venerdì 15 marzo 2013

VIOLANTE : NO ALLA VIA GIUDIZIARIA CONTRO BERLUSCONI


Mi piacciono le interviste. Sono uno strumento snello e dialettico. Purtroppo io non ho titolo per farne - anche se è mia l'intervista al futuro capo della nuova destra liberale...- e quindi copio le altre che torvo interessanti.
Oggi, quella di Luciano Violante, uomo dal passato importante, sia in magistratura, dove è stato tra i fondatori di quella tristissima formazione che è magistratura democratica, che in politica, con il PCI e i suoi succedanei .
Da tempo Violante ha preso le distanze dagli ex colleghi rossi, è stato uno dei più duri critici di Ingroia, e fa capire che anche lui vede l'esistenza di una lotta pericolosa tra potere giuridico e quello politico.
Ma ascoltiamolo

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I travagli del Pd e lo scontro giustizia-politica

Violante: Berlusconi non si abbatte per via giudiziaria

La magistratura sia autonoma anche da tv e giornali. E i Pm non sono i guardiani della Repubblica

 



«La giustizia non può diventare lo strumento per abbattere chicchessia. Questa visione non la condivido...», dice Luciano Violante, esponente di spicco del Pd, ex magistrato, ex presidente della Camera, commentando il rinnovato cortocircuito mediatico-giudiziario di questi giorni. Una posizione probabilmente minoritaria dentro ad un partito democratico fagocitato dalla “non vittoria” elettorale verso lidi umorali e barricadieri. Basta guardare il presepe intorno e il paese attonito: arrivato all’ultima fatica del suo intenso settennato, Giorgio Napolitano appare sempre più accerchiato dalle circostanze, dai veti incrociati e dai calci nervosi di alcuni suoi ex compagni di partito. I Pm di Milano sembrano fare spallucce al suo invito alla moderazione, infilando una raffica di udienze per Berlusconi e visite fiscali una dietro l’altra. A sua volta il Cavaliere, forte del pareggione elettorale, si arrocca sull’Aventino dell’impunità mentre Beppe Grillo, uscito trionfatore dal voto, sobilla tra i democratici la vecchia illusione di buttare a mare il "Caimano" per via giudiziaria invece che alle urne o nelle aule del Parlamento. Infine, eccoti di nuovo gli ultrà delle due fazioni, berlusconiani e antiberlusconiani, sfilare davanti e dentro al Tribunale di Milano.
Insomma un post voto mica male, presidente Violante. L’altro giorno su Linkiesta abbiamo usato la metafora di Paolo Brosio, il cronista di Emilio Fede ai tempi di Mani Pulite, per raccontare la deriva di un paese ossessivamente incollato, vent’anni dopo, al palazzo di Giustizia. Siamo ancora fermi al "passato che non passa", al perenne cortocircuito giustizia-politica.
Purtroppo non c’è nulla di normale in queste vicende. La cosa più singolare non è tanto la presenza sul banco degli imputati di Silvio Berlusconi quanto piuttosto la assai ridotta autonomia dei dirigenti del Pdl rispetto al loro Presidente. In un partito che ha una corretta dialettica interna le posizioni e le sensibilità diverse si mediano, si discutono. Nelle formazioni carismatiche invece qualsiasi dissenso effettivo o apparente rispetto al capo viene tacciato di tradimento. 
Cosa intende dire?
Che non si può prescindere dalla struttura di quel partito per valutarne i comportamenti e le reazioni. Non saprei giudicare se i processi penali nel merito siano fondati, ma se fosse provato l’acquisto di parlamentari allo scopo di far cadere un governo, è ovvio che sarebbe a rischio la democrazia stessa. Credo sia interesse anzitutto del Pdl eventualmente accertarlo. Ripeto, prescindiamo da Berlusconi. Se un deputato dell’Spd accusasse Angela Merkel di aver comprato dei parlamentari per far cadere un governo socialdemocratico, chiederemmo tutti che venisse accertata la verità, giusto?
Giusto. Ma qui stiamo parlando di Berlusconi e non della Merkel. È vent’anni che siamo fermi a quel nodo. Non si è mai sereni e lucidi sulla giustizia in Italia. Ci sarà un motivo, no?
Esatto, questo è il vero punto. In Italia il sistema delle relazioni politiche non riesce a prescindere dalle vicende private e pubbliche di Berlusconi. È una anomalia nazionale.
E si può pensare che la colpa sia solo del “Caimano” Berlusconi?
Sui magistrati faccio questa digressione. Siamo in una fase di grande slabbramento del sistema giuridico, la legge non è più il totem della razionalità legislativa. E quando la sua figura non è più idonea a fondare la legittimazione di un magistrato, quando non si capisce più bene cosa dice una legge, il magistrato deve avere ancora più consapevolezza delle conseguenze economiche, sociali e istituzionali delle proprie scelte. Quando un Pm esercita poteri discrezionali ha il dovere di tenere conto dell’effetto generale delle proprie decisioni.
E secondo Lei delle volte i magistrati abusano di questa discrezionalità?
Dove c’è discrezionalità la loro attività dev’essere responsabilmente orientata. La magistratura è un potere della Repubblica non separato dalla Repubblica. Invece a volte vedo la tendenza, soprattutto di pubblici ministeri, a considerarsi fuori dal sistema repubblicano o, altre volte, i guardiani della Repubblica.
Questa tendenza la riscontra anche nei confronti di Berlusconi? I suoi ultrà, ma non solo, parlano spesso di accanimento verso il Cavaliere...
A livello generale se ci sono notizie di reato vanno verificate. Ma l’ho già detto, non entro nel merito perchè si scivolerebbe inevitabilmente sul terreno dello scontro pregiudiziale tra schieramenti. Qualsiasi cosa dicessi verrei collocato di qui o di là, indipendentemente dal significato delle parole e questo davvero non mi interessa. Il punto che sollevo è un altro. Bisogna depoliticizzare al massimo questo conflitto e lo si può fare solo se le parti politiche smettono di entrare nel merito dei singoli processi e smettono di utilizzarli come moneta politica.
Anche Napolitano ha appena invocato l’ennesimo disarmo bilanciato tra fazioni: berlusconiani versus antiberlusconiani... 
Condivido la posizione del presidente. Al Pdl ha detto che quelle manifestazioni sono inaccettabili; dall’altra parte ha espresso al Csm preoccupazioni per forme di intervento giudiziario che possono apparire persecutorie. Spesso c’è un dato che il magistrato penale trascura.
Quale?
Quando si dice giustamente che la magistratura è indipendente dagli altri poteri, lo deve essere anche dalla comunicazione, nei tempi contemporanei il potere per eccellenza. Lo si è visto ad esempio sulla vicenda della cosiddetta trattativa stato-mafia a Palermo, dove ci sono stati interventi mediaticamente orientati. Tra alcuni magistrati e giornali come il Fatto Quotidiano, trasmissioni come quella di Santoro e partiti come l’Idv di Di Pietro si era formato un evidente conglomerato politico-mediatico-gudiziario che poi ha preso la forma della lista di Antonio Ingroia.
È l’eterna dialettica italiana tra giustizialisti e garantisti...
Io non la metterei nemmeno così. Userei una terza categoria che è quella dei legalitari. Non vedo alcuna ragione perchè si debba disapplicare la legge. Se siamo legalitari, con Berlusconi ci dobbiamo misurare politicamente. Se poi lo stesso Berlusconi compie dei reati sarà un altro soggetto che deve vedersela, senza entrare nel gioco politico. La giustizia non può diventare lo strumento per abbattere chicchessia. Questa visione non la condivido.
Non tutti la pensano come lei a sinistra, anzi. Un’altra volta sembra che il Pd stia andando dietro l’onda di qualcuno. Sulla giustizia, ma non solo, state inseguendo Grillo... 
A volte presi dalla tensione del quotidiano, nei partiti tendono a prevalere istinti di corto respiro. Ad esempio nei confronti di Beppe Grillo il suo clamore e il suo successo rischiano di essere eccessivamente condizionanti. Il problema è che nell’attuale sistema politico si confrontano un partito (il Pd) e tre non partiti a matrice carismatica (Pdl, Scelta civica e M5S). Tutto questo rende molto difficile la riflessione politica e dovrebbe spingerci a parlare direttamente con le persone. Come fa il matto nel film Viva la libertà, quando dice “bisogna allearsi con la coscienza delle persone”. È una boutade ma in realtà è una riflessione serissima. Non fermarsi alle cose dette per la semplice volontà del capo, ma parlare davvero con le persone. 


 

2 commenti:

  1. Caro Stefano . come detto in un altro Blog. (non ricordo quale) ... la Via Giudiziaria per Berlusconi ... : I Magistrati gli vogliono bene .
    con il vento che tira è meglio il rifugio di un 41bis- ... a difesa di qualche esagitato stanko delle sue chiacchiere, lo Jetti nel Naviglio.!!!

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  2. giusto proteggetelo in una cella di un 41 bis ,prima che qualcuno inavvertitamente gli spari in mezzo agli occhi.
    p.s. buttate la chiave.

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