Con tutta la compassione umana per un uomo che ha subito una tragedia così grande, io credo che questa sia la prova che nel nostro paese giri un virus pericoloso : la nevrosi da codice penale.
Ci pensavo qualche giorno fa quando a colloquio col mio Maestro di diritto penale (io faccio civile, quel poco che so di Penale lo devo molto più a Domenico Battista che ai quattro anni di Università. Forse per questo lui s'incazza quando la riforma dell'avvocatura prevede il tirocinio nella aule universitarie piuttosto che negli studi e nelle aule di Tribunale, per non parlare delle scuole di specializzazione... ) lo sentivo irridere alla deriva italica per la quale tutti i fenomeni della vita ordinaria rientrano ormai nel codice penale. Ci lamentiamo, con ragione, dei tribunali ingolfati dalle cause, poi però ci ritroviamo con PM nevrotici che aprono un fascicolo per ogni cosa, finendo inevitabilmente per dare un pessimo esempio ai connazionali ormai vittime della "querelite".
Ora, gentile sig. Zarcone....quale è mai il reato della Ministro Fornero ??? Essere antipatica, inopportuna, sussiegosa ? Non sono reati. La gente ha diritto a sentirsi offesa per le esternazioni della Elsa dalla lacrima facile, per carità, e può legittimamente prendere carta e penna e scrivere al Ministro, oppure ai giornali, o entrambe le cose . Ma una Querela ???
Un'altra denuncia è stata fatta da non so quale indignato cittadino contro la Polverini rea del fatto che l'auto della sua scorta avrebbe circolato contro mano nel centro di Roma....Una violazione del codice della strada (l'ha commessa anche quella poraccia della moglie di Bersani, vicino Piacenza. Per ora se l'è cavata con una multa, ma mica è detto...) trasformata in un'ipotesi di reato per peculato e non so quale abuso...
Ve dovete calmà !!! Poi non vi lamentate se avete le scrivanie ingolfate...Ma è sparito il buon senso ?
Poi ovviamente certe usanze ti si ritorcono contro. E così due manettari doc, come Di Pietro e Travaglio, si ritrovano nei guai. Il primo, che per 20 anni si è venduto come duro e puro, e oggi balbetta a Report di fronte alla contestazione di un numero di proprietà immobiliari che manco Caltagirone a momenti..., senza contare la sfilza di inquisiti che la sua IDV si ritrova (ultimi il buffo Maruccio e la bella Marilyn Fusco) ; il secondo, che gli tocca difendere il Tonino marsicano assediato, da lui per anni portato in palmo di mano. In questo Travaglio si mostra persona non dimentica degli amici e questo è bello. In fondo, il nuovo guru da incensare e sostenere l'ha già trovato, Grillo (famosa una non-intervista al leader delle 5 stelle che imbarazzò, per servilismo, addirittura l'editore del Fatto) . Filippo Facci, che li odia dichiaratamente entrambi (è odio VERO, che credo risalga ai tempi di Mani Pulite) ovviamente gode dello stato di grave disgrazia dell'ex eroe degli onesti (???) e dell'incoerente richiamo a principi di garantismo di Travaglio, il capo per eccellenza dei forcaioli.
La storia è piena di questi casi. Quando si esagera con l'Etica e la ghigliottina (in questo caso giudiziaria e mediatica) poi si finisce per salire sullo stesso carretto che porta a Piazza della Revolution, dove Robespierre fece la stessa fine procurata a tanti altri.
Feroce, come anticipato, il corsivo che Facci dedica a Travaglio.
Mazzate di Facci: "Grillo, Bossi, Di Pietro. Ormai Travaglio è
una barzelletta umana"
Che noia. C’è un tizio, Marco Travaglio, che vorrebbe in
galera i giornalisti che «dicono il falso» ma che è stato condannato penalmente
con «prova del dolo» e cioè sapendo di diffamare: sentenza del 15 ottobre 2008,
confermata in Appello l’8 gennaio 2010, prescritta il 4 gennaio 2011 senza
l’opposizione del condannato. Uno che però ha scritto un milione di volte che
una prescrizione equivale a una condanna e che ha pure beccato un sacco di
condanne civili. Uno che la mena con l’indipendenza dei giornalisti e però
pubblica solo carte di magistrati coi quali peraltro va in vacanza. Uno che è
andato pure in vacanza con con un tizio poi condannato per favoreggiamento di
un prestanome di Bernardo Provenzano. Uno che la mena coi servi berlusconiani e
che però ha pubblicato due libri con la Mondadori già berlusconiana. Uno che ha
appena fatto un libro che deride chi credeva in Bossi ma che scriveva, con
pseudonimo, sulla Padania. Uno che ha intervistato Grillo e alla fine aveva il
naso marrone. Uno che ricatta i conduttori di talkshow dicendogli che, se c’è
il sottoscritto, non ci sarà lui. Questo tizio, ieri, è riuscito a difendere Di
Pietro scrivendo un articolo infarcito di omissioni e di balle: sembrava un
ghedini minore. Ha detto che Di Pietro è un personaggio che non ha niente da
nascondere: il suo scritto era una barzelletta. Questa sera ne racconta altre.
Una è diventata lui.
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