mercoledì 1 maggio 2013

A 78 ANNI GLI NEGANO I DOMICILIARI. MUORE IN CARCERE COL MEDICO CHE AVEVA PROPOSTO DI CURARLO FUORI



Adesso qualcuno pagherà ? Ovviamente no. Muore un uomo di 78 anni, detenuto in carcere, nonostante il medico dell'istituto avesse dichiarato che era opportuno che fosse curato fuori. Il Giudice di sorveglianza aveva negato la misura alternativa.
78 anni....abbiamo le carceri stracolme, siamo condannati dalla Corte Europea per i diritti dell'uomo per le condizioni dei nostri istituti di pena, con tanto di risarcimento per quei detenuti che si decidono a citare in giudizio lo Stato italiano, per cui prevedo che presto avremo un'altra sensibile fonte di aggravio per il deficit pubblico, si invoca da più parti l'adozione diffusa di pene alternative alla prigione, e poi leggiamo che gli arresti domiciliari vengono negati ad un uomo di 78 anni.
Chiedo ai miei amici e colleghi penalisti, ma che fine ha fatto la norma per cui dopo i 75 anni il carcere diventa una misura cui ricorrere solo nei casi di conclamata pericolosità sociale (misura giusta in questi casi ovviamente) ?
Era pericoloso quest'uomo quasi 80enne, malato di diabete, infartuato, semi paralizzato ?
Certo, la condanna era per un reato grave - riduzione in schiavitù di una ragazza marocchina - ma , come ho appena ricordato, oltre all'età c'erano le gravissime condizioni di salute, per nulla pretestuose, riconosciute tali dal medico del carcere e infine comprovate con la morte.
Avrà rimorso il magistrato in questione ? Quanto ci avrà dedicato all'esame dell'istanza di commutazione della misura detentiva prima di rigettarla ? L'avrà letta ?
Oltre tutto nell'articolo pubblicato si legge che mancassero solo sei mesi alla conclusione della pena, ma spero fortemente sia, almeno questo, un refuso (da altra parte si legge che la condanna, a 6 ani, risalirebbe al 2012...), perché sarebbe veramente troppo
Bene, quando le forze dell'ordine vengono accusate di non fare correttamente il loro dovere, di eccedere ...i loro esponenti vanno sotto inchiesta, anche interna, e comunque vengono indagati, spesso processati e, capita, condannati.
Il collega Enzo Lepre, avvocato di Silman Bombaker (extra comunitario, quindi "conta meno"...) ha promesso ai parenti che denuncerà il magistrato in questione.
Spero mantenga la promessa
Di seguito la notizia postata su Repubblica.it

Repubblica Milano


No ai domiciliari, 78enne muore a San Vittore.
"Il medico del carcere diceva di curarlo fuori"

Sliman Bombaker, libico di origini irachene, doveva scontare ancora sei mesi per la riduzione in schiavitù di una ragazza e per una serie di furti. Il suo avvocato minaccia denunce: "Era infartuato e malato di diabete"

Aveva 78 anni ed era malato da tempo. In cella a San Vittore per scontare ancora circa sei mesi di pena, dopo essersi visto rigettare una serie di richieste per ottenere la detenzione domiciliare, è morto la notte tra domenica e lunedì all'ospedale Fatebenefratelli di Milano. Lo hanno denunciato in un comunicato l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere e l'avvocato Enzo Lepre, che ha annunciato di avere intenzione di presentare per conto dei parenti una denuncia alla Procura di Brescia nei confronti del magistrato di sorveglianza che aveva in carico l'anziano.

Sliman Bombaker, libico di origini irachene, nel febbraio del 2012 era stato condannato a sei anni e 20 giorni per la riduzione in schiavitù di una ragazza marocchina e per concorso in numerosi furti. Come ha spiegato il suo legale, era malato di diabete, l'anno scorso aveva avuto un infarto, era quasi paralizzato per una grave insufficienza renale e solo poche settimane fa si era procurato un trauma cranico cadendo in cella. "Un quadro incompatibile con il carcere - ha precisato l'avvocato - Tant'è che il medico di San Vittore aveva detto che la situazione sarebbe potuta degenerare da un momento all'altro e che era da scarcerare". Ma il 18 aprile il magistrato di sorveglianza ha negato la detenzione domiciliare.

"In questo modo - ha accusato il legale - è stato impedito ai figli di vegliare il padre nelle ultime ore della sua vita". Inoltre, a dire del difensore, nessuno della famiglie sarebbe stato avvertito della sua morte. "Quando 
ho chiamato in carcere per sapere come stava il signor Bombaker e mi hanno detto quello che era successo - ha raccontato ancora l'avvocato - sono rimasto stupito: non avevano avvisato né il sottoscritto né alcuno dei dieci figli che vivono a Milano. Si sono giustificati dicendo che non avevano nessun numero: falso, il mio assistito riceveva telefonate giornaliere dai figli e i loro numeri sono segnati sui registri. Mi chiedo in che Paese viviamo".

Nessun commento:

Posta un commento