Chi legge il Camerlengo sa che sono Liberale, che apprezzo il merito e ritengo che quelli bravi e capaci è giusto che abbiano più degli altri. La redistribuzione del reddito è concetto al quale guardo con diffidenza, pur non escludendola in assoluto, condividendo il principio di solidarietà (ancorché preferirei quella spontanea), che non sia assistenzialismo.
Se gente come Steve Jobs o Zukerberg sono nababbi, con ville , yacht e aerei privati, buon per loro, se li sono guadagnati.
Ma mi dite che merito ha una principessa araba a potersi permettere di occupare due piani di un Hotel di Lusso (il nome" Shangri-La"- tradotto: "paradiso"- è tutto un programma!) con tutta la sua corte da dicembre a oggi??
Sei milioni di euro il conto, che non voleva nemmeno pagare!
Ecco, quando amici di sinistra mi sbattono in faccia questo tipo di "disuguaglianze", e mi domandano in che modo certe cose potrebbero mai essere "equilibrate" dal mercato...faccio fatica a rispondere.
Certo anche questi ricconi, del tutto senza merito (anzi), hanno un loro perché: spendendo in questa maniera invereconda, comunque alimentano il volano dell'economia, dando lavoro a tutto il settore del "lusso", che comunque impiega magliaia di persone.
Però è dura da mandare giù....
Ecco la notizia sul Corriere.it
La principessa saudita in fuga non paga il conto da 6 milioni
Da dicembre con 60 servitori nell'hotel di lusso Shangri
occupava 41 suite e camere al settimo e ultimo piano
La principessa saudita Maha Al-Sudaïri ha tentato
di lasciare l'albergo senza pagare il conto, nella notte tra giovedì e venerdì,
intorno alle 3. Il progetto era di abbandonare lo Shangri-La, nel quale risiedeva
dal 23 dicembre, per il poco lontano Royal Monceau ma - che strano - il
personale dell'hotel si è lasciato insospettire dai movimenti della donna e del
suo seguito, circa 60 persone alloggiate nelle 41 suite e camere del settimo e
ultimo piano. È arrivata la polizia, che ha fermato tutti con il loro carico di
valigie, bauli e cappelliere: restano ancora sei milioni di euro da pagare, su
un conto totale di 16.
Il negozio parigino di lingerie dove la principessa ha
lasciato un conto non pagato di 89 mila euro nel 2009
Il trasloco al Royal Monceau, di proprietà del forse più
comprensivo emiro del Qatar, è per adesso rimandato, mentre l'ambasciata
dell'Arabia Saudita si sta dando da fare per risolvere la questione. Non è
facile, perché Maha Al-Sudaïri è sì moglie del potentissimo principe ereditario
e ministro dell'Interno Nayef bin Abdul Aziz, 79 anni, primo nella linea di
successione al trono, ma è stata ripudiata dopo che nel 2009 sempre a Parigi si
dedicò allo shopping. In quell'occasione, la principessa oggi cinquantenne
accumulò debiti per 15 milioni di euro: oltre ai 30 mila di lavanderia alla
settimana (per lei e il seguito, come sempre), si registrarono circa 89 mila
euro di biancheria intima acquistata nella boutique «O Caprices de Lili» proprio
davanti all'albergo di allora, il Georges V di proprietà di suo nipote, il
principe Al Waleed. «È mia cliente da otto anni e finora aveva sempre pagato»,
disse allora una costernata Jamila Boushaba, proprietaria del negozio, che si
rivolse all'ambasciata e poi al consolato. Lo stesso fece Jacky Giami, titolare
del negozio di abiti casual Key Largo dove Maha Al-Sudaïri e i suoi amici
presero in pochi giorni - senza pagare - merce per 140 mila euro, «pari al 7
per cento del mio giro d'affari di un anno», disse Giami.
E poi debiti da Dior, nelle gioiellerie Chaumet e Victoria
Casal e, già allora, in albergo, il Crillon in place de la Concorde. Dopo
quell'episodio, riportato dai giornali di tutto il mondo, la principessa venne
allontanata dal marito e il re saudita Abdullah la confinò per qualche tempo in
uno dei palazzi del regno.
L'anno successivo, riguadagnata la libertà di movimento, la
donna spese in mezz'ora 20 mila dollari di piatti e bicchieri da D. King Irwin
sulla 34th Street a New York. Il Post assicura che provò - senza successo - a
mercanteggiare sul prezzo, ma comunque uscì non prima di avere pagato. Il
soggiorno parigino segna invece la ricaduta di Maha Al-Sudaïri nel sovrano
distacco dal denaro, sebbene la donna fosse riuscita a strappare una tariffa di
favore (20 mila euro a notte) allo Shangri-La, l'albergo di lusso aperto due
anni fa dalla catena di Hong-Kong nell'antica residenza del principe Roland
Bonaparte, davanti alla Senna e con incomparabile vista sulla Tour Eiffel.
Le spese della principessa sono destinate a essere saldate
dalla casa regnante, e lei non incorre in conseguenze penali perché gode
tuttora dell'immunità diplomatica. La direzione dell'albergo assicura che «non
esiste alcun problema», e la reputazione di Parigi come nuova Mecca - dopo
Londra - dei miliardari del Golfo viene rafforzata. Se fino a poco tempo fa i
favori dei principi arabi andavano al quartiere londinese di Knightsbridge,
negli ultimi anni molti preferiscono la Parigi del XVI arrondissement (dove
sorge lo Shangri-La) e soprattutto del Triangle d'Or , la zona compresa tra
avenue Montaigne, avenue Georges V e gli Champs Elysées.
Accanto alle follie della principessa, e ai crescenti
investimenti del Qatar, che negli ultimi anni si è comprato la squadra di
calcio del Paris St-Germain, una quota di Total, del gruppo Lagardère e gli
storici alberghi Royal Monceau a Parigi e Carlton a Cannes, ci sono i circa 500
mila facoltosi turisti arabi che ogni anno visitano la capitale per spendere
soldi, più di giapponesi, americani e chiunque altro, nei negozi di lusso degli
Champs Elysées.
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