martedì 28 agosto 2012

SULLA VICENDA ILVA, IL GIP TODISCO FINALMENTE PRENDE LO SCHIAFFONE CHE MERITA.

ERA ORA. Il GIP Todisco, la pasionaria di Taranto che ha deciso che l'ILVA deve chiudere, senza soluzioni di mezzo, è stata messa a posto con parole dure e chiare dei Colleghi del Tribunale del Riesame che hanno cancellato di fatto le sue ordinanze del 10 e 11 agosto.
La vicenda è nota. Il GIP, sulla basa di una perizia che dichiarava il grave grado di inquinamento provocato dall'ILVA, con conseguente pericolo per la salute dei cittadini, disponeva il sequestro preventivo  di determinati reparti della fabbrica, il blocco degli stessi (con di fatto cessazione di ogni attività dello stabilimento), e quindi la nomina di un curatore e di tecnici esecutori del provvedimento.
Il Tribunale del Riesame, subito investito dai legali dell'Impresa, correggeva considerevolmente il provvedimento , conservando la misura cautelare del sequestro non finalizzandola però alla cessazione dell'attività dei reparti "incriminati", bensì alla loro messa in sicurezza, con l'adozione delle misure idonee e attuando un continuo monitoraggio sulle emissioni inquinanti. Insomma un provvedimento "conservativo", laddove la Todisco aveva drasticamente disposto "lo spegnimento degli impianti".
In questa ottica, era stato nominato il Dr. Ferrante, ex prefetto della repubblica e attuale AD dell'Ilva al posto dei proprietari, i Riva, quale curatore e responsabile dell'impianto sottoposto a sequestro.
Che ti fa la Todisco? Se ne frega dei colleghi, che pure hanno il potere di correggere i provvedimenti del GIP mentre non è previsto il contrario, e adotta una nuova ordinanza nella quale, adducendo che Ferrante non garantirebbe la corretta realizzazione delle misure del sequestro, lo revoca e ribadisce la nomina del di lei prescelto!!
Nuovo ricorso al Riesame, e sonoro , meritato schiaffone alla Todisco.
IL Tribunale ha infatti precisato che è LUI l'organo competente per l'esecuzione e il controllo delle misure attuative del sequestro, e non più il GIP.
Leggiamo:
" Rilevato che la menzionata, radicale modifica delle concrete modalità attuative del disposto sequestro giudiziario ha ormai radicato la competenza di questo Tribunale del Riesame a conoscere e risolvere gli incidenti di esecuzione derivanti dalla concreta attuazione del menzionato sequestro preventivo ai sensi dell' art. 665 cpp .....
Rilevato che l'istante Dr. Ferrante ...chiede appunto a questo Tribunale di chiarire e determinare con quali concrete modalità e a cura di quali custodi ed amministratori debba essere eseguito il sequestro preventivo, essendo sorto contrasto tra le parti, a seguito dell'adozione del GIP di provvedimenti, in data  10 e 11 agosto, palesemente divergenti da quanto disposto dal Tribunale del Riesame (nel primo circoscrivendosi e limitandosi le competenze del Dr. Ferrante, nel secondo addirittura revocandolo dall'incarico ) 
Rilevato che sussiste l'evidente urgenza di dirimere la questione....in ordine alla salvaguardia degli impianti e della strategica capacità produttiva dell'azienda, nonché ai livelli occupazionali ed alle stesse finalità di tutela dell'ambiente e della salute poste a base della richiesta misura cautelare
Rilevato che in questa sede non può che riaffermarsi l'ovvio principio che le statuizioni del Tribunale del Riesame devono prevalere....sicché va conseguentemente dichiarata l'inefficacia dei dei menzionati decreti del GIP del 10 e 11 agosto 2012.
Questo provvedimento, che corregge lo stordito , illegale provvedimento del giudice Todisco, dà ragione a quanti sostengono (Davide Giacalone tra questi) che il sistema giuridico, in sé, prevede gli strumenti per correggere gli errori nei quali i suoi rappresentanti possono incorrere. Il problema sono i TEMPI. Se tutto si svolgesse con tanta accettabile tempistica, i danni di giudici come la Todisco sarebbero limitati ( escludo da questo discorso la custodia cautelare, perché anche un solo giorno di prigione ingiusto è TROPPO ).
Purtroppo così non è. E questo rende drammatica il problema giudiziario.
Riporto la notizia di cronaca tratta dal Corriere on line


TARANTO - Bruno Ferrante è nuovamente custode e amministratore giudiziario di Ilva spa. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Taranto accogliendo il ricorso formulato dai difensori di Ferrante e annullando così il decreto con cui il giudice per le indagini preliminari, Patrizia Todisco, aveva revocato la sua nomina per «palese conflitto di interesse».

LA VICENDA - Ferrante era stato affiancato ai tre tecnici nominati dal gip Todisco dal tribunale del riesame presieduto da Antonio Morelli. Ma in seguito alle dichiarazioni del presidente dell'Ilva - che aveva annunciato di voler ricorrere contro la decisione di «poter disporre degli impianti, ma senza fini produttivi» - il gip aveva disposto la revoca del mandato. Decade quindi per la seconda volta la nomina di Mario Tagarelli, presidente dell’ordine dei commercialisti di Taranto.

IL COMPITO - Ferrante, quindi, dovrà ora affiancare gli ingegneri Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento nella preparazione delle relazioni settimanali per l’autorità giudiziaria. Il Riesame, dichiarando inefficaci i decreti emessi dal gip il 10 e 11 agosto scorsi, ha investito il presidente dell'Ilva degli stessi compiti dei tre tecnici.

IL COMMENTO - «Il Tribunale del Riesame - commenta Ferrante - ha accolto le nostre istanze e le nostre richieste che erano nella direzione di vedere annullate le decisioni del gip e chiedevano il reintegro del presidente dell'Ilva come custode. Queste nostre richieste sono state accolte, come è stato definito il ruolo del pubblico ministero come vigilante sull'esecuzione del provvedimento. Abbiamo accolto questa decisione - aggiunge - ovviamente con soddisfazione perché erano le nostre richieste, ma guardiamo al futuro con grande senso di responsabilità. Nei fatti cambia moltissimo perché viene ripreso quel percorso di stretta collaborazione, di collegamento tra l'azienda, i custodi e l'autorità giudiziaria che è la strada indicata dal Riesame e che noi abbiamo sempre giudicato ragionevole e di buon senso».
 

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