Ero piuttosto sicuro che la Juventus avrebbe "regalato" un punto al Palermo, che ne aveva estremo bisogno, visto che a lei ne bastava parimenti uno per laurearsi per la seconda volta consecutiva campione d'Italia.
Invece no, è capitato un rigore, e Vidal non ha potuto esagerare nella non belligeranza e ha segnato. Ha fatto bene, sia mai che qualche demente della procura federale apriva un'inchiesta ?
Quindi la festa scudetto viene festeggiata con l'ottava vittoria consecutiva, striscia irresistibile che si salda con quella di inizio campionato, dove le vittorie furono 9 e fecero subito un certo vuoto dietro i bianconeri.
Ho già scritto ( http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2013/04/a-un-cm-dal-31-scudetto-adesso-limpresa.html ) quello che penso sul 31 scudetto della Juventus (29 per la FIGC, lo ricordo per dovere di cronaca) : sono gli scudetti di Conte. L'allenatore è stato capace di riaffermarsi, e in modo ancora più netto, nel campionato nonostante una Juve impegnata in Champions e non rafforzata. A parte un ottimo e promettentissimo Pogba, non si è visto alcun nuovo astro nel suo firmamento. Non Giovinco, che pure terrei, se accettasse di non essere titolare, non Asamoah (che anche ha fatto un'ottima stagione, specie all'andata), certo non Isla e Bendtner...
In attacco, si sono riproposti i problemi dello scorso, senza nessun attaccante a doppia cifra (ok, mancano tre giornate, magari qualcuno ce la fa, ma il problema resta) , e la difesa ha tre titolari eccezionali (Barzagli Uber Alles, Bonucci in crescita mentre Chiellini è sempre uno tostissimo ) con ricambi bravi ma non equivalenti (e Chiellini è una roccia di cuore, NON di muscoli...quest'anno si è fatto un terzo del campionato in infermeria). Il reparto migliore resta il centrocampo, con un Pirlo meno brillante (la Champions è pesata) e con un Pogba in più. Con questa squadra Conte ha stravinto il torneo, nonostante le 4 sconfitte, a fronte di nessuna dello scorso anno, e ben figurato nel ritorno in Europa, dove si è usciti nei quarti di fronte ad un grandissimo Bayern, finalista favorito dopo aver stracciato per 7-0 (tra andata e ritorno) i campionissimi del Barca.
Tutto bene dunque, ma c'è una nuvola. Proprio l'artefice principale (mai come stavolta nella storia juventina l'allenatore è pesato così tanto...più del 50% sicuramente) del ritorno alla gloria calcistica è in dubbio.
Ma lasciamo la parola a lui prendendo le sue dichiarazioni rilasciate alla Stampa :
«Io penso che è sia giusto dire che l’uomo Antonio Conte sicuramente vuole rimanere al 100% alla Juventus - ha chiarito il tecnico - poi c’è il professionista. E il professionista deve, per rispetto nei confronti dei tifosi, della società, di se stesso e dei propri calciatori, avere chiara tutta la situazione». Che sarebbe lo shopping estivo: Conte vuole la garanzia tecnica per poter rivincere lo scudetto e dar battaglia in Champions League. E dire che tutti vogliono vincere, e c’è pure un piano industriale noto da tempo: «È inevitabile che poi ci si debba confrontare - ha però puntualizzato l’allenatore - e io penso che le idee siano chiarissime, sotto tutti i punti di vista. Ma a volte, quando le idee sono chiare, sia da una parte che dall’altra, magari potrebbe anche essere che ci sia discordanza, potrebbe anche essere; non è mai successo. E penso che non accadrà neanche questa volta, me lo auguro».
Mi sembra molto chiaro. E, a differenza di amici tifosi, lo trovo anche giusto. Va bene il cuore, i colori, la bandiera, ma Conte ha dimostrato di essere veramente un professionista appassionato (fino alla mania) del suo sport e del suo lavoro, e se qualcuno gli offre non solo un contratto personale principesco ma anche l'opportunità di fare una campagna acquisti senza limiti.... scusate, voi che fareste ??
Di seguito, in omaggio alla di nuovo campione d'Italia , riporto la bella analisi di Mario Sconcerti sullo scudetto bianconero, postato sul Corriere.it
Buona Lettura e buono scudetto a tutti gli amici bianconeri
- Corriere della Sera >
- Sport
JUVENTUS CAMPIONE D'ITALIA 2012-2013
Vidal, Pogba, difesa e ricambi efficaci
Così la Juve di Conte ha costruito il bis
Non imbattuta come l'anno prima, ma più efficace. In testa dall'inizio alla fine, nonostante infortuni e assenze
di MARIO SCONCERTI
E’ stato molto diverso dal primo questo secondo scudetto di Conte. Intanto molti più punti di distacco, l’anno scorso furono solo 4 sul Milan e ci fu un sorpasso quasi alla fine. Ora si festeggia addirittura con tre partite di anticipo. Poi una maggior sicurezza: la Juve è stata sempre in testa dalla prima giornata ed ha subito avuto distacchi importanti. Dopo 10 giornate aveva 28 punti, 4 più dell’Inter, 6 più del Napoli, 9 sulla Lazio, 10 sulla Fiorentina, addirittura 14 sulla Roma (il doppio) e 17 sul Milan. Alla fine del girone di andata (44 punti) ne aveva 6 su Napoli e Lazio, 9 su Inter e Fiorentina, 12 sulla Roma e 15 sul Milan. Nessuno di questi distacchi è diminuito nell’intero girone di ritorno.
AVVERSARI SPARITI - E’ stato in sintesi uno dei campionati più tranquilli della storia del calcio. Questo perché il Milan è scomparso subito, ha saputo rimontare poi su molte squadre, ma non su Juventus e Napoli. Quasi subito è scomparsa la Roma. L’Inter si è fermata alla dodicesima giornata quando era arrivata a un punto dalla Juve. Poi ha imbarcato altri otto punti in nove partite. Capita che una grande squadra sbagli stagione, decisamente strano è che a sbagliare campionato siano state entrambi le squadre milanesi. La Juve ha sfruttato in sostanza la grande autostrada che hanno finito per prepararle le avversarie. Questo nonostante sia stata anche una stagione di sconfitte (fino ad oggi 4 contro nessuna un anno fa) e, come allora, nessuno dei suoi giocatori sia riuscito ad arrivare in doppia cifra nei gol dopo le 34 partite che le hanno in pratica dato lo scudetto.
Vidal festeggia il gol in Juventus-Milan (Ap)
VIDAL DECISIVO - Credo che il giocatore più importante della Juve sia stato questa volta Vidal. E’ un centrocampista diverso perché completo. Sa difendere e attaccare, sa dribblare e tirare in porta. Un giocatore di assoluto valore europeo che da noi è stato forse sottovalutato per la presenza al suo fianco di un fuoriclasse come Pirlo. L’idea tattica migliore è stato capire che Asamoah poteva essere spostato sulla fascia sinistra senza fargli diminuire importanza. Da un punto di vista strettamente tecnico credo sia stato per Conte un campionato più difficile. Perché era il secondo consecutivo da vincere e perché ci sono stati molti infortuni che hanno cambiato spesso se non l’assetto di gioco, i giocatori che lo portavano avanti. Chiellini ha saltato un terzo di stagione e Chiellini è uno dei Top Player della Juve.
Peluso (LaPresse)
RICAMBI - Senza rimpianti, ma è stato perso prestissimo anche Bendtner che comunque era l’unico con il ruolo di centravanti classico, cioè il colpitore di testa. Anche Caceres, prima riserva della difesa dopo che Lucio non si è mai integrato, è stato spesso fermato. Questo ha portato all’acquisto di Peluso, soprattutto per sostituire Chiellini sulla sinistra. E’ stata una buona scelta. Peluso non è un fuoriclasse ma è solido, veloce ed è uno dei difensori italiani più forti nel colpire di testa. Lo stesso Giovinco ha avuto spesso problemi, nel girone di ritorno è uscito praticamente dai titolari. Ha segnato poco nonostante Conte a lungo abbia insistito su di lui. Non è mai entrato Pepe, giocatore importante capace di attaccare e coprire tutta la fascia. Hanno reso meno del previsto Giaccherini, poco utilizzato nonostante Prandelli lo abbia sempre voluto in Nazionale, e Isla, fuori praticamente dalla quattordicesima giornata. Non ha quasi mai giocato De Ceglie.
Paul Pogba
RIVELAZIONE POGBA - Moltissime volte in sostanza la Juve ha giocato con poche riserve e spesso nemmeno le più affidabili. L’ha aiutata molto la crescita costante di Pogba, ormai di livello assoluto, ma almeno a centrocampo ha avuto la fortuna di poter resistere con quattro giocatori per tre ruoli, fino a metterli tutti insieme in campo in queste ultime giornate. Tranne Pogba, non ci sono state sorprese. Barzagli si è confermato il miglior difensore italiano ma non era una novità. E’ cresciuto ancora Bonucci, i suoi errori sono diventati rari, mentre è migliorata la sua precisione nel ricominciare l’azione. Ha dato una buona mano Padoin.
Mirko Vucinic (LaPresse)
LIMITI IN ATTACCO - Sono invece mancati quasi tutti gli attaccanti. Non c’è dubbio che il futuro cominci da nuovi arrivi nel reparto, almeno due. Matri e Quagliarella hanno fatto il loro compito, ma sono stati messi uno contro l’altro finendo per giocare pochi spezzoni di partita per volta. Nessuno dei due è mai riuscito a imporsi davvero. Qualcosa in più ha dato Giovinco nonostante gli infortuni. La sua velocità, la rapidità di dribbling ed esecuzione lo rende spesso un giocatore importante se non decisivo. Ma scompare in campo internazionale dove il calcio diventa subito molto più fisico. Nessuno di questi tre attaccanti ha dimostrato di avere la stoffa e la resistenza per essere un titolare fisso. L’unico è stato Vucinic, con i suoi tempi e le sue piccole magagne fisiche che lo portano spesso a fermarsi dopo cinque-sei partite di fila. Vucinic è un fuoriclasse pigro. Avrebbe l’estro e il senso del gioco di Van Persie. Gli manca lo stesso senso del gol. E’ sempre più una seconda punta, forse un uomo assist, certamente è atipico. Mentre una squadra in mezzo all’area ha sempre più bisogno di un fortissimo riferimento. Quest’anno tante volte in quella zona ha giocato addirittura Giovinco.
Acquisto già definito: Llorente (Ansa)
MIGLIORAMENTI - Questo fa di questa splendida Juve una squadra facilmente migliorabile. Di solito è complesso in chi vince trovare limiti evidenti. E’ una fortuna che alla Juve accada, nel senso che tutti i problemi attuali sono risolvibili sul mercato. Molti di più i problemi delle avversarie. La Juve in questo momento è nettamente più forte. Ha trovato un allenatore di livello europeo che sa cambiare in corsa qualunque modulo di gioco e ottenere sempre il massimo dai giocatori. Pochi forse lo ricordano, ma nella cavalcata iniziale, quella delle 9 vittorie e un pareggio che è stata poi alla base della fuga, la Juve ha addirittura giocato un 3-3-4, con Lichsteiner e Asamoah decisamente più avanti dei loro centrocampisti. E’ mancata la Champions, comunque sfiorata fino ai quarti. Il piccolo rischio adesso è che per diventare una squadra europea, la Juve perda i suoi connotati puramente italiani che l’hanno resa invincibile a casa. Ma è un pericolo molto remoto. Mi sembra evidente che siamo davanti alla crescita di una grande squadra, buona probabilmente l’anno prossimo, per qualunque altra impresa.
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