Figuriamoci se in Occidente ci possa essere qualcuno che ha in simpatia i movimenti islamisti al potere. Laici , agnostici, atei come siamo, la sola idea che il potere temporale , il governo della Nazione sia gestito con criteri prevalentemente religiosi solo l'orticaria ci può far venire. Il Camerlengo non fa eccezione. Ammiro e invidio anche un po' chi ha il dono della fede e riesce ad ispirarvi parte importante della propria esistenza, così come chi fa "comunità" con coloro che condividono credo, ideali, senso dello stare insieme. Però la politica, la res publica, è altro. Noi volterriani, pronipoti dell'età dei Lumi, della filosofia kantiana e di tutta la scuola di pensiero liberale, non potremmo vederla diversamente.
Quindi, tornando a oggi e commentando le cronache egiziane, non è che la vittoria alle elezioni del 2012 - peraltro annunciata da tutti gli esperti che SANNO di cose arabe - dei Fratelli Musulmani e il successo della frangia più radicale dei Salafiti, l'abbia salutata con gioia. Però non me ne stupii, perché se si passa dal rumore della piazza, dei canti, delle poesie e degli appelli internet, ai NUMERI, so che anche in occidente le cose cambiano, figuriamoci lì, dove 60 degli 80 milioni degli egiziano vivono nelle campagne e la Rete e le libertà civili non sanno minimamente cosa siano.
Senza contare che, alla fine della fiera, anche al Cairo e ad Alessandria i FM, anche se in maniera meno vistosa, alle elezioni per il nuovo parlamento prevalsero.
Riporto qui di seguito la sintesi apparsa sul sito della Camera dei Deputati italiano _
Poi sono seguite le elezioni presidenziali e, grazie anche alle divisioni delle fazioni islamiche che sono andate ad appaiare quelle dei partiti laici , Morsi ha prevalso in modo non travolgente, prendendo il 51% dei voti espressi contro il 48 dell'avversario, Ahmed Shafiq, peraltro ultimo primo ministro di Mubarak (insomma, non proprio il campione di Piazza Tharir...).
Ora in Egitto la piazza dei "liberali" si allea con l'esercito che arresta il Presidente eletto.
Ecco, perché se succede in Cile è golpe e se accade in Egitto è il trionfo della libertà ?
Io sulla democrazia la penso come Churchill ( non credo che fosse suo l'aforisma, diciamo che lo ha reso celebre ) : un sistema con molti difetti ma meno peggiori degli altri.
Se in un paese un governo democraticamente eletto (perché così è stato, compatibilmente con una nazione che elezioni libere non le aveva mai avute e quindi irregolarità ce ne sono stare parecchie, ma brogli , secondo gli osservatori internazionali, no ) viene abbattuto dalla piazza e dall'esercito, quello non può essere considerato un buon giorno. E i milioni di persone che hanno votato e vedono così azzerata la loro volontà e la loro libertà. potrebbero ben smettere di essere "democratici" e far vedere che anche loro sono capaci di fare "rumore". Magari in altro modo, quello che lascia i morti per strada.
A quel punto tra le due fazioni, salvifico si leva l'angelo dell'"ordine", l'Esercito.
Ho un sospetto, che la Democrazia alla fine riecheggi un po' una pubblicità di qualche tempo fa : per molti, ma non proprio per tutti.
Ecco la cronaca ultima del Corriere della Sera, con Morsi agli arresti domiciliari.
ALTA TENSIONE
Egitto, in atto il colpo di Stato militare
Il presidente Morsi agli arresti domiciliari
Scaduto l'ultimatum. Elicotteri su piazza Tahrir, carri armati davanti alla tv di Stato. L'esercito blocca i Fratelli musulmani
NIENTE DIMISSIONI - Pochi minuti prima della deadline la presidenza egiziana aveva diffuso su Facebook un comunicato nel quale ribadisce che «violare la legittimità costituzionale minaccia la pratica della democrazia», apre ad un governo di coalizione per arrivare alle prossime elezioni, e alla formazione di un commissione indipendente per la modifica della Costituzione (rinnovata a dicembre scorso) da sottoporre al nuovo parlamento. Ma che Morsi non si dimette.
MILITARI IN REDAZIONE - Per quanto riguarda Ertu, tutto lo staff non necessario per le attività in diretta ha lasciato l'edificio, e un operatore ha spiegato alla Bbc che l'evacuazione è avvenuta su invito di un ufficiale. I soldati sono rimasti in redazione e controllano le attività di produzione ma, riferisce sempre lo staff, non stanno al momento interferendo con le notizie. L'Egitto sta attraversando la sua crisi politica peggiore dal momento della caduta del regime di Hosni Mubarak, nel febbraio 2011. Secondo il responsabile dell'emittente, Shoukry Abu Amira, i soldati sarebbero però presenti da giorni per proteggere l'edificio, e gli studi non sarebbero mai stati evacuati. I veicoli blindati sarebbero, invece, solo di pattuglia nelle strade vicino al palazzo.
LA FATWA SALAFITA CONTRO L'OPPOSIZIONE - Sempre mercoledì Mohamed al-Zawahiri, fratello del leader di al-Qaeda Ayman al-Zawahiri, ha emesso una fatwa, una sentenza che autorizza i suoi seguaci a cambattere contro l'opposizione egiziana. «Non abbiate paura, né esitazione - ha spiegato al-Zawahiri, che guida la corrente jihadista salafita, ad al-Masry al-Youm - annunciamo ai nostri fratelli musulmani che alla fine non saremo noi i vinti, ma sarà il contrario». L'esponente islamico egiziano assicura di non volere «caos, disordine e sedizione», ma afferma la necessità di contrastare il «complotto ordito dagli Stati Uniti d'america e i loro agenti». Un altro religioso, Magdy Hussein, ha aggiunto che ogni mossa contro Morsi sarà considerata «un colpo di Stato». La folla, davanti alle moschee, canta «Non riporteremo al potere l'esercito».
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