Posto come documento le proposte avanzate dal Movimento FERMARE IL DECLINO in ordine alla delicata questione della riforma della giustizia, nodo importante non soltanto per la Civiltà del nostro paese, ma anche per i risvolti economici che una macchina efficiente o meno in campo giuridico può assumere .
Il ritardo delle sentenze, l'inefficienza dell'esecuzione sono noti a tutti. Questa cosa si è sempre pensato riguardasse solo gli sfigati che finivano coinvolti in questo teatrino dell'assurdo che ha luogo ogni giorno nelle aule italiane. Poi gli economisti hanno spiegato che non era solo così. Una giustizia che non funziona tiene lontani gli imprenditori, e quindi scoraggia quelli che vorrebbero fare impresa, sia che siano italiani e tanto più se sono stranieri e si possono scegliere uno dei 150 paesi (su 180 ) che offrono un sistema più valido del nostro.
Nell'avanzare le loro proposte quelli di FiD hanno l'accortezza di sottolineare che i loro suggerimenti hanno appunto specificamente riguardo a QUESTO ASPETTO della Giustizia : la sua EFFICIENZA e quindi il suo appeal per il mondo imprenditoriale.
E' importante ricordarlo.
Per il momento mi limito a sottoporre all'attenzione dei lettori e dei colleghi il documento in sé, ripromettendomi di tornarci su. Solo una cosa mi salta agli occhi da subito : manca la responsabilità dei magistrati mentre si vuole inasprire quella degli avvocati ( per cause di intento defatigatorio, palesemente infondate). Al di là degli altri contributi che possono arrivare, miglioramenti della proposta, questa è una lacuna da colmare SUBITO.
Buona Lettura
La giustizia è un servizio fondamentale che lo Stato rende
al cittadino. Una giustizia inefficiente costituisce un fattore di
disgregazione per la società e ne limita la crescita economica.
Una giustizia civile inefficiente, in particolare, si
riflette in una riduzione degli investimenti, soprattutto dall’estero; fa sì
che il mercato del credito e, più in generale, della finanza siano poco
sviluppati e che vi siano asimmetrie nei tassi d’interesse tra diverse regioni
del paese, a seconda della durata dei processi; comporta rigidità nel mercato
del lavoro; limita la concorrenza nei settori produttivi, nei servizi, e nelle
professioni; provoca una distorsione della struttura delle imprese; ingessa il
mercato immobiliare; ecc.
Il problema fondamentale della giustizia in Italia consiste
nell’eccessiva durata dei procedimenti. Secondo una classifica della Banca
Mondiale, l’Italia si colloca al 156° posto, sui 181 paesi analizzati, per la
durata di una normale controversia di natura commerciale. Basti dire che abbiamo
dovuto adottare una legge (la c.d. Legge Pinto) per compensare gli italiani per
le eccessive lungaggini dei processi, evitando così il continuo ricorso alla
Corte Europea per i Diritti dell’Uomo e che, pochi mesi fa, abbiamo dovuto
modificarla per limitare gli eccessivi risarcimenti accordati.
La durata dei processi comporta, a sua volta, un numero
eccezionale di liti pendenti. Si vedano i dati comparativi contenuti nei
Rapporti Cepej, European Commission for the Efficiency of Justice dell’Unione
Europea. Peraltro, si noti che la spesa pro-capite per la giustizia in Italia
non è inferiore agli altri Paesi; è semplicemente utilizzata in modo
inefficiente.
L’elevato numero di processi pendenti è però anche
determinato da una maggiore litigiosità (rispetto agli altri Paesi dell’UE), in
parte dovuta all’abuso dello strumento processuale, utilizzato spesso per
controversie bagatellari. Il basso costo iniziale delle spese legali per
promuovere una causa e il limitato rischio di risarcire le spese legali effettivamente
sostenute dalla controparte incentivano questo fenomeno. A ciò si aggiunga che
gli avvocati sono stati tradizionalmente remunerati in funzione della durata
del processo.
Far funzionare la giustizia significa quindi affrontare i
temi dell’efficienza, della specializzazione dei giudici e della loro
produttività.
Negli ultimi anni il dibattito politico (ma anche tra
tecnici) ha prevalentemente toccato temi di rilievo costituzionale che
avrebbero comportato una ristrutturazione della macchina della giustizia con
riforme di rango costituzionale. Rimandiamo ad uno studio di quelle riforme
sulle quali ci proponiamo di aprire anche un dibattito con tutti gli aderenti,
senza con ciò sottostimare questi problemi (anche se riteniamo che in molti
casi le riforme proposte dai governi nel passato recente sottendessero
piuttosto interessi personali e non della collettività). Il nostro programma ha
una prevalente attenzione ai temi economici, con l’obiettivo dichiarato di
fermare il declino nel quale versa il nostro paese. Per questo, per il momento
almeno, vogliamo concentrare la nostra azione su interventi concreti, di
urgente attuazione e che siano in grado di rimettere in moto rapidamente la
macchina della giustizia.
1. Giustizia
civile:
Efficienza:
Disincentivare l’abuso dello strumento processuale
prevedendo una piena condanna per le spese processuali sostenute dalla
controparte; in caso di mala fede, le sanzioni potrebbero essere estese agli
avvocati. Gli avvocati dovrebbero essere disincentivati economicamente a
promuovere cause futili o prolungare la durata dei processi.
Migliorare la normativa sui filtri all’appello e al ricorso
in Cassazione.
Estendere con grande celerità il processo telematico con un
sistema di incentivi per i tribunali che li adotteranno più rapidamente.
Generalizzare la possibilità, ancora poco utilizzata, di
pronunciare la sentenza con lettura immediata del dispositivo, con concisa
esposizione delle ragioni di fatto e di diritto, riducendo i tempi della
stesura della sentenza.
Semplificare la fase di conferimento dell'incarico ai
consulenti tecnici d'ufficio, che devono poi essere incentivati anche
economicamente per quanto riguarda i tempi di deposito della perizia.
Produttività:
Promuovere una riorganizzazione della struttura degli uffici
giudiziari, da ottenersi, se necessario, anche con l’inserimento di figure
manageriali scelte dagli operatori di giustizia in loco attraverso una
selezione professionale, che contribuiscano a velocizzare le procedure interne
agli uffici e ne riducano i costi, liberando altresì il tempo a disposizione
dei magistrati.
Introdurre metodi di lavoro finalizzati allo smaltimento dei
carichi pendenti e all’accorciamento della durata dei processi. Si vedano i
risultati molto positivi ottenuti dal Tribunale e dalla Corte d’Appello di
Torino sotto la presidenza di Mario Barbuto che ha stilato un decalogo per lo
smaltimento dell’arretrato, partendo dalle cause più vecchie a seguito di una
catalogazione dei procedimenti pendenti. Ciò peraltro consentirebbe una
maggiore trasparenza sull’operato dei giudici e consentirebbe una migliore
valutazione della loro performance.
Generalizzare metodi di lavoro che riducano la quantità di
procedimenti che ciascun giudice gestisce contemporaneamente, per ridurre la
frammentarietà dei procedimenti. Si vedano i risultati molto positivi di
sperimentazione ottenuti dalla Corte d’Appello Sezione Lavoro di Roma e dalla
già citata Corte d’Appello di Torino. Si vedano anche gli studi di Decio
Coviello, Andrea Ichino, e Nicola Persico che, sulla base dei risultati delle
Sezioni Lavoro dei Tribunali di Torino e Napoli, hanno illustrato come una migliore
organizzazione del lavoro che eviti la proliferazione in parallelo delle cause
e comporti una riassegnazione delle cause dei giudici assenti (ad esempio per
gravidanza) possa portare ad un accorciamento significativo dei tempi del
giudizio.
Dotare il giudice togato di un ufficio costituito da giovani
laureati selezionati secondo criteri qualitativi, dotati di una borsa di
studio, che coadiuvino il giudice. La pratica dei giovani nell’Ufficio del
giudice deve essere inserita a regime nel normale meccanismo concorsuale di
accesso alla magistratura e ammessa come
tirocinio abilitante agli esami per l’avvocatura. Si vedano i risultati molto
positivi di sperimentazione ottenuti dal Tribunale di Milano.
Per generalizzare tali comportamenti virtuosi è necessario,
pur garantendo la massima indipendenza della magistratura, valorizzare la performance dei giudici anche
in termini di efficienza e produttività, in termini sia di remunerazione sia di
responsabilità. In particolare, nel giudicare la performance, al fine dei
passaggi di carriera a posizioni direttive o che comunque comportino
responsabilità di uffici, il CSM deve necessariamente avvalersi di tecnici
specializzati nella valutazione delle risorse umane.
Specializzazione:
Introdurre maggiore competenza (che si traduce in rapidità e
equità delle sentenze) nei tribunali attraverso la creazione di sezioni e
giudici specializzati, come già avviene nei tribunali maggiori; in particolare,
potrebbero esser create sezioni specializzate in diritto commerciale, del
lavoro, fallimentare, di famiglia, delle locazioni, e della proprietà
industriale e intellettuale (queste ultime di recente sono state incorporate
nelle sezioni in materia di impresa, facendo venir meno la competenza
specifica). Ove opportuno, le sezioni potrebbero essere concentrate presso uno
o più tribunali all’interno di una regione, con un limitato aggravio per le
parti, a fronte di molteplici vantaggi.
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Molti degli interventi di rapida attuazione indicati per la
giustizia civile, specie quelli riguardanti la produttività, sono possibili e
desiderabili in forma opportunamente modificata anche per gli altri settori. Si
vedano, ad esempio, i risultati molto positivi ottenuti dalla Procura di
Bolzano diretta da Cuno Tarfusser che ha tagliato i costi del 70 per cento in
tre anni, ottenuto la certificazione di qualità Iso 9000, e redatto annualmente
il bilancio sociale. In termini più generali, coerentemente con gli interventi
sopra delineati per la giustizia civile, ha proposto la distinzione degli
aspetti gestionali da quelli giurisdizionali. Di seguito, sono indicate talune
ulteriori proposte più specifiche.
2. Giustizia
penale
o Prevedere
ulteriori incentivi alla scelta dei riti alternativi, a fronte del rischio che
in caso di condanna nel dibattimento si incorra in una pena certa e assai più
severa.
o Assicurare
certezza ed effettività della pena riformando in profondità la disciplina della
prescrizione e della concessione dei benefici ai carcerati.
o Limitare la
carcerazione preventiva, attraverso sistemi di controllo (es. braccialetto
elettronico) già in vigore in altri paesi.
o Semplificare il
meccanismo delle notifiche, con particolare riguardo all’ipotesi degli
irreperibili, responsabilizzando l’imputato rispetto alla conoscenza e
all’andamento del processo.
o Le notifiche ai
difensori devono inoltre poter essere fatte con i normali mezzi telematici
esistenti.
o Limitare il
principio d’immediatezza, consentendo al giudice che si sostituisca in un
processo pendente di utilizzare i verbali delle testimonianze assunte dal
predecessore e, eventualmente, di risentire quei testimoni che reputi necessari.
o Utilizzare al
meglio i beni confiscati alle organizzazioni mafiose, liberando altri cespiti
dei comuni e utilizzando i proventi per migliorare le condizioni economiche
degli uomini delle Forze dell'Ordine.
3. Giustizia
tributaria:
o Aumentare gli
strumenti per la sospensiva che oggi, a causa della lunghezza dei procedimenti,
non è in grado di proteggere il contribuente dal recupero forzato delle
somme. E’ necessario prevedere che
l’azione esecutiva rimanga sospesa fino a quando il giudice non si sia
pronunciato sull'eventuale istanza di sospensiva, assicurando al contempo che
ciò debba avvenire in tempi brevi per evitare abusi dello strumento.
o Ripensare la
composizione delle commissioni tributarie per accrescerne la competenza, data
la sempre maggiore complessità delle problematiche tributarie.
o Garantire la
necessaria specializzazione in materie tributarie dei giudici anche presso la
Cassazione, posto che con il sistema attuale si tratta di magistrati che per
definizione hanno percorso una carriera in settori affatto diversi.
4. Giustizia
amministrativa:
Il giudice amministrativo può essere mantenuto come giudice
speciale dell'amministrazione, ma è necessaria una regolamentazione più
puntuale, severa e restrittiva, della disciplina degli incarichi
extragiudiziali, a tutela della sua posizione di terzietà e a garanzia della
continuità e professionalità della carriera giurisdizionale.
E’ opportuno introdurre rispetto al processo amministrativo
delle forme di Alternative Dispute Resolution, sia nella forma dei ricorsi
amministrativi preventivi sia in quelle già presenti in altri ordinamenti
dell’Unione Europea, al fine di deflazionare il processo amministrativo e
fornire alla pubblica amministrazione nei casi controversi una indicazione
autorevole e imparziale preventiva.
E’ opportuno favorire la maggiore specializzazione anche del
giudice amministrativo, creando sezioni specializzate, specie in materia di
energia e nei vari settori del diritto pubblico dell'economia.
Per affrontare il problema delle inerzie e dei ritardi della
pubblica amministrazione non è sufficiente utilizzare gli strumenti del
silenzio assenso e delle denunce di inizio attività. Le imprese hanno bisogno
di un provvedimento per avere certezza. Bisogna pertanto anche favorire
percorsi alternativi che consentano di pervenire a una decisione unica e
definitiva, riducendo le contrapposizioni tra i diversi enti pubblici
interessati. Si potrebbe anche intervenire sulla disciplina dei reati commessi dalla
pubblica amministrazione al fine di incentivare la dirigenza amministrativa ad
assumersi i poteri decisionali che le competono.
5. Carceri:
Affidamento tramite appalti pubblici dei servizi di gestione
degli istituti di pena con esclusione dei servizi di sorveglianza. Incentivare
la costruzione di penitenziari in
concessione di lavori e project finance.
Introduzione di pene alternative per condannati non
pericolosi.
Quando leggo "Migliorare la normativa sui filtri all'appello e al ricorso in cassazione" mi cascano le braccia. Se anche gli economisti in Italia si preoccupano di "normativa astratta" anziché di incentivi concreti e strutturali, siamo a posto. L'eccessivo ricorso ai gradi superiori deriva dal fatto che la magistratura non risponde mai dei propri costi. Non è responsabile di fronte a nessuno. O si cambia quel sistema (e abbiamo esempi all'estero per decidere come fare) o non si cambia nulla
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