giovedì 28 marzo 2013

E STAVOLTA BENIGNI FA FLOP


Ci sono quelle persone fortunate che piacciono a tutti ( o quasi). Benigni è tra queste. Ovviamente per lui sono pronti a immolarsi quelli di sinistra, ma anche i moderati, specie se un po' colti, intellettualoidi (scriveva giustamente Gallo della Loggia che questo tipo di persone non votano partiti post comunisti per storica avversione alle loro origini, però amano farsi apprezzare da quelle parti, mentre disdegnano gli "incolti" e anche per questo "impresentabili" della destra ) lo apprezzano molto. Bisogna essere berlusconiani, e di quelli più viscerali, per avere in uggia il toscanaccio, che la sua vis satirica la estrinseca efficacemente ormai solo contro l'amico Silvio . Ma Roberto lo fa sempre sorridendo, tirando il sasso e nascondendo la mano, aggiungendo sempre "ohi, noi qui si scherza..." e con quella faccia da eterno gianburrasca discolo ma buono, è facile perdonarlo.
A me Benigni, l'ho scritto più volte, sta simpatico. Mi piacciono diversi suoi film, come "Il piccolo diavolo" e "Johnny Stecchino", ma soprattutto "Non ci resta che piangere", in coppia con Massimo Troisi e "La vita è bella" che in diversi criticano, ma che io trovo tenero e commovente (e con il quale vinse l'Oscar ).
Da qualche anno si è messo a fare il lettore di Dante, ottenendo grande successo nelle serate a Firenze, riempiendo la piazza di Santa Croce. Però quella si colma  con 70.000 persone, che sicuramente sono una folla per uno spettacolo dal vivo. In TV per definire un programma un successo si ragiona in milioni.
E così, il Dante di Benigni, trasportato dalla piazza al cavo, da Firenze a Rai Due, fa flop.
I dati sono impietosi, come riporta nel suo articolo sul Corriere Renato Franco.
E' vero che il Roberto nazionale si impegna nel nobile proposito di popolarizzare il padre della lingua italiana, e la sua è cultura e non intrattenimento. Però è anche vero che il costo è salatissimo, e di questi tempi tutto quello che fa perdita viene guardato con occhio molto più critico di una volta.
Perché con 500.000 euro a serata pare ci si possano fare anche altre belle cose, culturalmente pure meritevoli, purché con protagonisti meno "stellari", il che consente che con quello che spendi per farne una, ne fai magari cinque...Ragionamenti validi sempre, ma che cadono di fronte all'Auditel, al trionfo di ascolti.
Quando questo però C'E'.
Buona Lettura

AUDITEL

Benigni, flop milionario su Rai 2

Ascolti in discesa. Partito dall’8,5 per cento Benigni si è inabissato fino al 4,5 per cento

Roberto Benigni (Ansa)Roberto Benigni (Ansa)
Una lenta discesa nei gironi infernali dell’Auditel, trascinato da Dante, che ingrato, proprio lui che da anni si spende per portarne il buon nome tra studenti svogliati e telespettatori assonnati con la semplicità, la passione e l’ironia del maestro che tutti gli studenti svogliati e i telespettatori assonnati vorrebbero avere. Lui, in grado di accendere sempre l’attenzione. Questa volta Benigni fa la fine delle Caterine Balivo e dei Franceschi Facchinetti (solo per rimanere a Rai2, niente di personale). Il suo TuttoDante è un TuttoFlop. Ascolti in discesa. Partito dall’8,5 per cento Benigni si è inabissato fino al 4,5 per cento. Brutto segnale per altro, perché così si dà ragione a chi pensa che la cultura in tv non funziona e funzionano meglio i programmi del pomeriggio con le urla da portinaia (niente di personale, che poi tocca andare a prendere la raccomandata alla posta centrale).
 Operazione costosa e fallimentare per Rai2 che sperava di risollevarsi ma invece si sta spegnendo sempre più. La rete si aspettava altri numeri, almeno il 15 per cento di share. Invece niente. Facile dire, ma anche con il senno di prima, che un prodotto registrato, rispetto a uno live desta meno interesse. Perché le serate che stanno andando in onda sono le registrazioni di TuttoDante 2012, realizzate a Firenze in piazza Santa Croce la scorsa estate. Un successo da settantamila spettatori. In piazza, non in tv. Tanto che il direttore di Rai2 Teodoli non ha escluso che il programma possa essere spostato in seconda serata.
Operazione costosa per le casse della Rai. Si sussurra di un contratto da 5,8 milioni di euro per le 12 serate. Cinquecentomila euro a puntata. Con la promessa di una sosta all’ultimo Sanremo di Fazio, poi sfumata. E pensare che un telefilm qualunque come Ncis riesce ad arrivare al 9 per cento di share e costa un po’ meno di 500 mila euro a episodio… Dunque, alla fine dei conti, uno sproposito nel saldo costi-benefici. Non per Benigni, però. Che così ha goduto di un doppio incasso. Quello delle serate live di Firenze, quello delle serate dead su Rai2. Certo Benigni è sempre il salvaRai. Basta invitarlo al Festival di Sanremo per fare di ogni suo apparizione un successo, milioni di spettatori, recensioni unanimi: è sempre un cavallo vincente su cui puntare (all’Ariston si presentò pure in groppa a un ronzino), ma questa volta il premio al valor civile del comico è solo una medaglia con un buco d’argento.

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