimato Assad, mandato dei suoi osservatori, ma senza risultati. La Turchia anche si è fatta sentire, interrompendo un'amicizia antica e prestando aiuto ai ribelli che si rifugiano oltre confine (anche armandoli si dice). Tante la città (DARA, HOMS, DUMA e altre) contro la Capitale che  resta sostanzialmente fedele ad Assad (insieme ad Aleppo), anche se negli ultimi giorni alcuni quartieri si sarebbero ribellati.
Fonte della foto: Corriere della Sera
ASMA ASSAD
Non confermata la notizia di un tentativo di fuga della moglie di Assad da Damasco.
Insomma le cose si mettono male, ma il regime ha ancora frecce al suo arco. Intanto è meglio armato: polizia, esercito. Le diserzioni, per quanto cresciute, non bilanciano. Poi c'è la paura delle minoranze alleate agli alawiti (la tribù di Assad), che temono l'avvento dei Fratelli Mussulmani, come accaduto sia in Tunisia che in Egitto.
Insomma una situazione tragica dove entrambe le fazioni sono abbastanza forti da non cedere, ma non sufficientemente per vincere.
L'occidente sanziona e guarda.
Le parole d'ordine usate per Gheddafi non funzionano più.
I civili siriani, uccisi, arrestati, torturati, non riceveranno l'aiuto occidentale.
Ancora una volta l'ONU viene bloccata da Russia e Cina, che per Gheddafi hanno ceduto ma per Assad non ne hanno nessunissima voglia.
Il perché prova a spiegarlo l'articolo del Corriere di oggi che riporto.
La sintesi comunque è  : interessi strategici e commerciali. Assad è un amico storico, e i Russi non abbandonano gli amici, anche se uccidono le propria gente.
Buona Lettura

Siria, la Russia blocca intervento Onu
Armi, scali strategici, politica interna: le ragioni del no di Mosca all'uso della forza contro l'alleato storico
 Sulla via di Damasco ci sono i russi. E insieme ai cinesi hanno ribadito agli altri membri del Consiglio di sicurezza Onu il loro no all'uso delle forza per rovesciare Assad. Un'opposizione quella del Cremlino con obiettivi abbastanza trasparenti. Primo. Tutelare un alleato storico, l’ultimo rimasto nella regione. La Siria è importante e i russi lo hanno ribadito. Bashar Assad è il loro interlocutore privilegiato, è il loro uomo. Ma alla fine – suggerisce qualche osservatore – potrebbero accettare un’alternativa, ma che dia loro garanzie. Uno scenario al quale avrebbero lavorato insieme agli iraniani, anch’essi interessati a mantenere saldo l’asse con i siriani. Secondo. Proteggendo la cricca di Damasco, proteggono la base di Tartous, scalo importante (e unico) per la flotta russa in Mediterraneo. Una zona dove Mosca intende restare. Ad ogni costo. Un’ambizione che si lega alla continua (e antica) ricerca di sbocchi verso i mari «caldi». Terzo. La Russia intende riaffermare il suo peso all’interno del Consiglio di Sicurezza.
LE ARMI - L’Occidente deve scordarsi il semaforo verde per iniziative militari e diplomatiche che possono avere un impatto drammatico. Quanto è accaduto con il raìs libico Gheddafi ancora brucia. Ogni cosa va discussa, trattata, pesata. E ciò vale tanto per la Siria che per l’Iran. Quarto. Non dimentichiamo le armi. I siriani sono clienti «storici», anche se in passato hanno avuto problemi nel saldare il conto. Nel 2010 Mosca ha venduto a Damasco materiale bellico per 529 milioni di dollari e di recente ha siglato un contratto per un buon numero di aerei (36 Yak 130). Non solo. Gli Usa, insieme alla Francia, hanno denunciato violazioni clamorose dell’embargo. Una nave ha attraccato di recente a Tartus dove ha scaricato 60 tonnellate di munizioni. Quinto. L’irrigidimento esterno del Cremlino è anche legato alla situazione interna russa e alle prossime elezioni.
RIVALI STORICI - Nessuno vuole passare per debole davanti ai rivali storici. I casi siriano e iraniano offrono così la possibilità di gonfiare il petto e ricordare a tutti cosa sia la Russia. Per questo lo storico Fouad Ajami ha definito il confronto come «l’ultima battaglia della Guerra Fredda».
Fonte della foto: Asca

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