lunedì 5 marzo 2012

LUCIO DALLA. BRAVO, SIMPATICO, SORRIDENTE. PERCHE' LE POLEMICHE A TUTTI I COSTI ?

A me Lucio Dalla stava simpatico. Non sono stato mai un suo fan, a lui preferivo il compagno e sodale di diversi concerti, De Gregori. Sicuramente ho apprezzato molto diverse sue canzoni.
Mi  piaceva la sua normalità, il suo essere un acceso tifoso del Bologna, il suo legame con la sua città, il sorriso bonario. Anche la discrezione sulla sua vita privata, la sua omosessualità, risaputa ma mai ostentata (glielo rimproverano...perché mai??) e mi piace l'aver appreso che fosse sinceramente cattolico (non lo sapevo).
La polemica su questi aspetti, l'essere gay ma non aver fatto "outing"  (evidentemente gli rimproverano di non aver contribuito alla "causa"), o l'avere ricevuto i funerali in chiesa nonostante la sua scelta sessuale, l'ho trovata fuori posto ma da noi si sa, piace rubare attenzione.
Segnalato da un amico di FB, Nicola Mente, ho trovato sull'argomento un commento  decisamente eccezionale, per acutezza e garbo.
L'autrice dell'articolo è Susanna Schimperna, pubblicato sulla rivista on line GLI ALTRI
Leggetelo. Vi piacerà.


 Ma davvero “tocca a Lucia Annunziata infrangere un tabù, rompere una cortina del silenzio” come scrive Paolo Conti sul «Corriere della Sera»? Qualcuno di questi ardimentosi che oggi su Lucio Dalla sceglie il coming out si è domandato come mai il musicista e poeta non abbia invece fatto outing? Ancora una volta ecco manifestarsi l’idea che la libertà sia solo quella che decidiamo noi, e che vada imposta. Altrimenti è ipocrisia. Ma che ragionamento curioso.
Cominciamo col dire (e ho fiducia di non essere smentita da tutti i personaggioni e personaggini che in questi giorni si affanno a proclamare  di essere stati amici di Dalla) che lui nasce serenamente e gioiosamente anticonvenzionale, profondo nei pensieri e leggero nei modi, capace di sorriso come pochi. Un uomo senza paure e guardato con enorme sospetto e sconcerto da ben prima dei tempi del suo Paff… Bum, la canzone che portò a Sanremo nel ’66 e che fu accolta come una stranezza al limite della buffonata. Voleva esibirsi a piedi scalzi in un locale di Torino, gli dissero di no e preferì mandarli a quel paese: aveva 19 anni. Poi il Cantagiro con Paoli, “un fiasco di rimarchevoli proporzioni” ricorda lo stesso Paoli, ogni sera “una buona dose di fischi e pomodori, uno spettacolo nello spettacolo”. Non ha proprio mai palpitato per la reazione della gente, Lucio. Negli anni delle provocazioni libertarie si è divertito moltissimo, e dopo che è arrivato il grande successo non è cambiato nemmeno un po’. Se avesse desiderato gridare al mondo “sono omosessuale”, l’avrebbe fatto. Semplicemente, non l’ha fatto. Probabilmente, non ha desiderato farlo.
Lucia Annunziata se la prende  con le modalità della cerimonia bolognese, e tutti uniti a dare un nome preciso al rapporto tra Dalla e Marco Alemanno, che abbiamo visto rendergli omaggio, interrotto dal pianto, ai funerali. “Si è parlato di amico del cuore, di principale collaboratore… Marco era semplicemente il compagno di Dalla. Li incontravo spesso all’edicola di San Vitale, non sbandieravano nulla ma non nascondevano nulla”, dichiara Grillini, che aggiunge che se i due si fossero sposati (all’estero, dov’è possibile) non avrebbero mai avuto i fumerali a San Petronio. E dunque, sempre lì torniamo. Non si sono sposati. Fatti loro. Non hanno sbandierato. Fatti loro di nuovo. Dalla frequentava la chiesa e non ha scelto di uscirne o di attaccarla con atti plateali. Piaccia o non piaccia: anche queste contraddizioni (apparenti, perché non sappiamo cosa gli girasse in testa e non aveva il dovere di comunicarcelo) fanno parte della libertà.
Non la pensa così evidentemente Aldo Busi, che furioso lo chiama “povero cristo scansafatiche”, “checchesco buontempone”, “gay represso cattolico”, “baciapile”. Definizioni, alcune, assolutamente veritiere – buontempone, scansafatiche, cattolico: e che ci sarebbe di male? – ma sputate con astio, rancore, malevolenza. Alla fine, con orgoglio, Busi tira fuori la carta vincente: non conosce la canzoni di Dalla perché appena ne sente l’attacco alla radio, gira. Tanto evidentemente l’artista-uomo gli fa orrore. Complimenti. Seguendo con coerenza questa illuminata strategia nei riguardi gli scrittori, pochi allora ne avrà letti.
Una nuova Inquisizione era alle porte. Adesso le porte gliele abbiamo aperte, gliele ha aperte proprio quell’ampia fascia di moralisti di sinistra che in nome della “trasparenza” pretendono l’abolizione del diritto alla riservatezza, al pudore, alla timidezza, e mentre ululano di “diversità” pensano solo a una diversità nominabile, classificabile e spendibile."

 APPLAUSI

2 commenti:

  1. Non credo che L’Annunziata volesse polemizzare sul mancato coming-out di Lucio Dalla, penso invece che abbia voluto evidenziare l’ipocrisia di quella Chiesa che accetta di fare il funerale ad un gay purché non dichiarato, definendo il suo compagno ”un suo collaboratore”.
    D’altra parte come dimenticare altrettante note occasioni in cui la Chiesa ha negato i funerali al cattolicissimo Welby, o ha ipocritamente definito “figlio” il compagno di Patroni Griffi, o ha negato la comunione alla lesbica Barbara Johnson e ha dato invece regolare e pomposa sepoltura a criminali e mafiosi di ogni genere?
    UNCLE

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  2. basti pensare al leader della banda della magliana!degnamente sepolto...

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