Al colpo di scena finale non ci credono più nemmeno i tifosi, e lo si è capito dalle lacrime che in tanti avevano, inquadrati dalle telecamere, mentre lo applaudivano durante un giro di campo assolutamente unico nella storia del calcio : DURANTE l'incontro.
E' accaduto dopo un quarto d'ora circa del secondo tempo di Juventus Atalanta. Ai primi minuti di gioco si era scontrato duramente con un difensore bergamasco (ma non lo avevano avvertito a questo che era la festa del capitano??) e da quel momento ha iniziato a zoppicare, muovendosi in campo con circospezione. Ciononostante, siccome, come lui stesso dice di sé, è un uomo fortunato, riesce su perfetto assist di Giaccherini a trovare il tempo per piazzare una rasoiata delle sue, repertorio dell'ultima parte della sua carriera: tiri non potenti ma velenosi, angolatissimi e in controtempo. Il sigillo prezioso all'ultimo match, il 290 gol di un'era straordinaria, veniva apposto, poteva uscire. Si aspettava la ripresa, e poi il cambio.
Una cosa COMMOVENTE. L'uscita dal rettangolo verde è durata 5 minuti, con molti degli avversari a unirsi agli juventini nel salutare il grande capitano che lasciava, per sempre, il suo campo. Lo stadio in piedi in un'ovazione interminabile, con lui a salutare commosso. Colantuono lo saluta con una carezza, Buffon, che era seduto a bordo del campo, né in panchina né in tribuna, lo abbraccia.
Alex si siede in tribuna accanto a Vucinic e Marchisio ma la gente lo invoca e lui si alza in piedi sul seggiolino e saluta come un generale romano proclamato "Imperator" dalle sue legioni. Anche Andrea Agnelli applaude in piedi, sapendo che deve molto a quel giovane uomo che ha TUTTO, ma proprio TUTTO il popolo juventino dalla sua e probabilmente l'avrebbe potuto obbligare ad un altro anno di contratto, a fare cifre tonda, 20 anni con la Juve. Ma lui , Del Piero, non è uno fatto così. Anche se non condivide, rispetta le decisioni del "capo" e poi vuole continuare a giocare ancora un po'. Se ne sente la forza, ne ha la voglia. Certo, non resterà in Italia, come potrebbe mai entrare in uno stadio italiano senza quella maglia? Nessuna delle bandiere vere e grandi del calcio italiano l'ha fatto: Non Baresi, non Maldini, non Totti e non lo farà Del Piero. Tra i grandissimi italiani, solo Baggio ha girato tutte le grandi squadre, finendo amato da tutti, e amando, lui, solo la Nazionale.
Dicevamo della gente, che non ha mai smesso di applaudirlo, mentre la partita paradossalmente continuava mentre era già finita, come quelle feste dove la festeggiata se n'è andata per prendere l'aereo e gli altri continuano a ballare. Applaudivano, gli lanciavano le loro sciarpe, al posto di fiori che non avevano pensato di portare con sé, e gli gridavano "GRAZIE DI TUTTO".
La gratitudine immensa, e la coscienza triste che è veramente finita, che l'incredibile si è avverato e in quello stadio, il loro Del Piero non giocherà più.
Anche l'averlo fatto entrare per ultimo alla premiazione, dopo il mitico Conte, eroe primo di questa bellissima stagione, è la prova che tutto è deciso, che tutti lo sanno, e non ci saranno ripensamenti.
In fondo è anche forse più bello così: andar via da vincente, dopo aver contribuito a riportare la sua juve dall'inferno al paradiso, segnando l'ultimo gol e alzando la coppa del suo ottavo scudetto, anche se la Federazione gliene assegna sei.
Personalmente, sono sempre stato uno di quelli che ha apprezzato moltissimo Del Piero come grande calciatore, e grandissimo sportivo e uomo, per questo ho titolato: "l'ultimo signore del Calcio Italiano". Perché per meritarsi questo titolo, non basta essere dei fuoriclasse, ma bisogna essere super anche nella lealtà e nella sportività, dentro e fuori del campo. Come Maldini, per dire, o come Zanetti, che però è argentino, e non come Totti, (che pure come classe calcistica è un asso indiscutibile).
Non credo che sia il giocatore più forte tra quelli visti con la maglia bianconera, nonostante i suoi imbattibili record. Penso che Platini e Baggio siano stati più forti di lui, anche se il secondo ha vinto infinitamente meno, e anche Zidane avesse più genio. Forse, ma non c'è controprova, se non ci fosse stato quel maledetto infortunio di Udine, occorso proprio nel momento più splendido della sua carriera, Del Piero sarebbe stato ancora più forte. Ma dopo la frantumazione del legamenti del ginocchio, è stato già straordinario a riprendersi e tornare un fortissimo campione, sia pure, a mio avviso, senza più quella brillantezza di prima.
I suoi numeri parlano per lui:
Detiene i seguenti record con la Juventus:
- Record di presenze ufficiali: 704
- Record di marcature ufficiali: 291
- Record di presenze nei campionati italiani: 513
- Record di marcature nei campionati italiani: 208
- Record di presenze in Serie A: 478
- Record di marcature in Serie A: 188
- Record di marcature in Serie B: 20
- Record di presenze nelle competizioni UEFA per club: 130
- Record di marcature nelle competizioni UEFA per club: 54
- Record di stagioni nella Juventus: 19
- Record di stagioni da capitano della Juventus: 11
- Record di marcature in una singola edizione della UEFA Champions League: 10
- Record di reti decisive in assoluto con la maglia della Juventus: 135 gol[156]
- Record di minuti giocati: 48.610[157]
Altri record individuali:
- 1º nella speciale classifica dei calciatori italiani che hanno segnato più reti nello stesso club con 290 realizzazioni (nella Juventus)[158]
- 1º nella classifica dei marcatori della Supercoppa Italiana, con 3 reti in sei finali disputate, al pari di Andrij Ševčenko e Samuel Eto'o
- 1º nella classifica dei giocatori italiani che hanno conseguito più stagioni in doppia cifra (15 stagioni)[158]
- 1º nella classifica dei giocatori italiani ad aver segnato più punizioni in partite ufficiali (48 di cui 42 con la Juventus e 6 con la Nazionale)
- 1º nella classifica dei giocatori italiani ad aver segnato più punizioni con una squadra di club (42 nella Juventus)
- 1º nella classifica dei giocatori italiani ad aver segnato più punizioni in Serie A con 22 reti
Altre statistiche individuali:
- 3º nella speciale classifica dei cannonieri italiani di tutti i tempi, dietro Silvio Piola (364 gol), Giuseppe Meazza (338 gol) con 321 gol.
- 2º nella classifica dei giocatori, ad aver giocato nella Juventus, che hanno segnato più gol nella Nazionale Italiana a pari merito conRoberto Baggio (27), dietro Silvio Piola (30)
- 2º nella classifica dei giocatori che hanno segnato più gol in una singola stagione nella Juventus (32), dietro Felice Borel II (34)
- 2º nella classifica dei giocatori che hanno realizzato più punizioni in Serie A con 22 realizzazioni, dietro Mihajlović a quota 28
- 2º nella classifica dei giocatori italiani con più presenze nelle competizioni UEFA per club (130), dietro Paolo Maldini (174)
- 2º nella classifica dei giocatori italiani con più gol nelle competizioni UEFA per club (54), dietro Filippo Inzaghi (70)
- 2º nella classifica dei giocatori italiani con più gol nella Champions League (44), dietro Inzaghi (50)
- 2º nella classifica dei giocatori italiani con più presenze nella Champions League (91), dietro Maldini (128)
- 2º nella speciale classifica dei giocatori che hanno militato in Serie A ad aver segnato più calci di punizione in carriera con squadre di club (42 gol), dietro Mihajlovic (43 gol)[159]
- 5º come numero di presenze in Italia con la stessa maglia (700), dietro Maldini (902 col Milan), Zanetti J. (794 con l'Inter), Bergomi (756 con l'Inter) e Baresi (719 col Milan)
Presenze e reti nei club
Statistiche aggiornate al 13 maggio 2012.
Con la maglia bianconera ha segnato finora 290 gol[3] (miglior
marcatore di sempre di una squadra italiana)Il 5 novembre 2008 al Santiago Bernabeu, uno dei templi del calcio mondiale, realizzò entrambe le reti della vittoria della Juventus sul Real, diventando il primo giocatore di una squadra italiana a segnare una doppietta nello stadio spagnolo ed incantando il pubblico, che gli tributò una standing ovation al momento dell'uscita dal campo.
Era il suo regale addio alla Champions League.
Oggi quello al Campionato Italiano. E l'applauso è stato più forte, perché pieno d'amore commosso della sua gente.
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