mercoledì 27 febbraio 2013

I SONDAGGISTI ? MEGLIO I MAGHI DELLA PIOGGIA


Francamente da Renato Mannheimer mi piacerebbe leggere un articolo in cui si scusa e spiega come mai i sondaggi continuano ad essere così approssimativi. Ormai comincio a pensare che siano da prendere un po' come il calciomercato, qualcosa che serve a parlare, ma dove la realtà è poca. Poi certo, qualche previsione d'acquisto si realizza sempre ! Ma le chiacchiere sono assai di più.
Invece non una parola su cosucce come :
1) Nessuno che aveva previsto il trionfo di Grillo. Che il M5S sarebbe andato bene sì, questo lo avevano detto tutti, ma per tutto il periodo dei sondaggi pubblici era dato in lotta con Monti per il terzo posto, attorno al 15%, con un calo di tre punti rispetto al periodo migliore dei sondaggi sui grillini, che risaliva alle elezioni siciliane, prima delle primarie PD, e poi la salita di Monti e il ritorno di Berlusconi, tutti eventi che sembravano aver arrestato la salita di Grillo, che anzi arretrava dal 18 (qualcuno si era spinto al 20 ) al 15...E' vero che nelle ultime due settimane i sondaggisti non si erano potuti esprimere pubblicamente, e che i rumors su M5S lo davano in forte risalita, ma NESSUNO aveva pronosticato il 25% e il ruolo di primo partito italiano !
2) Nessuno che aveva pronosticato la forte flessione del PD e della coalizione in generale. Dal quasi 40% del periodo d'oro delle primarie, si era scesi attorno al 35%, punto più punto meno, col PD che a volte si avvicinava al record veltroniano (33%), a volte ci si discostava ma restando sempre almeno al 30...Hanno preso il 25, MENO di Grillo !
3) Il centro destra per lo più veniva dato attorno al 25% dei voti...Solo la Ghisleri, di Euromedia, aveva avvicinato il CDX al 30%, come in effetti poi è stato, e accorciato a due punti la distanza dalla sinistra, Alla fine la differenza è stata dello 0,50 !!!
4) Il flop di Monti invece era stato ad un certo punto segnalato, ancorché non in questi termini così esiziali.
5) L'altra toppa grossa, forse superiore addirittura a quella Grillina , è quella sulle previsioni del voto al senato....Sia perché gli "esperti" davanti avanti la sinistra in Campania e ancora di più in Puglia, sia perché le regioni in bilico, quelle più importanti oltretutto, vale a dire Sicilia e ancora di più Lombardia, erano date "testa a testa"....Invece il distacco è stato di molti punti, il che significa per i sondaggi cartellino ROSSO (loro parlano di una forchetta da 1 a 3 punti, qui siamo andati dai 6 in su !).
Eppure la cene sul capo non la si vede...si qualche parola....gli elettori di Grillo e di Berlusconi non si pronunciano, un po' si vergognano...Lo scriveva intelligentemente Ricolfi PRIMA delle elezioni, mettendo in guardia su una risalita di Berlusconi...., ma la cosa poteva riguardare semmai un personaggio ormai datato e discusso nel mondo ! I grillini, per lo più, si VANTANO del loro essere ROTTURA rispetto ai partiti tradizionali...Senza contare la sopravvalutazione della sinistra. Perché alla fine, a mio avviso, più che di vittoria del Cav (che certo può essere soddisfatto viste le premesse, ma sempre vede dimezzati i suoi voti in 5 anni ) , è l'ennesimo successo sfumato di quella parte che colpisce.
In Penale si dice che tre indizi fanno una prova. Ci siamo : 1994 (Occhetto), 2006 (Prodi), 2013 (Bersani).
Qualcuno ricorda i messaggi di avvertimento e quelli di sinistra, soprattutto i più giovani (Fassina, Orsini ) sicuri che stavolta non ce ne fosse per nessuno ?
Lo stesso Bersani, con il suo "Ragassi, stavolta tocca a noi ".
Non è colpa solo loro. I sondaggisti ce li hanno fatti credere per l'ennesima volta. La prossima, meglio i maghi della pioggia.
Qualche spiegazione si legge : elettorato più "liquido", con molte più persone rispetto ad un tempo pronte a decidere e anche a cambiare idea all'ultimo minuto...IN più, finalmente, c'è anche chi sussurra che i metodi rilevamento andrebbero aggiornati, iniziando con l'abbandonare i rilevamenti fatti su rete telefonica fissa...
Mannheimer comunque almeno i flussi elettorali magari li azzecca, e di seguito posto l'articolo nel quale l'uomo dei numeri amato da Vespa spiega come ben 16 milioni di voti si siano spostati ( come tutta la scandinavia !! ) , e il 16% dei voti di sinistra siano andati a Grillo (ma anche il CDX ha pagato il suo conto : 13%).
Buona Lettura





QUASI IL 16% DI CHI NEL 2008 SCELSE IL CENTROSINISTRA OGGI HA PREMIATO IL MOVIMENTO

Si sono spostati 16 milioni di elettori:
il Pd perde un terzo di voti, il Pdl metà

Monti e 5 Stelle erodono il bacino dei «vecchi» schieramenti

(Omnimilano)(Omnimilano)
Il Movimento 5 Stelle, con più di 8,5 milioni di voti, è apparso il vero dominatore delle elezioni. Grillo ha attratto voti da tutti i partiti: in misura simile da ex elettori Pdl e Pd, ma anche (circa il 20% degli attuali votanti per il M5S) da chi, alle precedenti Politiche del 2008, aveva deciso di astenersi ed è stato questa volta motivato dal comico genovese a partecipare. Ancora, una parte consistente (16%) dei suffragi per Grillo proviene dai giovanissimi che si sono recati alle urne per la prima volta.
Dall'altra parte, i valori assoluti mostrano la débacledella gran parte dei partiti tradizionali. Il Pdl ha subito, in confronto al 2008, l'erosione maggiore, perdendo più di 6 milioni di voti. Solo circa metà degli elettori di Berlusconi ha confermato la propria scelta di cinque anni fa: molti si sono rifugiati, come si è accennato, nel Movimento 5 Stelle, ma anche, in misura maggiore (24%), verso l'astensione che si è fortemente accresciuta. La campagna elettorale di Berlusconi è riuscita comunque a recuperare consensi per il suo partito, che era stimato attorno al 16% a dicembre ed è giunto a sfiorare il 22%. Ma ciò non ha compensato il declino che, peraltro, si era già manifestato quando nel 2009 si è votato per le Europee. È vero, dunque, che il Pdl è uscito dalle urne meglio di quanto si ipotizzasse qualche mese fa, ma è vero anche che deve far fronte alla forte perdita di sostegno tra gli elettori.
Anche il tradizionale alleato di Berlusconi, la Lega Nord, ha assistito a un crollo di suffragi: dai 3 milioni del 2008 si è passati a meno di metà, 1 milione e 400 mila voti. Ha pesato, naturalmente, la crisi interna del partito, sino alla messa in disparte di Bossi e all'ascesa di Maroni e la forte controversia sull'opportunità o meno di allearsi con il Pdl. L'erosione della Lega è ancora più evidente se si prendono in considerazione le regioni del Nord: in Lombardia il partito di Maroni ha perso quasi 600 mila voti; più di 500 mila nel Veneto e oltre 600 mila in Piemonte.
Un calo significativo è stato subito anche dall'altro grande partito presente sul nostro scenario politico: il Pd. Quest'ultimo poteva contare su circa 12,5 milioni di consensi nel 2008. Domenica e lunedì il partito di Bersani ha colto circa 8 milioni e 600 mila voti, con un decremento di quasi 4 milioni di consensi. Il Pd gode comunque di un tasso di riconferma dei suoi votanti alle Politiche precedenti (61%) maggiore del Pdl. Ma quasi il 16% del suo elettorato passato si è diretto verso Grillo. La campagna elettorale di Bersani non è valsa dunque a conquistare nuovi consensi né, peraltro, a mantenere tutti quelli passati. Anche nella zona che una volta veniva chiamata «rossa», ove il Pd è sempre stato più presente, il partito perde voti. In Emilia-Romagna ha lasciato, rispetto al 2008, quasi 300 mila voti. Altrettanto accade in Toscana. Nel Lazio l'erosione supera i 400 mila voti. E in Puglia è pari a 330 mila voti. Si va dunque erodendo anche la base tradizionale, non ultimo a causa di importanti mutamenti avvenuti nella stessa composizione socio-economica dell'elettorato italiano.
L'erosione del consenso del Pd ha avvantaggiato anche Sel, la forza alleata posizionata alla sua sinistra. Quest'ultima aveva ottenuto poco più di 500 mila voti nel 2008, salendo sino a quasi un milione nel 2009 e crescendo di altri 100 mila voti in questa occasione. Nell'insieme, Vendola è riuscito, in controtendenza con le altre forze politiche, a recuperare più di 500 mila voti negli ultimi cinque anni.
Rivoluzione Civile di Ingroia ha invece eroso in larga misura il patrimonio di consensi portatogli dall'Idv di Di Pietro. Quest'ultimo poteva contare nel 2008 su quasi 2 milioni e 200 mila voti, scesi oggi con Ingroia a meno di 800 mila.
Ancora, colpisce il vero e proprio crollo di consensi subito dall'Udc: dai 2 milioni di voti delle politiche del 2008, si è giunti a poco più di un quarto: 610 mila voti. Parte dei consensi passati dell'Udc si sono diretti verso la lista Monti che ha ottenuto, in queste elezioni, quasi 3 milioni di suffragi, sottratti, oltre che a Casini, a Pd e Pdl.
In conclusione, sommando le perdite complessive delle principali forze politiche, si rileva come almeno 16 milioni di elettori abbiano abbandonato i partiti votati cinque anni fa per dirigersi verso altri lidi. Segno del forte mutamento dello scenario elettorale (con l'ingresso di nuovi attori tra cui, specialmente, Grillo e Monti), ma anche, in qualche modo, dell'estendersi dell'insoddisfazione verso l'offerta politica tradizionale.

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