lunedì 4 marzo 2013

SE CREDETE AI SONDAGGI, L'ALLEANZA TRA PD - GRILLO E PD-PDL E' ALLA PARI


Renato Mannheimer è un uomo che invidio....pacioso, serafico, che nonostante le toppe sue e della sua categoria, i sondaggisti, continua ad avere il suo pubblico, e quindi le sue collaborazioni, immagino lautamente remunerate.
Leggendo il Corriere della Sera, ho dato conto puntualmente della fotografia settimanalmente aggiornata sulle intenzioni di voto pre elettorali e gli errori  sono stati vistosi :
1) La scontata vittoria della Sinistra non c'è stata, anzi, alla Camera, i 5 punti di vantaggio sempre dati a Bersani alla fine si sono rivelati un misero 0,4% !
2) La Campania era regione attribuita (per il Senato) alla Sinistra, la Puglia non era nemmeno data come regione in bilico, Sicilia e Lombardia incerte e sul filo di lana.....Bene, il centrodestra ha vinto in tutte queste regioni con almeno 6 punti di scarto....
3) La vittoria di Grillo non era stata assolutamente prevista in queste proporzioni. Lo si dava in lotta con Monti per il terzo posto....poi sì, quando i sondaggi non erano più pubblicabili, si parlava di un forte rialzo che avrebbe potuto portarlo ad essere il secondo partito, attorno al 21% , a lottarsela col PDL. E' il PRIMO col 25% , davanti al PD.
Il Flop di Monti è il risultato che ad un certo punto invece si era iniziato a prevedere.
Un po' pochino no ?
Eppure sia Ballarò con Pagnoncelli, sia Porta a Porta con Mannheimer, dimostrano che l'apprezzamento per i guru dei sondaggi non vacilla nonostante le toppe. E che resta inossidabile anche il gradimento alle persone fisiche, visto che questi due sono preferiti ad Alessandra Ghisleri che invece sono anni che si dimostra quella che sbaglia di meno !
Non mi stupisce...c'è tantissima gente che crede negli oroscopi e si fa leggere le carte se non la mano....
Personalmente, i sondaggi mi divertono alla stregua del Calcio Mercato...servono a "sognare" e a far parlare nei bar e nei ristoranti...
E' per questo che continuo a seguirli, e quindi posto i risultati delle interviste svolte da ISPO, il centro studi di Mannheimer, che indicherebbe quali alleanze  gli italiani  preferirebbero nella situazione intricatissima creatasi dopo il voto. Anche qui una maggioranza non c'è : un terzo vede bene l'alleanza tra Sinistra e Grillo (magari sarà contenta la Camusso, capo di uno di quei sindacati che Grillo abolirebbe, con mio personale plauso) , un altro terzo vede come sensato il compromesso tra PD e PDL. Monoritati, ma non proprio inesistenti (attorno al 10%, poco più) coloro che "rivotano" per un governo tecnico.
Insomma gli italiani restano divisi, e lo Spread si riavvicina a quota 400...
Ecco l'articolo sul Corriere.it






DEMOCRATICI DIVISI: IL 40% PUNTA SUI 5 STELLE

Grande coalizione, un elettore su 3 dice sì

Il 33 per cento degli elettori preferirebbe un patto Pd-M5S. L'ipotesi di un esecutivo tecnico piace solo all'11%

Beppe Grillo (Ansa)Beppe Grillo (Ansa)
Tutti i commentatori sottolineano come il nostro Paese si trovi oggi in una situazione drammatica. L'esito delle elezioni ha portato a un assetto parlamentare nel quale appare assai difficile, se non impossibile, la formazione di una maggioranza di governo. Al riguardo sono state ipotizzate negli ultimi giorni diverse alternative, tutte però caratterizzate da molti limiti e difficoltà.
Cosa ne pensano i cittadini? Quali sono le soluzioni più diffuse e apprezzate in questo momento dall'opinione pubblica? Quest'ultima appare al riguardo assai divisa: un terzo degli italiani pare approvare l'idea di formare un'altra «strana» maggioranza che veda nuovamente il Pd e il Pdl assieme per approvare alcune riforme essenziali e per andare poi a nuove elezioni. Ma una percentuale simile vede invece con maggior favore un'alleanza più o meno stabile tra il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle per cercare, in qualche modo, di governare il Paese. Minore consenso trovano invece le proposte di formare un governo tecnico, capeggiato da una personalità esterna alla politica, ma appoggiato dai maggiori partiti e quella di un governo di minoranza del centrosinistra che, di volta in volta, cerchi degli accordi con gli altri partiti per approvare le leggi.
Naturalmente, queste diverse soluzioni ottengono differente consenso tra gli elettorati dei vari partiti. In particolare, come era facile aspettarsi, i votanti del centrodestra - e quelli del Pdl in particolare - appoggiano (al 72%) la proposta di un esecutivo di unità nazionale che veda il Pd e il Pdl assieme. Tra l'elettorato del Pd, una maggioranza relativa (40%) appoggia invece l'ipotesi di una alleanza, più o meno organica, tra il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle. Ma una parte non piccola degli elettori del partito di Bersani (27%) preferirebbe invece un governo di minoranza formato principalmente dal loro partito. Si riconferma dunque l'esistenza di una accentuata pluralità di opinioni (se non di una vera e propria frattura) all'interno del Pd. 
Ma è interessante notare come invece l'ipotesi di un diretto coinvolgimento dei 5 Stelle al governo, attraverso la partecipazione del M5S a un esecutivo col Pd sia, tra le alternative proposte, la preferita da una larga parte (70%) dello stesso elettorato grillino. Ciò potrebbe mostrare un qualche maggior grado di apertura dei votanti per il M5S rispetto al nucleo dei militanti. Si tratta di un fenomeno peraltro evidenziato da Biorcio e Natale nel loro ultimo saggio sul movimento di Grillo ( Politica a 5 stelle , Feltrinelli). Al tempo stesso ciò potrebbe suggerire la possibilità, indicata da alcuni osservatori, che qualche eletto del movimento si possa, al momento della decisione di appoggiare o meno un governo, far convincere dallo «scouting» che Bersani certamente intraprenderà.
Si tratta però di una mera ipotesi, la cui realizzazione appare in questo momento piuttosto improbabile. La gran parte degli italiani è infatti convinta che il Movimento 5 Stelle - che ha ribadito anche in questi giorni la propria indisponibilità a partecipare a una alleanza di governo con i partiti tradizionali - non accetterà, almeno in una prima fase, una soluzione del genere. Tanto che alla domanda sui possibili futuri comportamenti degli eletti grillini, solo il 16% degli intervistati crede che essi acconsentiranno a stipulare un accordo con la coalizione di centrosinistra. La maggioranza (53%) degli italiani (e i due terzi degli elettori per il M5S) ritiene infatti che gli eletti di Grillo potranno collaborare all'approvazione di alcune riforme importanti, ma che si guarderanno bene dallo stringere alleanza organiche.
Insomma, gli italiani si rendono ben conto dell'impasse in cui siamo finiti. E rimangono profondamente divisi circa le possibili soluzioni.




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