L'altro giorno commentavo con un mio amico, di fede fortemente giallorossa, la notizia dello Sceicco comparso negli orizzonti della A.S. Roma per far sognare i tifosi della MAGGICA, che come tutti gli appartenenti a questa categoria umana sperano sempre che anche a loro tocchi un Agnelli (Gianni), un Berlusconi o un Moratti. Che poi quest'ultimo abbia dimostrato che per vincere non basti regalare montagne di soldi al club ma se si è poco capaci come dirigenti, indispensabile anche azzoppare gli avversari, non viene in genere considerato. Il denaro è condizione necessaria per stare ai vertici, se poi non sempre sufficiente si vedrà.
In ogni caso il romano è come Cyrano di Bergerac : non consente a Nessuno di criticare o anche semplicemente ironizzare sulla sua squadra del cuore, però lui , di suo, sa essere assai caustico e divertente.
Insomma "non permette mai che altri si permetta", ma la sua autocritica può essere sferzante e anche assai divertente.
Testimoni eccezionali di questa capacità sono i due misteriosi autori di Kansas City 1927 che su FB commentano le partite della Roma in modo esilarante. E il meglio di sé, per ammissione stessa dei fan giallorossi che a migliaia cliccano sulla pagina, lo danno proprio in occasione delle sconfitte o magri pareggi della squadra, cosa che negli ultimi due anni, complici Luigi Enrico col suo tichi taca, e il Boemo iperoffensivo, accade pregevolmente spesso.
Tornando al mio amico, stavamo prendendo uno spritz insieme e parlando della notizia con fare finto serioso se n'esce dicendo : "con la sfiga che abbiamo a questo se seccano i pozzi".
A me ha fatto ridere, soprattutto per il modo in cui l'ha detto.
A volte il pessimismo romanesco è anche scaramantico. Però dall'articolo che leggo e che riporto, preso come spesso dal Corsera, la prudenza sul personaggio improvvisamente comparso non è sbagliata.
Uno sceicco che vive a Perugia da 50 anni, che ha come portavoce l'ex calciatore Michele Padovano e che dalle prime ricerche pare avere parenti regali in Giordania alla stregua di come potrebbe averli il povero (e a me simpatico e apprezzato, nonostante tutto) Oscar Giannino....
Insomma, magari non è "'na sola" come si dice da queste parti, però meglio volare bassi....
Buona Lettura
IL CASO / DUBBI SULL'UOMO CHE VORREBBE COMPRARE LA SOCIETA' GIALLOROSSA
La Roma e lo sceicco di Perugia
storia di un affare che forse è illusione
Chi è Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewi: la casa povera in Umbria e due anni fa l'acquisto-bluff di Acqua Marcia
Un altro castello di carte, a cui ahimè la Roma ha fatto il callo. Fioranelli, Flick, George Soros. L'elenco di chi ha giocato al rialzo su Totti & co. è lungo. Adesso pare sia arrivato il turno di Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewi, lo sceicco che vuole da James Pallotta un pezzo dell'As Roma.
Sarebbe stato proprio Padovano a fare da tramite con gli intermediari di Pallotta. Un primo passo al Qaddumi l'ha già fatto, firmando due giorni fa un accordo preliminare per entrare nella cassaforte che controlla Neep Roma Holding Spa, a cui fa capo il 78% della squadra. Un preliminare. Che dovrebbe trasformarsi in qualcosa di concreto «al verificarsi di determinate condizioni» ha fatto sapere il presidente del team capitolino. Tra le condizioni la più importante, a quanto risulta, è l'arrivo dei soldi. Una formalità, secondo lo sceicco. E, sembra di capire, anche per gli americani.
Peccato che il canovaccio somigli molto, forse troppo, alla sceneggiata andata in scena due anni fa quando al Qaddumi si presentò all'Acqua Marcia per comprare la società. Allora si era parlato di un emiro dell'Arabia Saudita interessato agli alberghi e agli immobili di Francesco Bellavista Caltagirone. A Roma era arrivato insieme al superconsulente americano Sean Deson. I movimenti vennero monitorati (forse qualche sospetto già c'era) e i rapporti dello sceicco non erano esattamente quelli tipici di un arabo di alto lignaggio in trasferta nella Città Eterna.
Puntate in via della Magliana Nuova, giri notturni alla Borghesiana - una zona non proprio residenziale - su una Opel, incontri in bar di periferia. Anche con Bellavista Caltagirone, non proprio un finanziere di primo pelo, firmò un preliminare il cui perfezionamento era condizionato all'arrivo dei soldi su un conto vincolato. Una prima tranche dei 700 milioni pattuiti al preliminare. Li stanno ancora aspettando.
Nessun commento:
Posta un commento