mercoledì 14 agosto 2013

DI PROFESSIONE FA IL GIGOLO'. IL FISCO LO TASSA E LUI DENUNCIA LO STATO PER SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE !


Decisamente divertente ma anche intrigante la vicenda di Roberto Roy, che potete leggere nell'articolo postato di seguito e pubblicato da Libero.it.
Dunque il tutto nasce da un accertamento fiscale che ormai, con le banche tenute a comunicare tutti i nostri dati a Serpico, il cervellone dell'Agenzia delle Entrate, potrebbe capitare a ciascuno di noi. Il buon Roy, apparentemente senza lavoro e quindi senza reddito, aveva sul proprio conto in banca la discreta somma di 200.000 euro. Per lo Stato si tratta di lavoro nero, e quindi di soldi sottratti al Fisco. Solo che il giovanotto spiega  che non è che lui non dichiara il suo reddito per infedeltà fiscale, ma perché lo Stato la sua prestazione non la contempla. Lui infatti si prostituisce, nella vita fa il Gigolò. Non è proibito dalla legge, non costituisce reato, ma non c'è alcuna disciplina lavorativa in materia. Non c'è obbligo di partita IVA, di oneri contributivi, e tantomeno di imposte sul reddito. Una figatissima, un mestiere da consigliare ai propri figli se hanno un minimo di phisique du role !
Tra l'altro, quella di Roy non è una scusa, un'invenzione per sottrarsi al fisco ! Lui veramente fa il gigolò, ed è andato anche in tv in qualche trasmissione di costume in cui raccontava il suo mestiere. Gode di una sua piccola celebrità, tanto che gli avevano offerto, qualche tempo fa, di partecipare all'Isola dei Famosi.
Per questo, Roy ha deciso di impugnare la cartella erariale, osservando che , prelevando il 45% dei suoi introiti, che derivano da quella specifica professione, lo Stato in realtà diventa autore del reato di sfruttamento della prostituzione !
Paradossale, ma di fatto non è proprio così ?
Mi piacerebbe vedere come va a finire...



Gigolò denuncia lo Stato: "Vuole le tasse ma non riconosce il lavoro E' sfruttamento della prostituzione"

Roberto Roy risulta disoccupato, ma ha ricevuto una cartella esattoriale di 200 mila euro. "Io le pago, ma voglio essere messo in regola"

Commenti 16
12/08/2013
Il Fisco gli chiede 200mila euro Gigolò denuncia lo Stato:
"Sfruttamento della prostituzione"
Roberto Roy

La legge Merlin del 1958 parla chiaro: esercitare il meretricio non è reato, ma sfruttarlo sì. E' proprio su questo che si basa la causa che Roberto Roy, 39 anni, professione gigolò, vorrebbe tentare allo Stato Italiano. Come racconta La Nazione, all'uomo è stata notificata una cartella dell'Agenzia delle Entrate di 200mila euro, che si ridurrebbero a 70mila se paga subito, per via di una indagine sui suoi versamenti in banca: in pratica hanno rilevato un tenore di vita troppo alto per un disoccupato. Sì, perché Roberto ha cercato di mettersi in regola, ma l'unica strada era comparire come maggiatore o con prestazioni occasionali: ma lui non ha la qualifica e quindi risulta a tutti gli effetti senza un lavoro e non denuncia nulla. "Questo è uno Stato ipocrita", tuona Roy dalle colonne della Nazione. "Chiede le tasse a un escort, ma non mette in regola chi pratica questo mestiere. Allora che differenza c'è con un magnaccia?". Da qui la provocazione: "Se lo Stato prende un provento dal mio lavoro, allora è sfruttamento della prostituzione". "Non ho paura di mostrare la mia faccia, non ho paura di dire che sono un accompagnatore", puntualizza il bel Roberto che offre alle signore il suo corpo e il suo tempo, ma "pretendo che se lo Stato vuole parte del mio stipendio, in cambio deve darmi tutele, come fa con gli altri cittadini". Deve insomma metterlo in regola.

7 commenti:

  1. Che cosa impedisce al simpatico Roy di denunciare i suoi redditi alla voce "redditi diversi" del modello Unico, dopo aver emesso regolari ricevute per prestazioni occasionali?
    Bisognerebbe ricordargli che perfino i proventi di attività illecite sono tassabili, figurarsi la prostituzione.
    L'idea poi di sfruttamento della prostituzione da parte dello stato per la semplice esazione di tasse è amena.
    Roy voleva farsi pubblicità.
    Domenico

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    1. MMMM, stavolta l'intervento del Maestro mi lascia perplesso...Non oso allo stato contraddirlo perché non ho le conoscenze sufficienti, però qualcosa a braccio non mi torna. Quando si parla di prostituzione , da tempo immemore leggo che tra i vantaggi di legalizzarla a tutti gli effetti c'è quello di fare pagare le tasse a questi lavoratori (oltre al fatto di colpire le organizzazioni criminali che prosperano sul divieto di gestire imprenditorialmente questo mestiere , curarne l'aspetto sanitario e altro), quindi questa soluzione delle prestazioni occasionali genericamente intese mi suona strana. Sulla tassazione di introiti da attività illecità, prendo nota, ma mi resta un dubbio grande : se un boss viene truffato perché gli vendono una partita di coca taroccata, non potrà certo rivolgersi allo stato per la truffa subita ( è un paradosso, sappiamo bene che il boss in questione preferirà agire a modo suo, certamente mille volte più veloce ed efficace dei tribunali della repubblica, beato lui che può...) , perché notoriamente la legge NON tutela pretesi diritti derivanti da fatti illeciti. Però può tassarne i proventi ? Se la risposta è affermativa, Roy perderà la sua causa, ma la contraddizione e l'ipocrisia che denuncia restano !
      Sono invece d'accordo sul fatto che il professionista punti soprattutto alla pubblicità.

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  2. Sulla tassabilità dei proventi dell'attività di prostituzione ci sono almeno due pronunce importantia: Cass. 20528 del 1/10/2010 e Cass. 10578/2011.
    La regolarizzazione non servirebbe dunque a creare la base legale per applicare tassazione, ma indubbiamente servirebbe a rendere molto più difficile l'evasione fiscale (immagino che siamo al 100%).
    Restano indubbiamente le aporie da Lei segnalate.

    Avvocato, temo che Lei, chiamandomi "Maestro", mi confonda con un noto professionista di cui - purtroppo per me - sono solo omonimo. Non vorrei che venissero attribuite a lui le sciocchezze che scrivo; né che venisse dato ad esse più credito di quanto non meritino. Potrei forse firmarmi "Domenico minor" per evitare fraintendimenti? :-)
    Domenico (minor)

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  3. E' che le ricevute per prestazioni occasionali "scontano" il limite di € 5.000,00 per anno fiscale. Lo vedo un po' difficile come strumento alternativo di regolarizzazione. Nessun dubbio, invece, per quel che riguarda la tassabilità di proventi illeciti. Se non fosse che, nel caso, l'attività non è considerata illecita dalla legge.

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    1. Ma in concreto, come avviene questa tassazione di provento illecito ?? Io capisco ovviamente il sequestro, ma la tassazione ? Io faccio l'estorsore, ricavo dalla mia attività 100.000 euro al mese e lo Stato che fa ? Invece di condannarmi per il mio reato, sequestrarmi i proventi e con essi magari risarcire le vittime, mi tassa ? Qualcosa non mi torna. Se poi è vero che le ricevute per prestazioni fiscali hanno questo tetto - 5.000 euro - di che parliamo ? Semmai la vicenda è la controprova dei grandi casini che lo spionaggio bancario determinerà. Meglio, lavoro per noi avvocati.

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  4. Se io guadagno 100.000 euro da estorsioni, questi 100.000 sono comunque tassabili: a meno che - dice la legge - non siano stati già sequestrati o confiscati nella loro interezza. Quindi non è che lo stato rinuncia a punire l'estorsore (detenzione, risarcimento in danaro alle parti civili, ammende...): il reo matura però anche un debito fiscale (che in caso di confisca è interamente assorbito). D'altronde pensiamo al caso opposto, di impossibilità materiale di recuperare il provento del reato (già speso o nascosto): garantiremmo al reo anche l'esenzione fiscale?

    Riguardo al limite di 5.000 euro per le prestazioni occasionali, errore mio: le due sentenze della Cassazione che ho citato nel primo commento dicono espressamente che quelle somme sono assoggettabili ad IVA, il che esclude comunque la prestazione occasionale.
    Fino alla recente riforma Fornero tuttavia il limite di 5.000 annuo era per singolo committente (nel caso di specie: cliente del gigolo), rendendone praticabile l'utilizzo. Solo con la riforma Fornero il limite è sceso a 2000 per committente e 5000 totali.

    Domenico (minor)

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  5. Il "problema" è che la sentenza della cassazione, diciamo "indirizzata" dal periodo di "caccia alle streghe", si "dimentica", oltre che di sentenze precedenti che erano giusto al contrario, anche del fatto che l'art.7 della legge Merlin prevede espressamente che chi venga riconosciuto svolgere attività prostitutiva non possa essere iscritto in nessun tipo di registro pubblico, ivi compresi quelli fiscali e contributivi ovviamente.
    Questo crea la difficoltà di cui parla Roy che per quanto mio "collega" non è che mi stia simpatico, ma in questo caso ha in realtà ragione (salvo che non ha fatto proprio nulla per evitare di incappare nella cosa).
    In buona sostanza in realtà anche la dichiarazione di "servizi alla persona", oltre che problematica potrebbe risultare anche mendace e quindi incorrere in guai in sede giudiziaria proprio per il fatto che.....il realtà l'attività è quella prostitutiva, non illegale, ma espressamente non iscrivibile e non tassabile quindi (registri fiscali vietati) dalle stesse leggi vigenti.

    Ma il vero problema non è per noi accompagnatori in realtà (magari io facessi quelle cifre, incontrando solo donne almeno...), il vero giro è quello delle prostitute (che macinano decine di migliaia di euro a settimana a favore di chi le sfrutta in più del 50% dei casi)
    il vero problema insomma non è tassare, ma togliere quelle donne e i proventi ai criminali!!!

    Poi si può parlare delle tasse....ma prima bisognerebbe risolvere il resto (poi si deve anche vedere a chi fare le ricevute e con che nomi eh....perchè lo voglio vedere il bel registro contabile con tutte le ricevute con i nomi e i cognomi dei "beneficiari finali", certo non sarebbero scontrini insomma...).

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