venerdì 2 novembre 2012

GRILLO CONCEDE L'ONORE DELLE ARMI A DI PIETRO E GLI CANTA LA FAVOLA DEL QUIRINALE



Di Pietro Presidente della Repubblica. Ci mancherebbe solo questo. Eppure Grillo l'ha detto, e proprio nel momento in cui l'orso marsicano tocca il punto più basso della sua popolarità.
Abbiamo già scritto del crollo di Di Pietro ( http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/11/la-fine-degli-uomini-partito-ora-tocca.html ) , oggi riportiamo le sorprendenti parole di Grillo che dopo aver politicamente ucciso l'amico, prendendosi l'elettorato militante contro berlusconi (che però non c'è più...) e soprattutto anti-politica , anti casta, anti tutto, lo consola con questa sponsorizzazione che non si sa quanto sincera nella sua palese assurdità.
<<Di Pietro è un uomo onesto....che si è battuto da solo contro il sistema. Ha commesso degli errori, chi non li fa ? Però meglio lui degli altri. >> questo in soldoni il concetto del Guru del M5stelle . Ora, quand'anche quello che afferma fosse vero, e NON lo è ,  basta per essere eletti capi dello Stato ? Per fortuna no.
Tra i tanti commenti critici su DI Pietro, mi è piaciuto molto quello di Stefano Menichini su Europa (una scoperta questo giornalista, un progressista vero, non quelli travestiti da Bersani in giù, verso sinistra ) , che ha scritto, tra l'altro : "Lui (DI Pietro ndC) volentieri, dopo aver colpito per anni, si sarebbe rifugiato sotto l’ombrello del vincitore: peccato che Bersani lo tenga chiuso. Intanto però l’Idv è stata spolpata dagli scandali. L’ex pm è stato indebolito personalmente. Il suo elettorato eroso elezione dopo elezione. E adesso deve consegnarsi, il fondatore del giustizialismo italiano, a chi è dieci volte più giustizialista di lui. Nemesi fatale. Nominarlo per la presidenza della repubblica da parte di Grillo è allo stesso tempo una beffa ma anche lo svelamento di un coerente disegno. Tutti costoro vorrebbero uscire dall’epoca di Berlusconi non verso una stabilizzazione del sistema democratico depurato delle sconcezze partitocratiche, bensì verso un regime giacobino intriso di terrore permanente"
Anche Pierluigi Battista, nel suo commento sul Corsera, parla di "contrappasso" per Di Pietro. L'uomo PULITO per eccellenza , che si rivela, nella migliore delle ipotesi, familista e intrallazzone come gli avversari di volta in volta mandati sulla ghigliottima , prima carceraria e poi mediatica. I Giacobini sono esigenti, si sa, essere all'altezza del grado di purezza preteso non è semplice. Cavalcare quella tigre può essere inebriante ma non dura, specie in un paese facile all'esaltazione ma anche alla decapitazione. Sono cadute le teste di Bossi e di Berlusconi, in modo più o meno rumoroso. Oggi cade quella di Di Pietro.
Buona Lettura

 Grillo in soccorso a Di Pietro
«L'uomo giusto per il Quirinale»


«È l'unico in Parlamento che si è opposto in tutti questi anni al Berlusconismo» ed è un uomo «onesto». Pertanto, secondo quanto si legge nel blog di Beppe Grillo è il leader dell'Idv Antonio Di Pietro l'uomo «giusto» per il Quirinale.
GLI ERRORI - «Di Pietro ha commesso degli errori, ha inserito nel suo partito persone impresentabili come De Gregorio e Scilipoti, ha evitato, per scelte forse tattiche, prese di posizioni nette su Tav e G8, ma lui solo in Parlamento ha combattuto il berlusconismo», scrive Grillo nel suo blog. «Lo ha fatto con armi spuntate, con una truppa abborracciata tenuta insieme unicamente dalla sua testardaggine e caparbietà. È sempre stato un isolato, mal sopportato dai pdmenoellini e odiato da tutti gli altri. Ha confuso talvolta la politica con la realpolitik e cercato un compromesso impossibile con partiti corrotti e in via di estinzione. Si è fidato troppo di persone a lui vicine, di signor nessuno che ne hanno sfruttato la popolarità assecondando in modo acritico ogni sua richiesta», prosegue il leader del M5S. E, sottolinea, «ha allevato, forse consapevolmente, piranha e squali che pensava di tenere a bada e che ora mostrano le loro fauci.

«PERÒ...» - Però in questi lunghi anni di inciucio tra il Pdl e il Pdmenoelle, senza di lui, in Parlamento si sarebbe spenta anche l'unica flebile luce rimasta accesa. La Camera non sarebbe stata differente dall'aula sorda e grigia evocata da Benito Mussolini o dall'attuale obitorio della democrazia di Rigor Montis». «Il suo "Caro presidente che non c'è" rivolto allo psiconano e gli attacchi ai servi del berlusconismo sono gli unici lampi di luce che meritano di essere ricordati nel peggior Parlamento dell'Unità d'Italia, un luogo immondo popolato da pregiudicati e piduisti, da nemici dichiarati della democrazia. Può essere - scrive ancora Beppe Grillo - che Tonino abbia lanciato dei referendum pro domo sua, ma se abbiamo potuto votare contro il nucleare di Casini, Bossi, Fini e Berlusconi lo dobbiamo a lui che ha raccolto e validato le firme necessarie». «Solo per questo - assicura il comico - dovremmo dirgli grazie». «Il Lodo Alfano, che anche un bambino avrebbe dichiarato incostituzionale, ma non il presidente della Repubblica, fu criticato e osteggiato in solitudine da Di Pietro nel silenzio dei Bersani, dei D'Alema e con il plauso dei Cicchitto e dei Gasparri. L'uomo ha un caratteraccio, non ascolta nessuno - sostiene Grillo - ma è onesto. Quando ha dovuto affrontare il giudizio di un tribunale lo ha fatto senza esitazioni e ne è sempre uscito prosciolto. Quanti in Parlamento possono dire altrettanto? Chi può scagliare la prima pietra? Nessuno». «Nel 2013 Napolitano decadrà - conclude - per ora è l'unica buona notizia certa. Il mio auspicio è che il prossimo presidente della Repubblica sia Antonio Di Pietro, l'unico che ha tenuto la schiena dritta in un Parlamento di pigmei. Chapeau!». 

 
 


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