Alla vigilia della sentenza Ruby, il Corriere della Sera nella pagina delle "Opinioni" aveva dato spazio ad un giornalista che nemmeno alla Stampa andrebbe bene, ma solo da Repubblica in poi, tanto è evidente la sua faziosità anti berlusconiana. Parlo di Luigi Ferrarella, il quale in tutti i processi contro il Cavaliere è sempre certo della colpevolezza, manco fosse un sodale di Manetta Travaglio. E quando ahilui Berlusconi è stato assolto, in passato, perché fino a quest'anno così era andata, la colpa era delle leggi ad personam....
Quasi a compensare tanta animosità, nella pagina a fianco c'era la risposta di Sergio Romano ad un lettore nella quale il sobrio opinionista, sollecitato proprio sul tema, osservava :
"I magistrati inquirenti di alcune procure, d’altro canto, si sentono investititi di unamissione nazionale, credono che la magistratura non abbia soltanto il compito di applicare le leggi, ma anche e soprattutto quello di vigilare permanentemente sulla pubblica moralità e sul buon funzionamento della democrazia. Berlusconi diventa così il banco di prova della efficacia delle loro nuove funzioni e l’imputato di numerosi processi. A qualche osservatore, fra cui chi scrive, sembra che sia cominciato un pericoloso duello fra il potere politico e il potere dei magistrati, un problema a cui occorrerebbe fare fronte con una doppia riforma: delle istituzioni e dell’ordine giudiziario. Ma l’opposizione, preoccupata soprattutto dall’ascesa di Berlusconi, preferisce lasciare alla magistratura il compito di eliminarlo dalla vita pubblica."
Nell'apprendere della sentenza del Tribunale , con una condanna che è andata oltre i 6 anni chiesti dall'accusa, con l'interdizione perpetua dalla vita pubblica, con il rinvio degli atti alla Procura della Repubblica per indagare sulla falsa testimonianza (per i giudici tale è stata ) di una ventina (e gli altri ? perché no ? ) di testimoni della difesa tra cui l'ufficiale di Polizia Iofrate (come mai niente contro i difensori dell'accusato ? sono meravigliato...) non sento la serenità necessaria di un commento, provando un profondo sconforto solo un po' mitigato dalle parole dell'ex ambasciatore, nelle quali mi rispecchio.
Un'ultima cosa su Ferrarella. Io apprezzo il fatto che il Corriere dia spazio a più voci, è un pregio che Repubblica non ha più e altri quotidiani non hanno mai avuto. Però se spontaneamente si trasferisse in altri lidi, confesso che sarei contento.
Ecco la notizia di cronaca, che sta rimbalzando in tutto il mondo, come ha scelto di riportarla la redazione on line del Corsera.
L'ex premier era imputato per concussione e prostituzione minorile
Ruby, Berlusconi condannato a sette anni
Rivolta nel Pdl: «Sentenza politica»
Pena più alta di un anno rispetto alla richiesta dell'accusa
Alfano: «Sentenza peggiore di ogni aspettativa»
I LEGALI - L'avvocato Niccolò Ghedini, uno dei legali dell'ex premier ha dichiarato: «La questione non è se si tratta di una sentenza politica o non politica. È una sentenza al di fuori della realtà e al di fuori degli atti processuali». «Era una sentenza attesa» ha concluso il legale. «La legge è uguale per tutti. È questo il significato semplice e universale che sintetizza il giudizio della Corte». Così invece la presidente di «Libertà e giustizia», Sandra Bonsanti. RIVOLTA NEL PDL - «Uno schifo, una vergogna». Daniela Santanchè ha commentato così la condanna per Silvio Berlusconi. L'esponente Pdl era presente al momento della lettura del verdetto: «Sono voluta venire qui perchè io che sono sempre dalla parte delle donne volevo vedere le tre donne che hanno giudicato il presidente Berlusconi. Sono rimasta troppo male, usare le donne, da parte di donne per una sentenza politica». Nel Pdl è rivolta contro la decisione del tribunale: il presidente dei senatori Schifani ha detto: «Una sentenza abnorme e surreale, con un colpevole e nessuna vittima». Il presidente dei deputati Brunetta ha aggiunto: «Questa sentenza fa paura. Non solo e non tanto perchè cerca di assassinare moralmente e politicamente Berlusconi, ma perchè mostra agli italiani in che mani sia oggi la giustizia. Durissimo il senatore Malan: « Un vero attentato alla democrazia e allo stato di diritto che pone l'Italia tra i paesi con la democrazia a rischio». Sullo stesso tenore l'ex ministro Rotondi, ora deputato: «È una sentenza politica che avrà una risposta politica: nessun agguato al governo, sostegno a Letta e Alfano nell'interesse dell'Italia, ma la risposta politica verrà e sarà fortissima. Forse nè il Pd, nè Forza Italia sono lo strumento giusto per opporsi al colpo di Stato».
LA CAMERA DI CONSIGLIO - I magistrati si erano riuniti alle 9.45 in camera di consiglio per decidere il verdetto. In aula Berlusconi non era presente, mentre c'erano entrambi i suoi avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo.
L'ACCUSA - L'accusa è rappresentata dal pm Antonio Sangermano e dal procuratore capo Edmondo Bruti Liberati. Assente il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, che da tempo aveva programmato un periodo di ferie. Il procuratore capo, che nella prima udienza del 6 aprile 2011 era venuto in aula per esprimere la condivisione dell'ufficio con il lavoro dei due pm, aveva già previsto di essere presente il giorno del verdetto. Mancando Ilda Boccassini, anziché presentarsi in abiti civili come al solito ha messo la toga. Lo scorso 13 maggio il pm Ilda Boccassini nella sua requisitoria ha chiesto per l'ex presidente del Consiglio e leader del Pdl una condanna a 6 anni e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Processo Ruby, il giorno della sentenza
Un reporter giapponese (Ansa)
STAMPA ESTERA - Come previsto decine di giornalisti,
fotografi e troupe televisive si sono radunati, dalle prime ore della
mattinata, davanti a Palazzo di Giustizia. Tra loro diversi
corrispondenti e inviati di testate e televisioni straniere, come Al Jazeera e Cnn, ma anche tv danesi, tedesche e giapponesi, oltre a prestigiosi quotidiani inglesi come Guardian e Daily Mail.
In corso di Porta Vittoria, dove si trova l'ingresso principale del
Tribunale, sono schierati i furgoni per le dirette televisive, davanti
agli sguardi incuriositi dei passanti.
Dimostranti pro Boccassini (Ansa)
CARTELLI - E' apparso anche un gruppetto di dimostranti
pro-Boccassini, con cartelli «Giustizia, legalità e dignità» e «Ilda non
te ne andare» (riferiti alla possibilità di un trasferimento a
Firenze). Due sostenitrici di Silvio Berlusconi si sono presentate per
manifestare il loro sostegno all''ex premier: una di loro si è avvolta
in una bandiera di Forza Italia. «Si tratta di un processo fasullo - ha
spiegato - ed è giusto che Berlusconi non sia perseguitato dalla
giustizia». Una manifestante in bicicletta ha esposto un cartello con la
scritta: «Berlusconi è ineleggibile, insostenibile, impresentabile,
innominabile e infrequentabile». Luigi Dossena, autore satirico di
Crema, ha esposto un suo lavoro intitolato «La Bibbia di Arcore», con
ritagli di foto di Berlusconi e di Nicole Minetti vestita da suora.
Dimostranti pro Berlusconi (Newpress)
RUBY - All'inizio dell'udienza, durata pochi minuti, il
presidente del collegio Giulia Turri ha consegnato al pm e alla difesa
di Berlusconi un esposto presentato ai carabinieri di Montagnana, in
provincia di Padova. A quanto si è appreso, nella missiva un cittadino
del paese dice di aver conosciuto Ruby nella primavera del 2010 e che la
ragazza gli disse, in quell'occasione, che il 14 febbraio dello stesso
anno aveva incontrato Silvio Berlusconi. Subito dopo l'avvocato Niccolò
Ghedini ha preso la parola, e ha depositato un breve documento per
commentare «la poderosa memoria» depositata dai pm, un commento di poche
pagine sulla deposizione del 17 maggio scorso di Karima El Mahorug al processo parallelo
a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, di cui sono stati
acquisiti i verbali. La ragazza marocchina aveva sostenuto di non essere
mai stata una prostituta e aveva definito «cavolate» i suoi precedenti
racconti sui milioni che avrebbe dovuto ricevere da Berlusconi. «Visto
che il tribunale ha deciso - ha spiegato Ghedini - di annettere i
verbali resi da Karima, abbiamo deciso per una breve memoria di commento
alle sue dichiarazioni».
Luigi Dossena mostra «La Bibbia di Arcore» (Fotogramma)
L'ALTRA MEMORIA - Ghedini ha consegnato anche la
«documentazione che riguarda la sentenza di Trani e la giurisprudenza di
cui abbiamo parlato la scorsa volta». Tutti questi documenti erano già
stati fatti pervenire al procuratore Edmondo Bruti Liberati, che oggi
in aula sostituisce il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, e al
sostituto Antonio Sangermano. Il pm Sangermano, per l'accusa, ha
rinunciato alle repliche e i giudici hanno dichiarato chiuso il
dibattimento. Il collegio presieduto da Giulia Turri si è quindi
ritirato in camera di consiglio per emettere la sentenza.
è vergognoso come la magistratura condanni senza prove, i suoi nemici politici e protegge invece, i suoi amici politici.
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