mercoledì 15 luglio 2015

MOGGI ASSOLTO : NON CALUNNIO' FACCHETTI

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Curioso modo di dare una notizia, ma non insolito. In genere si fa così quando non piace la sentenza. E più spesso le sentenze che non piacciono sono quelle di assoluzione. Veniamo al fatto.
Oggi è uscita la decisione del Tribunale di Milano in merito alla   querela presentata dal figlio di Giacinto Facchetti nei confronti di Luciano Moggi, accusato di aver diffamato il genitore del primo. In una trasmissione tv - ma in realtà il concetto generale era stato ed è espresso ripetutamente - l'ex direttore sportivo della Juentus spiegava come l'allora presidente dell'Inter non era alieno all'abitudine diffusa di contattare i direttori di gara per chiedere "attenzione" per il proprio club. Nel caso in particolare, oggetto appunto di querela, Moggi parlò di una richiesta esplicita all'arbitro di far vincere una partita in particolare. 
Ebbene il Tribunale ha assolto Moggi perché "il fatto non sussiste". 
In genere questa formula starebbe ad indicare la mancata prova del fatto reato nel dibattimento. Siccome in questo caso si tratta di dichiarazioni televisive, mi sembra evidente che in discussione non sia il fatto che Moggi le abbia pronunciate, ma la loro eventuale veridicità...
Questo però non è dato saperlo, perché nell'articolo NON c'è alcuna argomentazione difensiva, mentre C'E' quella dell'accusa, che aveva chiesto che Moggi venisse riconosciuto colpevole e sanzionato con una multa...
In attesa delle motivazioni, a questo punto, resta il biasimo per il tipo di cronaca fornito





“Non diffamò Facchetti”, Moggi assolto

L’ex dg bianconero aveva parlato in tv di una richiesta dell’allora presidente nerazzurro «a un arbitro di vincere la partita di Coppa Italia con il Cagliari». I giudici: il fatto non sussiste 
 
ANSA
L’ex direttore generale della Juve, Luciano Moggi 
 
15/07/2015
Il tribunale di Milano ha assolto l’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi dall’accusa di aver diffamato in una trasmissione tv l’ex presidente dell’Inter Giacinto Facchetti (morto nel 2006). Il processo si era trasformato in una sorta di riedizione in tono minore del caso di Calciopoli.  

Luciano Moggi, prosciolto lo scorso marzo per prescrizione dalla Cassazione nel processo sul caso Calciopoli, era accusato di diffamazione nei confronti di Giacinto Facchetti per alcune affermazioni alla trasmissione tv “Notti magiche” del 25 ottobre 2010. In particolare, Moggi, nel programma parlò di «telefonate» di Facchetti relative alle «griglie» arbitrali e di una «richiesta» da parte dell’allora presidente nerazzurro «ad un arbitro di vincere la partita di Coppa Italia con il Cagliari». Il processo è scaturito dalla querela presentata da Gianfelice Facchetti, uno dei figli di Giacinto e assistito dal legale Corrado Limentani. 

Il pm Elio Ramondini aveva chiesto per Moggi una condanna a 10 mila euro di multa, parlando del «sistema Moggi» accertato dalla Cassazione e di una strategia difensiva mediatica per coinvolgere anche Facchetti «in una sorta di “così fan tutti”». Anche oggi nel corso delle repliche il pm ha spiegato che «il sistema Moggi ha tradito e minato alle fondamenta l’essenza del calcio e non è possibile attribuire a persone terze la realizzazione di questo sistema».  

Nel corso del dibattimento avevano sfilato come testi Massimo Moratti, Javier Zanetti, l’ex designatore degli arbitri Pierluigi Pairetto, l’ex arbitro Massimo De Santis ed altri. A febbraio, inoltre, in aula c’era stata una stretta di mano tra Moggi e Moratti chiamato a testimoniare e poi su twitter l’ex dg bianconero aveva scritto: «Mi sono lavato subito le mani». Il giudice della quarta sezione penale Oscar Magi ha assolto Moggi con la formula «perché il fatto non costituisce reato».

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