sabato 20 aprile 2013

NAPOLITANO STORICO BIS, 738 VOTI, OLTRE I 2/3 DEL PARLAMENTO. GRILLO COSA SBRAITA ?


Io ho scritto varie volte che personalmente sarei stato ben contento della Bonino al Colle. Ma,   con un caro amico di FB, commentavo come questa fosse fantapolitica, non avendo questo nome nessun appoggio dei partiti. Mi piacevano anche, tra i nomi sentiti, la Cancellieri e Sabino Cassese. Detto questo, rispetto ai nomi veramente presentati come eleggibili - Marini, Rodotà e soprattutto Prodi - Napolitano mi fa tirare un sospiro di sollievo. Oltretutto, penso che il suo sarà un mandato parziale, volto a uscire dall'impasse attuale, e che avrà una durata parziale. Infine, bisognerà per il futuro avere il coraggio , visto l'importanza ormai assunta dalla carica, di prevedere il coinvolgimento diretto dei cittadini, di riformare la Costituzione e stabilire l'elezione popolare. Anche perché, così, Grillo smetterà forse di dire cazzate e conterà i voti nelle urne e non sul suo blog.
Sicuramente , il fatto che un uomo di 87 anni sia visto come il salvatore della Patria è ulteriore testimonianza che stiamo messi molto male. Ma  tant'è. 
Questo passaggio, così controverso e sofferto, forse, e sottolineo forse, avrà il merito di costringere le formazioni politiche a sfruttare il poco tempo che gli è stato forse ridato con questa elezione, di fare finalmente chiarezza al loro interno, cosa che potrà essere utile anche per la Nazione.
Parlo in primo luogo del Partito Democratico, un posto dove stanno insieme troppe differenze.
E questo NON è un problema solo di quella formazione. Perché quando un elettore vota PD non sa cosa vota : i liberal di Veltroni, i socialdemocratici di D'Alema, i neo comunisti dei giovani turchi , i popolari della sinistra dc di Fioroni e Francescini , i non so più cosa dei renziani ?
Non sono differenze da poco, e infatti la sintesi non avviene mai.
La conquista di Palazzo Chigi, che sembrava certa a questo giro, era il collante unico e solo di tante anime travagliate. Il fallimento di quell'obiettivo ha fatto impazzire quel pianeta. Come detto, potrebbe essere l'opportunità di un chiarimento definitivo.
Non è che gli altri stiano tanto meglio. Il centro destra non potrà continuare a stare sotto il discutibile ombrello unificatore di Berlusconi, e i montiani decidere, come ricordato oggi da Casini (che fino a ieri ha fatto sempre l'opposto) , con chi stare in caso di nuove elezioni , che restano la prospettiva più probabile. 
Ma questo, è domani.
Oggi, di fronte ai rischi corsi, Prodi in testa, e un Parlamento piegato a quello scellerato di Grillo, come seconda opzione, ben venga la rielezione del vecchio leone comunista.
Ecco il lancio del Corriere della Sera on line

in mattinata la quinta FUMATA NERA

Napolitano, bis storico: è presidente

Quirinale, il capo dello Stato viene rieletto
con il sostegno di Pd, Pdl, Lega e Scelta Civica

Giorgio Napolitano (Ansa/A. Carconi)Giorgio Napolitano (Ansa/A. Carconi)
MILANO - Giorgio Napolitano è ancora il presidente della Repubblica, il primo della storia d'Italia a ricevere l'incarico per due volte. «Sono grato della fiducia che mi ha dato il Parlamento» sono le prime parole del capo dello Stato. Che subito raccomanda: «Tutti sappiano onorare i loro doveri concorrendo al rafforzamento delle istituzioni repubblicane».
LA SCELTA - Il nome di Napolitano viene proposto al sesto scrutinio, voluto da Pd, Pdl, Scelta Civica e Lega Nord. I voti ottenuti sono 738, di gran lunga oltre la soglia dei 504 necessari per l'elezione ma una quarantina in meno rispetto alla somma dei grandi elettori dei partiti sostenitori. Stefano Rodotà, sul quale convergono Movimento 5 Stelle e Sel (insieme 208 voti), arriva a quota 217.
Napolitano, 87 anni, aveva più volte ribadito di non voler affrontare un altro settennato ma il precipitare degli eventi degli ultimi giorni - il fallimento delle due diverse opzioni (e strategie politiche) del Pd, che hanno portato prima a «bruciare» il nome di Franco Marini, poi di Romano Prodi - spingono Napolitano a cambiare idea. E così, dopo una mattinata di fitti colloqui con i leader dei partiti che poi lo hanno votato, arriva il via libera alla ricandidatura. «Sono disponibile, non posso sottrarmi. Ora però serve un'assunzione collettiva di responsabilità» fa sapere il presidente della Repubblica in una nota.

LE REAZIONI - Pier Luigi Bersani piange in aula. E commenta: «È un risultato eccellente, grazie Napolitano». Riconoscente anche Silvio Berlusconi: «Ringrazio il presidente Giorgio Napolitano per lo spirito di servizio e per la generosità personale e politica con cui ha accettato di proseguire il suo impegno e la sua opera in un contesto tanto difficile e incerto». «Sotto la nuova presidenza l'Italia, continuerà a dare il suo decisivo contributo al nostro comune ideale europeo» interviene il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso.
Quirinale, il giorno dell'elezione di Napolitano Quirinale, il giorno dell'elezione di Napolitano    Quirinale, il giorno dell'elezione di Napolitano    Quirinale, il giorno dell'elezione di Napolitano    Quirinale, il giorno dell'elezione di Napolitano    Quirinale, il giorno dell'elezione di Napolitano
GLI ALTRI PARTITI- Oltre al Movimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà, che sostengono Rodotà, non vota per Napolitano nemmeno il gruppo di Fratelli d'Italia. Esprime un «grandissimo rispetto per il vecchio Napolitano» Nichi Vendola. Che però spiega: «Diciamo un no secco a un'ipotesi politica che svela la tessitura in atto della tela delle larghe intese». Lo stesso motivo, il no al «governissimo», dietro la scelta del partito di Giorgia Meloni.

TENSIONE - Mentre in aula si vota, fanno salire la tensione le parole di un durissimo Grillo, che grida al «colpo di Stato», parte per Roma e raduna la piazza: «Dobbiamo essere milioni» scrive sul suo blog. Poco dopo interviene il suo stesso candidato, Rodotà, e prende le distanze da quella che, in poco tempo, diventa in Rete la «marcia su Roma». «Ringrazio tutti quelli che pensano a me e sono contento che il mio nome parli alla sinistra italiana. Per quanto riguarda le ultime vicende - dice il giurista - sono sempre stato convinto che le decisioni parlamentari possano e debbano essere discusse e criticate anche duramente ma partendo dal presupposto che si muovono nell'ambito della legalità costituzionale».

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