lunedì 5 marzo 2012

I DUE MARO' ORA TRASFERITI IN CARCERE. "PROVE INCONTROVERTIBILI". SAREBBERO?

L'avevo promesso e mantengo: anche se non sembra appassionare l'attenzione degli italiani, nel mio piccolo (piccolissimo) terrò i fari accesi su quanto accade ai due Marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone,  arrestati in India e per i quali è stato disposto il trasferimento in carcere.
Purtroppo quello che si temeva sta accadendo, e la nostra diplomazia , che pure sembra fortemente mobilitata, finora non riesce a fare breccia, ottenendo poco ancorché dire nulla sarebbe ingiusto. Basta leggere il reportage di cronaca che segue e che testimonia come, pur trasferiti in cella, per i due italiani siano  previste delle misure particolari, quali il non metterli insieme agli altri detenuti, garantire loro una assistenza peculiare, consentirgli quotidiani contatti con le autorità del nostro paese sia pure per un'ora soltanto. Sono certo che il carcere normale non funzioni così . In più è lasciata alla discrezionalità dell'Autorità penitenziaria di prendere in considerazioni misure alternative salvaguardando le condizioni di sicurezza.
Quello che gela un po' il sangue è che nel motivare il provvedimento di carcerazione il Giudice avrebbe fatto riferimento a "prove incontrovertibili" a carico dei nostri soldati. Sul posto l'inviato del corriere, Sarcina, si dà un gran da fare nel cercare di reperire notizie, ma per lo più le stesse sono frammentarie e contraddittorie.
Io ovviamente non so come sono andate le cose, però due osservazioni ritengo di poterle fare :
1) perché i nostri marò avrebbero dovuto sparare contro degli innocenti pescatori ? Il peschereccio si sarebbe avvicinato troppo alla petroliera e i due avrebbero perso la testa e sentitisi minacciati hanno aperto il fuoco ad altezza d'uomo ? Può essere, ma i marò sono una truppa scelta, bene addestrata, e i due militari in questione esperti di missioni all'estero su fronti caldi come l'Iraq e l'Afghanista. Insomma, non due novellini.
2) perché il processo da parte delle autorità indiane quando l'incidente - qualora fosse effettivamente avvenuto (ricordo che la nostra tesi è che il peschereccio NON sia stato oggetto del fuoco dei nostri , che ci sia stato uno scambio di nave) - avrebbe avuto luogo in acque INTERNAZIONALI? In tal caso, anche se le vittime sono indiane, NON è l'India competente secondo il diritto internazionale.
Comunque queste le ultime, non rassicuranti notizie (magari Monti domani esterna...lo fa su tutto, su questa cosa ancora no...attendiamo fiduciosi).


 IL GIUDICE: «PER LORO TRATTAMENTO DIFFERENZIATO. POI POSSIBILE DIVERSA FORMA DI CUSTODIA»
Il giudice: i marò vadano in cella
Deciso il trasferimento dei due militari in custodia giudiziaria
nel carcere di Trivandrum con effetto immediato

I due marò del San Marco accusati per la morte di due pescatori indiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, saranno trasferiti in un carcere di Kollam. Lo ha deciso il giudice indiano che ha convertito il fermo di polizia in 14 giorni di fermo giudiziario per i due fucilieri. Secondo quanto riportato dal Times of India, il Chief Minister del Kerala, Oommen Chandy, ha dichiarato: «Nei confronti dei non verrà mostrata alcuna indulgenza» e ha sostenuto che nei confronti dei militari italiani vi sono «prove incontrovertibili». Il giudice di Kollam ha disposto che i due marò ricevano in carcere un trattamento differenziato, dato il loro status particolare. E ha lasciato alla polizia e alla direzione generale delle prigioni la libertà di disporre in seguito una diversa forma di custodia. Fra l'altro la tv parla di cibo italiano che sarà messo a loro disposizione.
LA CUSTODIA GIUDIZIARIA - Secondo quanto scrive l'agenzia di stampa statale Pti, il magistrato ha disposto in linea generale la custodia giudiziaria dei due «nella prigione centrale di Thiruvananthapuram (Trivandrum)». La corte, comunque ha impartito disposizione alle autorità carcerarie affinchè i marò non siano alloggiati con gli altri detenuti, gli sia concessa assistenza medica ed un permesso di interagire con visitatori italiani ogni giorno per un'ora fra le 10 e le 13. Per quanto riguarda la richiesta di una residenza esterna al carcere come richiesto dai loro legali, riferisce l'agenzia, «il magistrato ha detto che questo tema non era direttamente di competenza del tribunale». Se tuttavia il Direttore generale aggiunto (Adgp) responsabile per le prigioni ritenesse che ciò fosse necessario, ha precisato il magistrato, potrà prendere una decisione dopo aver consultato il governo dello Stato ed aver tenuto conto degli aspetti della sicurezza.
LA RISPOSTA DELLA FARNESINA - E nel primo pomeriggio è arrivata anche la risposta della Farnesina. «L'Italia considera «inaccettabile» che i due marò sotto accusa per la morte dei pescatori indiani siano detenuti in carcere e chiede che sia fatto «ogni sforzo per reperire prontamente strutture e condizioni di permanenza idonee per i due militari», dice il segretario generale della Farnesina, Giampiero Massolo, nel messaggio che ha trasmesso all'incaricato d'affari indiano a Roma, Saurabh Kumar. Su indicazione del ministro, Giulio Terzi, Massolo ha espresso «la vivissima preoccupazione del governo italiano per la decisione del tribunale di Kollam. Nel definire inaccettabili tali misure in considerazione dello status dei nostri due militari e nel sottolineare l'estrema sensibilità della questione per le autorità italiane, per le famiglie e per l'opinione pubblica e parlamentare italiana, Massolo ha ribadito la ferma richiesta che ogni sforzo venga fatto per reperire prontamente per i nostri militari strutture e condizioni di permanenza idonee».

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