martedì 25 dicembre 2012

NATALE MAGRO PER I COMMERCIANTI, E IL 25 I NEGOZI RESTANO CHIUSI A DISPETTO DELLA LIBERALIZZAZIONE

Non si riesce a vendere, causa povertà delle tasche degli italiani, per tutto il mese, domeniche comprese, resto aperto il giorno di Natale ? Rovinando le feste a me, negoziante, ai miei dipendenti e alle famiglie di entrambi. Un capolavoro ipotizzato da chi ? Ma ovviamente : SUPER MARIO, in nome delle liberalizzazioni....Se sono queste, possiamo farne a meno.
Forse, per far comprare qualcosa in più agli italiani, la strategia giusta non è tanto restare sempre aperti ma lasciare più soldi nelle tasche dei consumatori. Con saldi IMU non inferiori ai 400 euro, più spesso con cifre doppie e superiori, non c'era da aspettarsi un natale sfarzoso che infatti non c'è stato.
La maggior parte di noi non ha rinunciato al pacchetto dono, ma si è trattato di pensieri, cose di poco costo. Con 200 euro una signora per via del Corso confessava di aver fatto il regalo a tutta la famiglia : una quindicina di persone, poco più di 13 euro a testa...da affidarle il  Ministero del Tesoro nella prossima Legislatura !
Tra l'altro, in quale paese del Mondo Occidentale i negozi a Natale sono aperti ??
Del Flop dell'idea "vetrine aperte a Natale" si parla nell' articolo che segue tratto dalla  cronaca del Corriere on line





CONSUMI IN CRISI

Negozi aperti a Natale, il flop di Roma:
nel Tridente solo 10 saracinesche alzate

 

Via Due Macelli, un negozio d'abbigliamento aperto a Natale (Zanini)Via Due Macelli, un negozio d'abbigliamento aperto a Natale (Zanini)
ROMA - Il tabù è caduto, il freno dei costi rimane tirato: non decolla nella capitale l'apertura dei negozi a Natale. Sebbene una sentenza della Corte Costituzionale giunta a meno di una settimana dalle feste sancisca la libertà - per supermercati, centri commerciali e negozi - di restare aperti anche il giorno di Sankta Klaus, nel centro storico di Roma sono stati davvero pochi gli esercizi commerciali - quasi tutti di abbigliamento - che hanno alzato le saracinesche il 25 dicembre: uno in via Due Macelli, uno in via Frattina, meno di cinque su tutta via del Corso; una decina in tutto il Tridente. Pochi anche i clienti nonostante le vie del Tridente fossero percorse da un buon numero di turisti e romani a passeggio la mattia di Natale.
Shopping a NataleShopping a Natale    Shopping a Natale    Shopping a Natale    Shopping a Natale    Shopping a Natale
ACCORDO SFUMATO CON BORDONI - «Alla fine siamo l’unica nazione con i negozi aperti il giorno di Natale», protesta Valter Giammaria, presidente di Confesercenti, che non nasconde la sua forte contrarietà all’idea che qualche commerciante potesse accendere luci e registratori di cassa il 25 dicembre. Gianmaria lo aveva previsto: «difficilmente i colleghi negozianti lo faranno», a meno che non si tratti di un esercizio «grande», ovvero una catena commerciale. «È assurdo – aggiunge Valter Giammaria –: stavamo anche per fare un accordo con l’assessore capitolino al Commercio Davide Bordoni ma la Federdistribuzione l’ha bloccato». Situazione analoga a quella del Tridente anche su via Nazionale (5 negozi aperti in tutto) e a Trastevere, dove solo in via della Scala c'erano due negozi aperti: una bigiotteria e uno di oggettistica.
Un negozio di vestiti e un chiosco di frutta aperti  a Natale all'angolo tra via del Corso e via della Croce Un negozio di vestiti e un chiosco di frutta aperti a Natale all'angolo tra via del Corso e via della Croce
RISPETTO DELLE DOMENICHE - E aveva sentenziato: «Penso che tutti gli imprenditori con un po’ di senso di responsabilità resteranno chiusi». Così mentre la Confesercenti un mese fa ha anche iniziato una raccolta di firme davanti ai sagrati delle chiese per un ritorno al rispetto delle festività con i negozi chiusi, domeniche comprese, le liberalizzazione del governo di Mario Monti vanno avanti. Forse troppo. La Corte costituzionale ha dato la sua benedizione alla liberalizzazione degli orari di apertura di centri commerciali e punti vendita al dettaglio stabilita dall'articolo 31 della legge «Salva Italia», respingendo il ricorso di otto Regioni che rivendicavano l'ultima parola in materia. Una scelta in nome della libera concorrenza e del rilancio dei consumi natalizi.
«SOLO SE SI GUADAGNA» - Ma per presidente della Confcommercio Giuseppe Roscioli «il discorso è sempre lo stesso - : la capacità di spesa delle famiglie è diminuita. Ha quindi un senso rimanere aperti solo se c’è una possibilità di guadagno in più». In effetti, nel centro di Roma, a Natale c'era solo una categoria merceologica ad avere tutti i punti vendita aperti: quella dei banchi ambulanti e dei negozi di souvenir. Funzionano, invece, nelle periferie, le aperture dei grandi centri commerciali.
Un negozio di souvenir in via Due Macelli (Zanini)Un negozio di souvenir in via Due Macelli (Zanini)
ETICA E RIPOSO DOMESTICO - E proprio le scarse prospettive di guadagno, evidentemente, hanno indotto molti esercenti a desistere dall'apertura di Natale, prima ancora della considerazione che una simile apertura avrebbe avuto costi ingenti in termini di straordinari per chi avesse mobilitato i commessi. «Abbiamo già visto in passato il risultato di questi giorni natalizi - nota Roscioli - perciò è inutile fare sforzi, soprattutto per i piccoli negozi. Potrebbe forse avere un senso per i negozi in centro, per via dei turisti. Però anche da un punto di vista etico, se la gente ha la possibilità di restare a casa è meglio».
Un negozio di vestiti aperto la mattina del 25 in via del Corso (Zanini)Un negozio di vestiti aperto la mattina del 25 in via del Corso (Zanini)
PETIZIONE PER LA REGIONE - Intanto va avanti la petizione popolare, con la raccolta di firme, per riportare le competenze di aperture e chiusure e degli orari alla Regione «come previsto dall’articolo 5 della Costituzione – aggiunge Valter Giammaria - noi siamo, ad esempio, per una turnazione delle domeniche: se si vuole rilanciare la piccola e media impresa ci voglio delle regole, la liberalizzazione delle festività non porta allo sviluppo».
CODACONS: IMU AMMAZZA-CONSUMI - Consumi di Natale in caduta libera, comunque, nella capitale. A registrarlo il Codacons, che ha monitorato in questi giorni l'andamento degli acquisti natalizi da parte dei cittadini romani. Il 24 dicembre - a poche ore dal Natale - le vendite, secondo l’associazione, hanno fatto segnare un generalizzato calo, mediamente del 13 % rispetto al 2011. Non tutti i settori, però, sono colpiti dalla riduzione dei consumi: a risentire maggiormente della crisi in atto sono stati il comparto viaggi (che arriva a segnare un meno 20 % ), quello dell'abbigliamento e delle calzature e il settore arredamento e casa. Hanno retto invece gli acquisti di giocattoli, di prodotti hi-tech e di beni alimentari, generi ormai irrinunciabili sotto Natale.

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