Di quello che accade in Turchia ci appassioniamo poco. Sarà perché non è più un paese così solidamente alleato degli americani come prima (anche se tuttora fa parte della Nato), sarà perché dopo quanto è successo della primavera araba, siamo diventati prudenti. Resta il fatto che se alla fine ci stiamo facendo andare bene Assad, che è responsabile della morte di 100.000 siriani (gli aerei francesi e inglesi contro Gheddasi si alzarono solo alla minaccia di azioni repressive contro i civili di Bengasi...i civili di Damasco e Aleppo so sfigati ), figuriamoci se possiamo mettere in discussione Erdogan. Qualche critica, sui giornali, nessuna a livello diplomatico.
Questo è, anche se non vi pare.
Riporto lo scambio di corrispondenza tra un lettore del Corriere e Sergio Romano, nella sua apposita rubrica, per dissentire ancora una volta dal bravo ambasciatore. Mi succede di sovente, nonostante la comune matrice liberale di pensiero, la stessa che ho pensato sia alla base della quasi totale condivisione degli articoli di altri importanti giornalisti del prestigioso quotidiano di via Solferino (Panebianco, Ostellino, Galli della Loggia ). Con Romano invece non mi accade, e mi interrogo sui motivi.
Nella fattispecie odierna, il bravo politologo, nel sottolineare che l'Europa nella situazione turca può solo restare a guardare (ma di che ci lamentiamo ? è quello che sappiamo far meglio !! ) , recrimina sulle rigidità europee a suo tempo mostrate nel valutare la domanda di ingresso della Turchia nella Unione, determinando alla fine l'orgoglioso "vaffa" da parte dei turchi (espressoin diplomatichese).
Se si fosse tenuta una politica diversa, oggi potremmo condizionare l'azione di Erdogan.
Ora, io devo sforzarmi di capire bene. Ma questa UNIONE EUROPEA che è ????
Una sorta di Rotary ? Di Club di prestigio dove entrano i bravi e virtuosi , prescindendo peraltro da effettive affinità storiche e civili ?
Già continua ad essere difficile il processo di integrazione tra paesi che comunemente accettiamo di definire appartenenti al Continente Europeo, per i problemi noti di lingue diverse (fondamentale), storie (anche sanguinose) divisive, e oggi economie differenti. Se a questo aggiungiamo pure una civiltà del tutto diversa, ma qual'è il senso di questa unione ?? Ma che non si può commerciare, essere amici, visitare un paese straniero anche se non fa parte della UE ? Abbiamo problemi con gli USA, il Canada, l'Australia, l'America del Sud ?? Che è sta mania dell'Europa ? E che c'entra la Turchia con il nostro continente ??
In realtà la capacità o meno di condizionare qualcuno nasce dal fatto di averne la FORZA, e l'Unione NON ce l'ha in politica estera, proprio per la sua assoluta dispersione. La cosa cambia solo per chi si è ingabbiato, volontariamente, è giusto ricordarlo, con l'Euro, una moneta unica che mostra vari limiti e vizi.
L'Europa, come Unione, è mancata durante la guerra civile in Jugoslavia, manca in ogni scenario di crisi internazionale, e quindi in Siria, in medio oriente in generale, e oggi in Turchia.
Siamo un continente ricco (ancora , ma sempre meno ) , disaggregato, anche piuttosto vile.
Questo è il motivo per cui non condizioniamo nessuno, caro Ambasciatore.
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