venerdì 30 agosto 2013

E DOPO LE DUE ALLIEVE (SEDOTTE O SEDUTTRICI ?) A SALUZZO SPUNTA PURE UNA TERZA DOONA : LA FIDANZATA.


Valter Giordano, il professore di Saluzzo accusato di aver fatto sesso con due sue allieve minorenni - ma probabilmente 17enni, che cambia parecchio...- circuendole grazie al suo ruolo mal esercitato, aveva anche una fidanzata, da due anni. In fondo, era separato. Il problema , a quanto pare, è che queste relazioni avvenivano tutte contestualmente. 
Un durissimo colpo per questa donna, di mezza età come l'insegnante lodato e stimato da tutti. 
Io non voglio difendere a tutti i costi Giordano  (come invece penserà qualche mio caro amico di FB, come Giuseppe).  Sottolineo solo due cose :
1) le persone non sono MAI una cosa sola. C'è contraddizione certo tra il professore che spiegava Dante come nemmeno Benigni e l'uomo che non sapeva evidentemente tenere a bada le sue pulsioni sessuali. Ma sono veri entrambi. Accade di essere bravissime persone, bravi padri (il figlio lo adora e lo difende a spada tratta) , preparati nel proprio lavoro, stimati nella comunità alla quale si appartiene e poi avere una debolezza grande, segreta, biasimevole. 
In genere le persone navigano più nel "mezzo", senza le montagne russe del prof. Giordano, però resta che pregi e difetti caretterizzino la stessa persona, che quindi è brava in alcune cose, decisamente meno per altre. Insomma, uscire dal manicheismo. Dal Bianco o Nero. L'umanità più spesso non ha questi colori.
2) La condanna morale, eventuale, non deve essere confusa con quella penale. E invece da un po' la sensazione netta è che molti operatori nel campo della giustizia fanno questo errore, più comprensibile nei non addetti ai lavori. A me non sta istintivamente simpatico un uomo che va con una ragazza di 40 anni più giovane. Però sono d'accordo con la legge che, visti i costumi odierni, ha abbassato l'età del consenso sessuale a 14 anni. Elevandolo a 16 nei casi in cui il ruolo del maggiorenne può influenzare in modo determinante il partner (e un insegnante è tra i soggetti individuati dalla norma). Quindi NON è il fatto che queste allieve avessero 16-17 anni il punto nevralgico della cosa. E nemmeno che fossero due (ovviamente vissute separatamente), e che ci fosse una terza fidanzata ignara. Tutte cose eventualmente biasimevoli, ma nessuna è reato. E , lo dico al GIP, nemmeno le pratiche sessuali spinte lo sono, se fatte da soggetti adulti ( e sessualmente una ragazza di 16 anni lo è) e consenzienti. Nell'ordinanza di custodia cautelare (oggi il professore sta ai domiciliari, prima è stato in carcere) si legge di pratiche sessuali "borderline". Non so a cosa si riferisca il giudice, ma l'uso dell'espressione mi fa appunto temere un pregiudizio moralistico : hai fatto una cosa sporca, quindi devi pagare. 
Certo, la scuola dovrà stabilire la compatibilità delle condotte emerse con il ruolo di insegnante (intanto è stato sospeso, in attesa di approfondimenti). Certo, magari a Saluzzo i lodatori del prof. Giordano si ricrederanno. Ma questo NON c'entra con la giustizia penale. E' ormai assodato che queste ragazze non hanno subito alcuna violenza fisica, nessuna coercizione materiale. La cosa si gioca sulla difficile e scivolosa materia della manipolazione psicologica. 
Nulla dunque di immediatamente chiaro (spesso non lo è mai).
Bisogna avere la mente fredda per fare certi mestieri.
Altrimenti meglio andare a gestire un banco al mercato.
Ecco gli sviluppi riportati oggi dalla Stampa, nella sua pagina on line 



La fidanzata del professore:
“Disse di essere stato sedotto”


Il professor Giordano in piazza con i suoi ragazzi
La confessione va in scena su un letto del reparto psichiatrico dell’ospedale di Saluzzo. È il giorno di Ferragosto. Il paese è immobile. Caldo, zanzare e silenzio. Le finestre della camera sono sigillate, dentro c’è un uomo in crisi nera.  
Il professor Valter Giordano compone il numero di telefono della sua compagna. «Noi veramente ci chiamavamo “amici molto speciali”» dice la diretta interessata, roteando il gesto delle virgolette nell’aria. Ma non è questo il punto. Il punto è che il professore le dice: «Ho bisogno di parlarti».  
Il giorno prima Valter Giordano aveva ricevuto la visita dei carabinieri nel suo alloggio di marito separato. Gli avevano sequestrano lettere, documenti, feticci dei rapporti con le allieve minorenni. Era ben consapevole, quindi, di essere indagato per «violenza sessuale con abuso di autorità». Quel giorno si mette a vagare per il paese fino a salire su un ponte, fissa l’acqua in secca. Sembra proprio che abbia intenzione di buttarsi giù. Lo nota un passante. Arriva l’autoambulanza. Ed ecco perché il professore finisce ricoverato. «Tentato gesto anticonservativo», c’è scritto nel referto. Ed ecco perché l’indomani, Valter Giordano chiama al suo capezzale l’«amica speciale».  
È una donna di mezza età, piena di vita negli occhi. Abita in un paese di campagna. Soffre fisicamente, mentre ricorda: «Valter era prostrato, distrutto, direi proprio disperato. Mi ha detto: “Ho fatto un casino, ho sbagliato, passerò dei guai. Dovrò pagare”. Io non capivo. Cercavo di tranquillizzarlo. Dicevo: “Ne usciremo insieme, ti starò vicino, stai tranquillo, raccontami cosa è successo». È in quel momento che il professore, per la prima volta, ha ammesso: «Sono stato uno stupido - ha detto - ho avuto due storie... Due storie con le mie allieve. In tutti questi anni non avevo mai ceduto, davvero. Ma loro mi hanno provocato».  
In quel momento, l’amica ha mantenuto la calma. Adesso racconta accendendosi una sigaretta: «È stato un colpo durissimo. Eppure ancora cercavo di minimizzare. Pensavo si trattasse di episodi. Errori di una volta, non storie di anni. Quando sono stata convocata in caserma, l’altro giorno, ho detto al maresciallo: “Io non ci credo”. Lui ha scosso la testa: “Dicono tutti così”. Poi, con delicatezza, ha aggiunto: “Mi dispiace, signora. Non era lei il grande amore del professor Giordano”». Questo è davvero troppo. Persino per gli amanti dei gialli di Simenon e dei torbidi intrighi di provincia. «Mi ha fatto capire che c’era una ragazza a cui scriveva molti più messaggi di quelli che ci scambiavamo noi. Nella mia ingenuità, pensavo fosse una specie di record».  
Il super stimato professore Valter Giordano ha un figlio che lo adora e lo difende. Una moglie che l’ha lasciato, ma gli resta accanto. Un intero paese che ne tesse le lodi, compresi gli studenti della sua classe, nonostante tutto. Una delle sue vittime non si è ancora costituita parte civile. E poi c’è questa donna, citata nell’ordinanza di custodia cautelare per il numero di contatti telefonici con l’indagato, che ha resistito fino allo stremo delle forze: «Era disposto a sostenerlo, ma ora non più. Mi ha mentito in maniera esagerata. Credo sia malato. Valter ha bisogno d’aiuto».  
Siamo in cucina. Una sera di fine estate. Il figlio torna a casa dal lavoro: «Io penso che quel professore sia proprio una persona spregevole - dice - ha preso in giro tutti. Ha abusato del suo ruolo. Non si può fare quelle cose con due ragazzine. È ora di dire la verità». Per «l’amica speciale» è più difficile prenderne atto. «Mi piacerebbe guardarlo in faccia. Non riesco a capire. Stavamo insieme da due anni. Vacanze per musei, città d’arte e laghi. Non è mai stato aggressivo, sembrava un uomo molto altruista. Profondo. Gli dicevo: “Non dedicare tutte le tue energie agli altri. Pensa più a te stesso”. Altroché se ci pensava». 
Più che un tradimento. Peggio di uno shock. «Adesso ho capito. Con me ha chiuso. Sono grande e vaccinata, ho le spalle larghe, ne uscirò anche questa volta. Pazzesco. Mi viene quasi da ridere. Era stato in seminario e io scherzavo con lui, visto che stavamo insieme anche se formalmente è ancora sposato. Gli domandavo: “Valter, in che girone dell’inferno finiremo io e te?”. E lui: “Quello dei lussuriosi”».

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