D'Alema l'ha detto in una intervista al Corriere della Sera : se non vi vuole tornare al voto (e non è il caso di farlo), bisogna trovare un'intesa con tutti, PDL compreso. Lo hanno sbranato.
Sì perché alla BASE, quella che ha fatto fuori Renzi pensando che da soli si vinceva lo stesso, l'idea di provare a fare un governo con l'odiato centrodestra proprio non gli va giù.
Il che è assolutamente non solo comprensibile, ma legittimo. Il problema è che da soli NON hanno vinto, e nemmeno Monti, che avrebbero sopportato, è sufficiente. Ci vorrebbero i Grillini, ma il loro Capo risponde con vari VAFFA e altri epiteti secondo conosciuto repertorio.
Certo, c'è lo "scouting" ( che è come quando si chiamano ciechi, sordi e muti "diversamente abili") , ma intanto deve reclutare la bellezza di almeno una trentina di grillini ( e tutti i montiani, che già avevano difficoltà con Vendola, chissà come si troverebbero bene con i NO TAV, il reddito di cittadinanza, la pensione a 60 anni...cosucce così, tra le poche chiare del programma di Grillo ). E poi appunto ci deve governare....
Quantomeno improbabile. Salace e sagace il commento di Davide Giacalone che descrive Bersani come persona bisognosa di una vacanza...
Essere sicuri di vincere, e rimanere in questo modo è comprensibilmente traumatizzante. Chi è tifoso di calcio lo sa : ci sono cose da cui non ti riprendi. Gli Juventini hanno l'Amburgo, i romanisti il Liverpool che è anche incubo dei Milanisti. Gli interisti hanno la Lazio del 5 maggio...
Ecco, dopo Occhetto, che veramente non si è MAI più ripreso dal botto del 1994, ora tocca a Bersani.
Buona Lettura
Perdere e perdersi
Non gli basta perdere,
vogliono perdersi. Dal Pd continuano a ripetere: mai un accordo con il Pdl.
Difettano in aritmetica, oltre che in logica politica e prudenza istituzionale:
con chi lo vogliono fare, il governo? Sul serio contano di farlo con il
Movimento 5 Stelle? Così procedendo si riducono come il Pier Luigi Bersani
dell’intervista a Repubblica, dove sembra il tipo della storiella: mi dia un
cono di gelato al limone; mi dispiace, il limone è finito; allora mi dia una
coppetta al limone; è finito; va bene, prenderò una brioche al limone.
L’unico modo sensato per
immaginare un governo che coinvolga gli stellati insultatori è quello di
portarceli assieme al Pdl e ai montiani. In caso contrario il loro appoggio
determinante si tradurrebbe in una totale inaffidabilità dell’Italia, con
conseguente catastrofe finanziaria. Si deve essere fuori di testa, anche solo
per immaginarlo. Ebbene: è possibile una simile ipotesi, di governo a quattro?
No. Assolutamente no. Lo escludono i diretti interessati, e non vedo perché non
si debba credere alle parole con le quali inframezzano il turpiloquio. Esclusa
questa roba, cosa resta? E’ escluso un governo Pd-montiani, perché mancano i
numeri. Quindi resta solo l’accordo fra Pd e Pdl. Si può discutere su come
dargli forma, ma non ha senso far finta di non vedere che è l’unica possibilità
alternativa al ritorno alle urne.
Tragitto che non sarebbe solo
sconsiderato, ma anche alquanto periglioso, dato che prima si deve eleggere un
nuovo presidente della Repubblica, visto che l’attuale non ha più il potere di
sciogliere le Camere. E’ più lungo il tempo che ci mettiamo per organizzare
questo suicidio assistito che quello in cui i mercati faranno scattare il
grilletto della pistola che abbiamo puntata alla nuca. Ripeto: non ha alcun
senso, si deve andare all’accordo.
Anche perché i tedeschi (uso
un plurale non generico, visto che la cosa è venuta sia dal governo che
dall’opposizione) vanno presi sul serio, quando parlando di “contagio”, quindi
d’infettività italiana. Tutti hanno ritenuto che si riferissero a questioni
monetarie, ma credo che la loro paura sia tutta politica: se i popoli d’Europa,
a cominciare dai tedeschi che votano il prossimo autunno, si convincono che si
possa mandare a quel paese i problemi, anziché affrontarli, è finita per tutti.
E la ricetta che i tedeschi adottarono, per far fronte al problema, è quella
della grande coalizione. L’unica praticabile, se si ha a che fare con persone
ancora raziocinanti.
Quando si sente Bersani
parlare di se stesso che va in Parlamento a cercarsi una maggioranza, portando
un programma nel quale è compresa la creazione del nuovo ministero per lo
“sviluppo sostenibile”, si ha l’impressione che il trauma gli abbia tolto più
che lucidità. E’ comprensibile, ma se non riesce a ragionare prenda una
vacanza. Il Bersani insultato che continua a ripetere: Grillo venga a dirmelo
in Parlamento, ha perso anche il senso dell’umorismo: Grillo non c’è, in Parlamento.
E mica per caso. Il Bersani che aggiunge, dopo avere chiesto il governo per sé,
senza averne i numeri, che “non ho subordinate” è in stato confusionale. E
tutta questa manfrina si rivelerà pericolosissima quando Silvio Berlusconi si
convincerà che nuove elezioni potrebbero portargli più voti. Cosa di cui è in
grado di convincersi da solo. E siamo ad un passo, perché già ieri ha
cominciato a lambire questa sponda.
Il gelato al limone non c’è.
Punto. Capisco lo sgomento, a sinistra: anche quando vinsero (due volte) le
elezioni presero sempre meno voti della destra, ora che ne prendono di più le
elezioni le hanno perse. Ma come fanno a non capire che se continuano a dare
ascolto a quella che chiamano “base”, vale a dire a quell’impasto di settarismo
e rifiuto antropologico lungamente pasturato dallo scalfarismo, se continuano a
venire meno al togliattiano ruolo del gruppo dirigente, di loro non resterà
nulla. E se credono di riprendere fiato perché altre accuse giudiziarie si
scagliano contro Berlusconi, hanno perso il senso della realtà: l’odiato nemico
non ne ha danno, mentre loro saranno impiccati al Monte dei Paschi di Siena.
Usino, tutti, il fine
settimana. Tacciano e pensino. Lunedì si predispongano all’accordo.
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