Belle le parole di CAzzullo, ma poi alle manifestazioni siamo alle solite, con la Polverini, presidente della Regione Lazio che per "opportunità" non si reca alle manifestazione e corteo organizzato dall'ANPI, la stessa cosa fa Alemanno mentre a Milano è stato fischiato il presidente della Provincia.
A distanza di 70 anni quasi, l'ANPI distribuisce i "permessi" su chi può e chi non può. Vabbè, gli organizzatori sono loro...Giusto. E loro non invitano tutti, riconoscendo ancora i "fascisti".
GASTONE MOSCHIN IN PORZUS |
Troppa imbecillità.
La guerra di "liberazione" fu, ormai è pacifico per tutti, una guerra civile, con episodi sanguinosi, eccidi, nonché autentici assassini e regolamenti di conti camuffati da lotta partigiana. Su Porzus e lo sterminio di una brigata "bianca" da parte di una formazione della brigata Garibaldi fu fatto un bellissimo film nel 1997, con un superbo Gastone Moschin. Consiglio a tutti di scaricarselo e vederlo. Nessuno dimentica ovviamente le Fosse Ardeatine ( e anche le interminabile polemiche sulla giustezza dell'attentato e la scelta dei responsabili di non costituirsi per evitare l'eccidio ) , Marzabotto, Cefalonia. Furono anni brutti, dove ci furono gesti eroici e coraggiosi come quelli di un Salvo d'Acquisto, o di Don Ferrante Bagiardi, che si unì spontaneamente ai suoi parrocchiani fucilati per rappresaglia dicendo loro "Vi accompagno io dal Signore". Uomini come il colonnello Montezemolo un monarchico, che tacque nonostante le torture subite a via Tasso, non rivelando il nome dei compagni.
E ci fu anche il "sangue dei vinti" , come ricorda nei suoi libri Giampaolo PAnsa, che ha scelto di "dannarsi" l'anima e consegnarsi all'odio della sinistra ortodossa, lui che certo di destra NON è, per scrivere le storie "altre" e "degli altri" di quegli anni.
Fummo liberati dagli alleati, ma ci piace pensare di averlo fatto da noi, o almeno ANCHE.
Mettiamola così : meno male che di feste nazionali ce ne sono anche altre : il 2 giugno, il 4 novembre, adesso anche il 17 marzo con l'Unità d'Italia .
Questa del 25 aprile resta , al di là di tutte le esortazioni più o meno alte, più o meno sincere, una data che ancora DIVIDE.
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