lunedì 18 marzo 2013

UN PAESE DOVE IN GALERA SI ENTRA DA INNOCENTI E SI ESCE DA CONDANNATI


"Un paese dove in galera si entra da innocenti e si esce da condannati".
Il titolo di questo post è copiato da un passo del bellissimo e amarissimo articolo scritto da Davide Giacalone e pubblicato su Il Tempo di due giorni fa.
Sarebbe da inviarlo al dott. Sabelli , presidente dell'associazione nazionale magistrati (tutto minuscolo) che l'altro giorno aveva inviato una lettera piccata al Corriere della Sera contestando un articolo non gradito di Piero Ostellino.
Nonché a tutti coloro che pensano che non esista una magistratura politicizzata, intenta alla realizzazione di uno stato secondo la propria ideologia, in questo tracimando dal proprio alveo istituzionale, salvo sbraitare a più non posso all'"attentato "all'indipendenza e autonomia" dei giudici. In realtà, dei tre famosi poteri, quello giudiziario da tempo non si sente più uno dei tre, ma il primus inter pares, dove primus sta per INTOCCABILE.
Lo spunto viene dalla cronaca degli arresti eccellenti di questi giorni : Cosentino, Di Gennaro, Tedesco...
Scaduto il mandato parlamentare, viene meno lo scudo della carica e i PM chiedono il carcere cautelare, ieri negato dal Parlamento.
Cautelare DI COSA ???
Siccome condivido riga per riga e parola per parola lo scritto di Giacalone (infatti lo trovate TUTTO evidenziato) ,  inutile che leggiate due volte


Manette intimidatorie
 
Se a nessuno passa un brivido per la schiena è segno che la barbarie ha preso il sopravvento sul diritto. Se si guarda a Sergio De Gregorio solo come al parlamentare in vendita, a Nicola Cosentino come al campano accusato di camorra che neanche i suoi hanno più voluto in lista e ad Alberto Tedesco come al tangentaro che dimostra il coinvolgimento della sinistra nel malaffare politico-amministrativo, se per ciascuno si fa prevalere il giudizio sulla persona (sconosciuta, ma così descritta dai media) piuttosto che l’osservanza della legge, se la tifoseria contrapposta fa premio sullo studiare e ragionare, allora è segno che la nostra civiltà è scivolata in un baratro.
Toccherebbe alla destra sollevarsi per la libertà di Tedesco. Alla sinistra manifestare per quella di Cosentino. E a chi ha subito danni da De Gregorio, cioè tutti, affermare che proprio perché inguardabile sarebbe da felloni non difenderne i diritti. Le voce degli uomini liberi e ragionanti dovrebbe alzarsi non per conquistare a loro tre l’impunità, ma per affermare il valore del diritto, che comprende, ovviamente, la punibilità dei colpevoli. Vale per loro e vale per tutti.
Che razza di esigenze cautelari esistono in capo a persone da mesi, da anni, avvertite del probabile arresto? Se fossero voluti scappare già non sarebbero più qui. Se avessero potuto e voluto inquinare le prove, già lo avrebbero fatto. Se avessero voluto reiterare il reato (il che, comunque, è ragione valida per l’arresto solo nei casi di pericolosità sociale, modello pedofili o violenti, non certo per questo genere di reati) ora è proprio la volta che non possono più. E allora, perché li si arresta? Solo per dimostrare che c’è un potere, quello dei magistrati, che incontra ostacolo esclusivamente nelle guarentigie parlamentari, mentre se supera quelle, o quelle decadono, non ha più argini. In due casi su tre il Parlamento rifiutò la privazione della libertà. Sicché l’arresto di oggi ha senso solo in quanto schiaffo al Parlamento, ammonizione per il futuro e intimidazione per il presente. Quegli arresti sono la dimostrazione che è cresciuto un potere tendenzialmente golpistico, che già ha agito arrecando grave danno alla Costituzione. Per questo dico che una classe politica incapace di reagire a tale minaccia, che è minaccia avverso le istituzioni, è già finita, e già immeritevole di quale che sia rispetto.
Mi si risponderà che è una difesa dei corrotti e dei criminali, fatta solo perché sono persone importanti, amici dei padroni cui si suppone noi si risponda. E’ tipico dei servi non riuscire ad immaginare che esistano uomini senza padrone. Li compatisco. Ma è vero l’esatto contrario: se il potere di sequestrare la libertà altrui, in barba a quel che stabiliscono le leggi e solo grazie alla copertura dei colleghi, a loro volta dipendenti dall’influenza dei magistrati più noti, quindi più capaci d’intervenire sulle correnti del Consiglio superiore della magistratura, quindi più capaci di determinare la carriera di quelli che oggi s’inginocchiano a essere loro complici, se quel potere dilaga a farne le spese non saranno Cosentino, De Gregorio e Tedesco, ma tanti poveri disgraziati. Se si può sostenere che Angelo Rizzoli debba andare in carcere nonostante sia malato di Sla, e ci debba andare non a scontare una pena, ma ad assistere alle indagini, poi ci andrà il commerciante che si suppone abbia truffato, il professionista che si sospetta abbia falsificato i conti, il padre che si suppone abbia violentato qualcuno. Già ci vanno. E già oggi vengono in gran parte assolti, perché le accuse erano farlocche. E’ a difesa di tutti che si deve vigilare acché il diritto non sia violato per nessuno.
Il nostro è un Paese incivile, nel quale si finisce in galera da innocenti e si esce da condannati. 
In cui un sistema dell’informazione colmo di buzzurri emette condanna definitiva il giorno dell’accusa e si dimentica di pubblicare la notizia dell’assoluzione. In cui si crede che la prescrizione intacchi comunque l’onorabilità delle persone. In cui un esercito d’energumeni pretende d’affermare la prevalenza della sostanza sulla forma, laddove il diritto senza forma ha una sola sostanza: il dispotismo, la dittatura.
Ho atteso tutta la giornata di ieri, sperando che oltre all’impotenza delle schede bianche la politica partorisse un sussulto di dignità e consapevolezza. Niente. Hanno paura, temono che dire mezza parola li esponga al rischio di fare la stessa fine o, comunque, temono che sollevando un problema sugli ex colleghi arrestati la loro immagine (ma quale? sono incogniti anche alle loro famiglie!) sia associata a quelli che già sono considerati colpevoli. Tale paura è la loro colpa. E dire che la storia avrebbe dovuto insegnare. Ma certo, per imparare, si deve anche studiare, pensare, soffrire. Non è roba per troppi di loro.



8 commenti:

  1. Siccome, anch'io, condivido riga per riga e parola per parola lo scritto di Giacalone, sono colto dall'inesaudibile desiderio di conoscere cosa ne avrebbe pensato tuo padre. UNCLE

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  2. Sai Zio, mi piace pensare che l'avrebbe pensata allo stesso modo. Papà era un critico acceso della politicizzazione della magistratura e detestava quelli di MD (all'epoca votava per la formazione moderata, che non era di destra ma semplicemente per il mantenimento del ruolo tradizionale dei giudici, "voce della legge" e BASTA ) Questo lo so per certo. Così come il fatto che fosse un garantista assoluto, tanto che nella decina d'anni (degli oltre 40 spesi in magistratura ) trascorsi a presiedere corti penali, era molto ben visto dagli avvocati, un po' strano - ma stimato dai colleghi - , sopportato dai PM. Detto questo, dico anche che non avrebbe apprezzato i miei toni così spesso fustigatori del corpo di cui comunque faceva parte, e sicuramente sarebbe stato scandalizzato dall'iniziativa dei parlamentari PDL a Milano.
    Grazie per avermi fornito l'occasione di questa riflessione

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  3. RICCARDO CATTARINI

    Non piacerà a tutti, ma una certa magistratura mette davvero i brividi. Leggete, vi prego, non dite prima che sono il solito che rema controcorrente, e solo dopo ditemi cosa ne pensate.

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    1. ALESSANDRO TESTORE

      Non remi controcorrente, siamo in (forse) pochi che remiamo nella tua stessa direzione ma certo ( e son convinto) è la direzione giusta!

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  4. MASSIMILIANO ANNETTA

    Siamo costretti ad andare avanti Riccardo Cattarini, perchè a noi una sinistra per la quale il termine legalità assume sempre e soltanto l’approssimativo significato di un irrobustimento dell’apparato repressivo non piace. Intanto condivido l'articolo certo (e felice) di attirare gli strali di taluni torquemada all'amatriciana

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  5. PAOLO BARTOLI

    criminali sono anche PD e chi lo appoggia, e chi lo vota, perchè farsi partecipe di chi sempre si indigna a qualsiasi critica nei confronti di una magistratura oramai dichiaratamente schierata e politicizzata e quindi criminale e mafiosa, significa partecipare al crimine. Perchè c'è poco da scherzare: qui si tratta di crimine esattamente come accadeva nella ddr, in argentina, in unione sovietica o in cina ed il passo dal carcere preventivo su ipotesi di reato ai metodi nazisti o stalinisti non è detto che sia poi così distante.

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  6. LUIGI VELANI

    Condivido l'articolo di Giacalone, pubblicato dal Camerlengo...perchè la cautela per persone che, perfettamente a conoscenza della pendenza delle accuse e dell'esistenza del procedimento a loro carico, non sono scappate per tutto questo tempo, non possono inquinare e non hanno alcuna possibilità di reiterare i fatti? qual'è l'elemento che rende attuale la misura, vista la distanza temporale dai fatti?dove sta la proporzione? perchè l'extrema ratio e non qualche cosa di meno (come gli arresti domiciliari, sicuramente idonei a fronteggiare le eventuali esigenze cautelari)?

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  7. LODOVICA GIORGI

    Nessuna parola dai politici, ma nessuna parola da nessuno, e questo è in effetti gravissimo. La nostra società si sta ormai assuefacendo alla deriva manettara e i pochi che pensano probabilmente pensano anche che sia troppo scomodo e impopolare levare il proprio urlo di rabbia e disgusto

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