domenica 5 maggio 2013

ISRAELE FA FUOCO E IN OCCIDENTE TORNIAMO AD OCCUPARCI DELLA SIRIA


In Medio Oriente la situazione torna a farsi drammatica anche per noi osservatori occidentali. Ormai ai morti siriani ci avevamo fatto l'abitudine (100.000 in due anni...per entrare in guerra contro Gheddafi bastò Bengasi in pericolo....i civili siriani so' sfigati....), e quindi nessuno più seguiva le vicende della guerra civile in quel paese. Disamorati della primavera araba che non ha portato quei bei governi democratici e pieni di diritti civili che avevamo sognato noi nati nei paesi giusti (d'occidente) , alla fine in Siria abbiamo deciso che era meglio lasciarli cuocere nel loro brodo . Del resto, è vero che Assad è un dittatore, ma siccome l'alternativa pare essere il fondamentalismo islamico, più o meno temperato ma certo non in linea coi precetti occidentali , è difficile fare il "tifo" per qualcuno e quindi tanto vale girarsi dall'altra parte.
Detto e fatto : la Siria è scomparsa dalle pagine principali dei giornali che contano.
Israele però non può fare come noi, e il fatto che l'Iran, con il pretesto di aiutare l'amico Assad, faccia arrivare carichi di armi agli Hetzbollah che facilmente saranno utilizzati anche se non prevalentemente contro Tel Aviv, non è stato tollerato. E Israele, si sa, quando decide di agire, lo fa senza i mezzi termini più consoni alla timidezza europea. Anche io obiettivamente resto colpito dall'azione israeliana, un atto di guerra sferrato sul territorio di un paese sovrano, però capisco che l'ottica di quella nazione sia un tantino diversa dalla mia, nato nell'Europa pacificata e che da oltre 60 anni non ha più visto  conflitti al suo interno. La guerra civile nei Balcani , all'epoca del dissolvimento della Yugoslavia, ci trovò infatti impreparati, con disastri ed esempi di vigliaccheria che resteranno macchia  indelebile nella storia della cosiddetta Unione Europea.
Israele, da quando è nato, difende il proprio diritto ad ESISTERE, e le forze contro cui combatte, Hetzbollah e Iran nella fattispecie, non sono di quelle che si battono per i diritti dei palestinesi ad avere una loro patria ma unicamente per la scomparsa degli ebrei dalla cartina geografica del Medio Oriente.
Capisco quindi che spazio per troppi distinguo da quelle parti non ne facciano.
Ovviamente, si è già levato l'invocazione all'intervento dell'ONU, che invece può rimanere nella sua ignavia di fronte al perdurante massacro di donne e bambini della Siria.
Certo popolo querulo da noi si risveglia solo se sente suonare musiche conosciute...
Ecco l'articolo con le mera cronaca pubblicato sul Corriere della Sera
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È il secondo attacco in pochi giorni

Nuovo raid di Israele in Siria
Colpite basi militari a Damasco

Secondo la televisione di Stato siriana sarebbe stato colpito un centro di ricerca militare di Jamraya vicino alla capitale

 
WASHINGTON – Una notte drammatica per il Medio Oriente. Per la seconda volta nell’arco di poche ore Israele ha colpito sabato obiettivi strategici in Siria con caccia e, forse, droni armati. Al centro dell’attacco un impianto di ricerche militari sul monte Qasioun, a Damasco, e alcuni depositi di armi appartenenti ai reparti scelti del regime. Il raid è iniziato con una serie di esplosioni sull’altura seguite da un vasto incendio. Alcune delle deflagrazioni hanno illuminato a giorno il Qasioun mentre l’antiaerea apriva il fuoco in diversi punti della capitale. Dopo una mezz’ora di confusione, con le ipotesi che s’incrociavano, è stata la stessa tv nazionale siriana a confermare l’attacco e ad accusare Israele. Quindi è arrivata una conferma, in modo anonimo, da parte di fonti americane.
Il centro ricerche di Jamraya vicino a DamascoIl centro ricerche di Jamraya vicino a Damasco
IL CENTRO MILITARE - Secondo le testimonianze gli israeliani hanno centrato il centro di ricerche a Jamraya, un sito teatro di un attacco nello scorso gennaio. Altre informazioni hanno riferito di danni alle basi della Quarta Divisione e della Guardia, i reparti migliori del regime. Del resto il Qasioun è il perno del sistema bellico siriano. Protegge la capitale e ospita le unità scelte, i bunker dove sono stoccati missili terra-terra e alcune installazioni dove sono presenti iraniani e Hezbollah. Dopo il comunicato sul raid, la tv ha diffuso musiche militari e in città sono apparsi numerosi posti di blocco. Misure seguite da molte voci incontrollabili. Si è parlato di scontri tra ribelli ed esercito, è stato segnalato il presunto uso di armi chimiche, l’emittente dell’Hezbollah «Al Manar» ha sostenuto che un caccia israeliano sarebbe stato abbattuto. OBAMA - Per il regime di Assad, impegnato a fronteggiare la ribellione, è stato senza dubbio un colpo micidiale. Anche perché gli israeliani erano già entrati in azione venerdì quando avevano distrutto un carico di missili Fateh 110 forniti dall’Iran e custoditi all’aeroporto di Damasco. Operazione commentata in modo indiretto dal presidente americano Obama che, dal Costa Rica dove era in visita ufficiale, ha sostenuto che Gerusalemme ha diritto a bloccare l’invio di armi in favore dell’Hezbollah. Infatti, secondo alcuni osservatori i Fateh erano in attesa di essere trasferiti ai miliziani del partito di Dio in Libano. Ora ci si chiede cosa farà il dittatore siriano. Dopo il doppio schiaffo Assad potrebbe rispondere, pur sapendo che le sue forze hanno margini di manovra ridotti e la priorità resta la lotta contro la resistenza. Proprio in queste settimane i governativi, aiutati da miliziani sciiti libanesi, iraniani e iracheni, hanno registrato qualche successo nella regione di Homs, una spinta che vogliono ripetere anche in altre parti del paese. Un’offensiva accompagnata da massacri ai danni dei civili sunniti. L’ultimo è avvenuto nella cittadina costiera di Banyas, con dozzine di persone assassinate in modo brutale. Tra loro molti bambini. Una strage che ha spinto migliaia di abitanti che vivevano nelle zone circostanti a scappare.

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