sabato 2 marzo 2013

BERSANI IN STATO CONFUSIONALE : QUANDO PERDERE E' PERDERSI


D'Alema l'ha detto in una intervista al Corriere della Sera : se non vi vuole tornare al voto (e non è il caso di farlo), bisogna trovare un'intesa con tutti, PDL compreso. Lo hanno sbranato.
Sì perché alla BASE, quella che ha fatto fuori Renzi pensando che da soli si vinceva lo stesso, l'idea di provare a fare un governo con l'odiato centrodestra proprio non gli va giù.
Il che è assolutamente non solo comprensibile, ma legittimo. Il problema è che da soli NON hanno vinto, e nemmeno Monti, che avrebbero sopportato, è sufficiente. Ci vorrebbero i Grillini, ma il loro Capo risponde con vari VAFFA e altri epiteti secondo conosciuto repertorio.
Certo, c'è lo "scouting" ( che è come quando si chiamano ciechi, sordi e muti "diversamente abili") , ma intanto deve reclutare la bellezza di almeno una trentina di grillini ( e tutti i montiani, che già avevano difficoltà con Vendola, chissà come si troverebbero bene con i NO TAV, il reddito di cittadinanza, la pensione a 60 anni...cosucce così, tra le poche chiare del programma di Grillo ).  E poi appunto ci deve governare....
Quantomeno improbabile. Salace e sagace il commento di Davide Giacalone che descrive Bersani come persona bisognosa di una vacanza...
Essere sicuri di vincere, e rimanere in questo modo è comprensibilmente traumatizzante. Chi è tifoso di calcio lo sa : ci sono cose da cui non ti riprendi. Gli Juventini hanno l'Amburgo, i romanisti il Liverpool che è anche incubo dei Milanisti. Gli interisti hanno la Lazio del 5 maggio...
Ecco, dopo Occhetto, che veramente non si è MAI più ripreso dal botto del 1994, ora tocca a Bersani.
Buona Lettura



Perdere e perdersi
 
Non gli basta perdere, vogliono perdersi. Dal Pd continuano a ripetere: mai un accordo con il Pdl. Difettano in aritmetica, oltre che in logica politica e prudenza istituzionale: con chi lo vogliono fare, il governo? Sul serio contano di farlo con il Movimento 5 Stelle? Così procedendo si riducono come il Pier Luigi Bersani dell’intervista a Repubblica, dove sembra il tipo della storiella: mi dia un cono di gelato al limone; mi dispiace, il limone è finito; allora mi dia una coppetta al limone; è finito; va bene, prenderò una brioche al limone.
L’unico modo sensato per immaginare un governo che coinvolga gli stellati insultatori è quello di portarceli assieme al Pdl e ai montiani. In caso contrario il loro appoggio determinante si tradurrebbe in una totale inaffidabilità dell’Italia, con conseguente catastrofe finanziaria. Si deve essere fuori di testa, anche solo per immaginarlo. Ebbene: è possibile una simile ipotesi, di governo a quattro? No. Assolutamente no. Lo escludono i diretti interessati, e non vedo perché non si debba credere alle parole con le quali inframezzano il turpiloquio. Esclusa questa roba, cosa resta? E’ escluso un governo Pd-montiani, perché mancano i numeri. Quindi resta solo l’accordo fra Pd e Pdl. Si può discutere su come dargli forma, ma non ha senso far finta di non vedere che è l’unica possibilità alternativa al ritorno alle urne.
Tragitto che non sarebbe solo sconsiderato, ma anche alquanto periglioso, dato che prima si deve eleggere un nuovo presidente della Repubblica, visto che l’attuale non ha più il potere di sciogliere le Camere. E’ più lungo il tempo che ci mettiamo per organizzare questo suicidio assistito che quello in cui i mercati faranno scattare il grilletto della pistola che abbiamo puntata alla nuca. Ripeto: non ha alcun senso, si deve andare all’accordo.
Anche perché i tedeschi (uso un plurale non generico, visto che la cosa è venuta sia dal governo che dall’opposizione) vanno presi sul serio, quando parlando di “contagio”, quindi d’infettività italiana. Tutti hanno ritenuto che si riferissero a questioni monetarie, ma credo che la loro paura sia tutta politica: se i popoli d’Europa, a cominciare dai tedeschi che votano il prossimo autunno, si convincono che si possa mandare a quel paese i problemi, anziché affrontarli, è finita per tutti. E la ricetta che i tedeschi adottarono, per far fronte al problema, è quella della grande coalizione. L’unica praticabile, se si ha a che fare con persone ancora raziocinanti.
Quando si sente Bersani parlare di se stesso che va in Parlamento a cercarsi una maggioranza, portando un programma nel quale è compresa la creazione del nuovo ministero per lo “sviluppo sostenibile”, si ha l’impressione che il trauma gli abbia tolto più che lucidità. E’ comprensibile, ma se non riesce a ragionare prenda una vacanza. Il Bersani insultato che continua a ripetere: Grillo venga a dirmelo in Parlamento, ha perso anche il senso dell’umorismo: Grillo non c’è, in Parlamento. E mica per caso. Il Bersani che aggiunge, dopo avere chiesto il governo per sé, senza averne i numeri, che “non ho subordinate” è in stato confusionale. E tutta questa manfrina si rivelerà pericolosissima quando Silvio Berlusconi si convincerà che nuove elezioni potrebbero portargli più voti. Cosa di cui è in grado di convincersi da solo. E siamo ad un passo, perché già ieri ha cominciato a lambire questa sponda.
Il gelato al limone non c’è. Punto. Capisco lo sgomento, a sinistra: anche quando vinsero (due volte) le elezioni presero sempre meno voti della destra, ora che ne prendono di più le elezioni le hanno perse. Ma come fanno a non capire che se continuano a dare ascolto a quella che chiamano “base”, vale a dire a quell’impasto di settarismo e rifiuto antropologico lungamente pasturato dallo scalfarismo, se continuano a venire meno al togliattiano ruolo del gruppo dirigente, di loro non resterà nulla. E se credono di riprendere fiato perché altre accuse giudiziarie si scagliano contro Berlusconi, hanno perso il senso della realtà: l’odiato nemico non ne ha danno, mentre loro saranno impiccati al Monte dei Paschi di Siena.
Usino, tutti, il fine settimana. Tacciano e pensino. Lunedì si predispongano all’accordo.

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