Interessanti i risultati di una ricerca svolta dal Centro di Analisi Elettorale dell'Università di Roma, che ha scoperto come, se anche il 25 febbraio si fosse votato coi sistemi elettorali precedenti il risultato , a questo giro almeno, non sarebbe cambiato con i sistemi già sperimentati.
Se questo era ovvio con il sistema proporzionale puro - che pure in tanti ancora rimpiangono e propugnano, nonostante l'ingovernabilità palesata dalla media di durata dei governi delle Prima Repubblica (non molto più di un anno, e ricorso non infrequente alle elezioni anticipate e a governicchi di decantazione, come quelli denominati "balneari" - , un po' meno lo era col cd. Mattarellum, che pure è quello che si vorrebbe ripristinare abrogando il Porcellum, in attesa che venga partorita una legge del tutto nuova.
Queste due risultanze dimostrano però che la porcata di Calderoli una innovazione decente, al fine di sconfiggere il frazionismo italico, ce l'aveva ed era il premio di maggioranza, peraltro viziato dalla sua abnormità (giustamente denunciata dalla Corte Costituzionale) : non si può prevedere un bonus che assicuri la maggioranza assoluta a prescindere da una soglia minima di consenso popolare. Oggi, alla Camera, il PD e SEL, con meno del 30% dei voti, e un misero 0,3% in più sulla coalizione di centrodestra, hanno il dominio dei seggi. NESSUNA maggioranza parlamentare può prescindere da loro (che peraltro, attualmente sono divisi ) . Ecco, questa cosa - ben prevista da Bersani che per questo si era trasformato in un difensore di fatto della fino al 2010 vituperata legge - non è ammissibile e confidiamo che la Corte Costituzionale, investita dalla Cassazione, faccia finalmente giustizia di questo abominio.
Però un premio, un bonus, da far scattare raggiunta una soglia non inferiore al 40% (se singolo partito) dei voti espressi, o 43-45 se coalizione, è utile che ci sia nel paese dei mille campanili (e infatti De GAsperi la ipotizzò, immaginando tra l'altro almeno il 50% di voti ! e il PCI la chiamò legge truffa....laddove i suoi nipotini volevano governare con meno del 30 ...).
Ha ragione Renzi a dire, buon ultimo peraltro, "adottiamo la legge elettorale che c'è per i sindaci". Doppio turno, eventuale ballottaggio, e poi chi vince governa per la durata della legislatura. Però, per far questo, hanno ragione quelli del PDL , non basta cambiare la legge elettorale, ma bisogna riformare anche l'impianto costituzionale, correggendo il parlamentarismo con un presidenzialismo (semi o intero, non cambia), o un premierato forte, come in Germania e GB. Da noi, è noto, il Presidente del Consiglio non può sfiduciare un ministro nominato, né provocare la crisi di governo. Il sindaco sì, entrambe le cose.
Curiosità ulteriore : con il Mattarellum, il centro destra sarebbe stata la coalizione vincente mentre il M5S il primo partito (ma con gli stessi seggi di oggi...). Senza premio di maggioranza, quindi con un proporzionale puro, ci sarebbe stata la quasi perfetta parità tra le due coalizioni : 192 seggi la sinistra e 191 il centrodestra.
Ditelo alla Finocchiaro, se no fa un'altra brutta figura come quella fatta ieri con quell'altro comico involontario di Zanda , con il ddl che boccia i movimenti politici in funzione elettorale. E Renzi, non Grillo, a ricordare che tocca vince con i voti !!!!
Prima di chiudere, aggiornamento di Mentana e La 7 sulle intenzioni di voto (visto che in tanti pensano di tornarci presto...), che confermano il trend del dopo elezioni e conseguente cocente delusione PD :
centro destra in testa col 34,6% dei voti (e Pdl primo partito col 26,5)
centro sinistra dietro col 30,3 (PD al 23)
M5S , col 23%, conferma l'arretramento
Centro al 7,5, anch'esso in calo.
Buona Lettura
ll Porcellum ha favorito il Pd, ma coalizione inevitabile tra (almeno) due avversari
Leggi elettorali alternative: "Mattarellum"
e proporzionale non escludono pareggi
Senza premio alla coalizione, i Cinque Stelle sarebbero
stati la prima forza alla Camera
MILANO - Che cambiare legge elettorale sia una priorità lo dicono
tutti da tempo. È sul come che si presenta, puntuale, lo stallo di
sempre. Nel tentativo di garantire la messa in sicurezza di un sistema
di voto diverso dall'attuale - come assicurato dal premier Enrico Letta -
Palazzo Chigi starebbe lavorando in questi giorni a un Porcellum
«corretto»: alzare la soglia di sbarramento intorno al 40% per accedere
al premio di maggioranza oppure eliminare definitivamente un bonus che
entro la fine dell'estate la Consulta potrebbe giudicare
incostituzionale.Ma, a febbraio, come sarebbero andate le elezioni se non ci fosse stato il premio di maggioranza? La risposta arriva da Labor Ele - il centro di analisi elettorale dell'Università di Roma Tre guidato dai docenti Antonio Agosta (Scienza della politica) e Nicola D'Amelio (Tecniche di analisi elettorale) - e la simulazione per la Camera ha fornito risultati decisamente sconfortanti ai fini della governabilità del Paese: la coalizione di centrosinistra, che alle Politiche ha ottenuto 340 seggi, ne avrebbe conquistati 192 (così ripartiti: Pd 165, Sel 21, Centro democratico 3, Svp 3); il centrodestra, che al voto si è assicurato 124 seggi, ne avrebbe contati 191 (Pdl 149, Lega 28, Fratelli d'Italia 14); il Movimento 5 Stelle, 108 seggi acquisiti dalle urne, sarebbe arrivato a quota 167 e si sarebbe confermato il primo partito; la coalizione guidata da Mario Monti, 45 seggi a febbraio, ne avrebbe incassati 67 (Scelta civica 55, Udc 12).
Una maggioranza impossibile da assicurare a Montecitorio a meno di non procedere sulla strada delle larghe intese, come spiega il professor Agosta: «Si sarebbe dovuto far ricorso a una grande coalizione: con il Porcellum senza premio di maggioranza l'unico modo per assicurare un governo all'Italia sarebbe stato promuovere un'alleanza tra il Partito democratico e il Popolo della libertà oppure far sì che il centrosinistra o il centrodestra si risolvessero a un'alleanza con il Movimento 5 Stelle».
Lo scenario non sarebbe cambiato neanche andando a votare con il Mattarellum:
la simulazione di Labor Ele , anche in questo caso, ha evidenziato il rischio governabilità: 259 seggi per il centrodestra, che avrebbe ottenuto la maggioranza relativa e costituito in Aula il gruppo più numeroso senza però poter contare sulla metà più uno degli eletti e quindi sulla maggioranza assoluta necessaria a ottenere la fiducia; 235 seggi per il centrosinistra; 108 seggi (come l'effettivo risultato elettorale) per i Cinque Stelle e 15 seggi per la coalizione di Monti. «Anche qui uno spaccato di totale instabilità - conclude il professor Agosta -. Ritornando alla realtà politica attuale, e in base ai nostri studi, l'unica soluzione possibile oggi sarebbe quella di riformare la Costituzione per consentire a Camera e Senato di procedere su binari differenti, consentendo soltanto all'aula di Montecitorio il potere di conferire e revocare la fiducia all'esecutivo».
Nessun commento:
Posta un commento