domenica 5 maggio 2013

"DEPENALIZZARE L'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA" . ESORDIO COL BOTTO DEL NEO MINISTRO KYENGE


Il problema dell'immigrazione è assolutamente delicato , mischiandosi interessi diversi e tutti meritevoli di attenzione e tutela. Per questo esistono le leggi che stabiliscono regole e priorità. Ovviamente, in un mondo perfetto, nessuno dovrebbe essere costretto a dover andar via  dal posto in cui è nato e così le persone che decidono di spostarsi lo farebbero solo per amore di conoscenza e scoperta di cose nuove e diverse.
Il mondo non è perfetto. Quindi c'è gente che decide, per cercare di sottrarsi al destino che lo ha fatto nascere in un posto dove non vede prospettive, di andare altrove. L'Italia questa cosa la sa molto bene, essendo stata per decenni un Paese di emigranti ( qualcuno dice che lo torneremo). E' giusto costringere degli essere umani a rimanere costretti nell'inferno in cui hanno avuto la sfortuna di nascere ? La risposta è già nella domanda. Al contempo, è possibile accogliere tutti ? Senza cura delle possibilità effettive di assorbire un numero non contingentato di migranti ? Senza verificare che queste persone abbiano un lavoro, possano mantenersi, evitando che poi per farlo si diano alla delinquenza (in proprio o arruolati da quella autoctona) ?
Anche questi interrogativi contengono in sé la risposta. Di qui le leggi, che in TUTTO IL MONDO, regolano il fenomeno dell'immigrazione.
Laddove queste leggi sono efficaci, sia per buon senso che per applicazione, l'accoglienza è buona e l'integrazione pure. Dove ciò non accade, anche per cedimenti ad ideologie nobili ma non pragmatiche, si fanno solo guai.
Tutto questo per affrontare i nuovi problemi che si addensano sul tetto di Palazzo Chigi, dove alla sfinente questione dell'IMU tra poco si aggiungerà quello della concessione o meno della cittadinanza ai figli di stranieri nati in Italia, il cd. ius soli che sostituisca   quello vigente dello ius sanguinis. Oggi è italiano chi nasce figlio di almeno un italiano, mentre non basta essere nati in Italia se i genitori sono entrambi stranieri e non ancora dotati della cittadinanza. Personalmente, restando disponibile al confronto e all'approfondimento del tema,  sono favorevole al mantenimento dello stato attuale, valutando delle opportune riforme. Essere italiani (come essere europei, a mio avviso) non significa solo essere nati sulla penisola ma crescere ed essere educati secondo valori  culturali, giuridici e sociali omogenei. Che non significa debbano essere del tutto identici e chiusi alla diversità. Ma nemmeno possono essere opposti.
Può essere italiano uno straniero che cresce in una famiglia che non parla la nostra lingua e dove si  pensa che i valori della società italiana (che sono quelli occidentali) siano deboli e corrotti (penso ad un certo tipo di islamismo evidentemente, ma non solo ) ? Direi di no.
Adesso non c'è più il servizio militare obbligatorio, che obiettivamente era divenuto uno spreco di risorse per lo Stato e di tempo per i giovani. Però sarebbe stato utile a misurare il senso di italianità delle persone (io sarei favorevole a introdurre un periodo obbligatorio di servizio civile, magari di sei mesi, a uomini e donne ).
Va bene, verrà presto il momento che questi temi potranno essere approfonditi, visto che il neo ministro Kyenge , congolese naturalizzata italiana, che parla la nostra lingua come un'ambasciatrice francese, ha dichiarato in una intervista alla Annunziata che va abrogato il reato di immigrazione clandestina. Non posso credere che il ministro dell'integrazione volesse dire che tutti possono entrare in Italia senza regole, ma depenalizzare la materia, lasciando l'illecito amministrativo e, spero, la possibilità di re invio al paese di origine... Cosa che però contrasterebbe eventualmente con lo ius soli....: come faccio ad espellere i genitori, immigrati clandestini, se nel frattempo questi hanno messo al mondo un "cittadino italiano" ?
Ci sarà da litigare....
Intanto questa è l'anticipazione di Libero.it





INTERVISTA DALLA ANNUNZIATA

Kyenge: bisognerebbe abolire il reato di immigrazione clandestina



Kyenge, non solo lo ius soli: vuole abolire il reato di immigrazione clandestina
“Il reato di immigrazione clandestina va abrogato”. Un’altra frase-bomba, una dichiarazione che scatenerà un acceso dibattito politico. A lanciarla è stato il ministro dell’integrazione Cecile Kyenge alla trasmissione di Lucia AnnunziataIn mezz’ora”.  Il neoministro ha annunciato che nelle prossime settimane sarà pronto un ddl sullo ius soli. "E' difficile dire se riusciro'" ha ammesso il ministro, "per far approvare la legge bisogna lavorare sul buon senso e sul dialogo, trovare le persone sensibili. E’ la società che lo chiede, il Paese sta cambiando. Bisogna lavorare molto per trovare i numeri necessari" ha aggiunto precisando di non pensare a un eventuale fallimento. Il ministro trova “buona” l’idea di coinvolgereBalotelli nella campagna per lo ius soli.  "Non lo conosco personalmente so che lui sta subendo atti di razzismo, ma riesce a testa alta a dare un forte contributo all'Italia, che è il nostro Paese".


1 commento:

  1. si, ormai io sono un sostenitore del tanto peggio tanto meglio, quindi appoggio la proposta del (a me non gradito) ministro!
    Apriamo le frontiere a tutti liberamente, anzi, come prediacavano a SX andiamo a prendere i migranti con i traghetti!
    L'europa chiuderà le frontiere (speriamo ci estrometta) e quando la tensione sociale raggiungerà livelli parossistici arriverà il momento di fare pulizia e (per i migranti "clandestini") ci sarà il SI SALVI CHI PUO'!!!

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